Prima guerra mondiale: è il giorno di Natale del 1914 e sul fronte occidentale, separati da poco più di cinquanta metri di terra, si fronteggiano i due eserciti, così spaventati l’uno dall’altro da non osare abbandonare neanche per un attimo le rispettive trincee. Ma quando l’esercito tedesco cominciò ad allestire gli alberi e le luci gli inglesi li imitarono, ognuno dalla sicurezza della propria trincea. Gli eserciti cominciano a cantare insieme, e finiscono per ritrovarsi fra le trincee, nella terra di nessuno, a festeggiare il natale tutti insieme.
Com’è possibile passare da estremi così distanti in così poco tempo? Cercheremo di capirlo qui.
Tutti quanti facciamo parte, in modo più o meno esplicito, di diversi gruppi. E’ naturale che persone di interessi e visioni comuni si riuniscano per meglio portare avanti i propri scopi, o per condividere le proprie passioni.
La tendenza a formare gruppi è una qualità antichissima ed essenziale della nostra specie, e se in passato era in grado di aumentare enormemente le nostre possibilità di sopravvivenza, ora è anche una grande fonte di autostima ed efficienza.
Secondo lo studioso Henry Tajfel, però, non appena entriamo a far parte di un gruppo, come ad esempio tifare per una squadra, oppure l’affidarsi a un determinato orientamento politico, nasce in noi il pregiudizio nei confronti di membri di gruppi diversi dal nostro. Questo pregiudizio può investire un grande numero di persone, grande quanto è grande il gruppo di appartenenza, e portare con se l’aggressività (in questo esperimento di Tajfel, si dimostra come il solo appartenere a un gruppo possa facilmente generare ostilità).
Questo è causato da un particolare tipo di ragionamento, detto “categoriale”, attraverso il quale si suddivide la popolazione in categorie, trattando quindi tutti i membri di una certa categoria allo stesso modo.
Come è possibile quindi che l’aggressività tra i soldati inglesi e tedeschi, che combattevano da anni gli uni contro gli altri, ed erano rigidamente suddivisi in fazioni contrapposte, si sia tanto facilmente smorzata?
Secondo il ricercatore Muzafer Sherif questo risultato si può ottenere attraverso un obiettivo che riunisca i diversi gruppi verso uno stesso scopo. Questo annullerebbe il ragionamento categoriale a favore di un ragionamento individuale, permettendo di giudicare gli appartenenti all’altro gruppo come individui singoli, con le loro qualità specifiche.
Bibliografia
Tajfel H., (1970) Experiments in Intergroup Discrimination.
Sherif, M., Harvey, O. J., White, B. J., Hood, W. R., & Sherif, C. W. (1961). Intergroup conflict and cooperation: The Robbers Cave experiment (Vol. 10). Norman, OK: University Book Exchange.