“L’uomo che cadde dal letto” e smise di riconoscere una parte di sé

 

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Immagine realizzata da Enrica Falco

Oliver Sacks, stimato neurologo, racconta in uno dei suoi libri di questo singolare caso clinico, in cui ad un uomo, durante la notte, capitò di svegliarsi nel proprio letto non avendo più consapevolezza della propria gamba sinistra. Secondo la descrizione del dottore, il paziente era totalmente certo che una gamba estranea “recisa” gli fosse stata applicata al busto, per un qualche strano scherzo del destino e cercando di spingerla via con l’aiuto delle braccia – nella convinzione non gli appartenesse – era finito per trascinarsi e cadere giù.

Cosa mai stava accadendo al suo paziente?

Secondo il dottor Sacks, la spaventosa ed affascinante particolarità di quest’uomo era proprio la profonda convinzione che la gamba fosse altrui, nonostante l’incapacità logica e razionale di poter dare una spiegazione esauriente di come potesse essere accaduto il misfatto. Egli infatti, si rivolgeva alla gamba con appellativi che ne mostravano evidentemente il rigetto: “cosa”, “imitazione”, “copia”. Si domandava anzi, furioso, dove fosse finita quella “vera”. Ma è davvero possibile non riconoscere una parte di sé?

Il paziente affetto da Neglect (Negligenza Spaziale Unilaterale) in seguito ad una lesione cerebrale, può perdere la capacità di esplorare coscientemente una parte di emicampo visivo, controlaterale (opposto) a quello compromesso. Egli si comporterà come se non fosse più in grado di percepire e concepire l’esistenza di un lato dello spazio egocentrico, corporeo ed extracorporeo, come ben spiega E. Bisiach. Questa sindrome può dunque avere molte ricadute sulla vita quotidiana; si pensi: il paziente può per esempio non radere una parte del proprio corpo di cui non ammette l’esistenza, oppure omettere di vestirla; mangiare solo metà di ciò che si trova nel suo piatto o urtare contro gli oggetti mentre si muove nello spazio che lo circonda, seppur familiare, come può esserlo casa propria.

Chi subisce una lesione alla corteccia parietale è spesso soggetto a questo tipo di manifestazioni di negligenza spaziale, nella quale una parte del corpo o del mondo è ignorata o soppressa. Eppure, si badi bene, che questo non ha nulla a che fare con la corteccia visiva e dunque il paziente vede; vede benissimo, ma arriva anche a negare l’esistenza stessa di ciò che comprende l’emicampo controlaterale, anche somaticamente parlando – perdendone cioè sensibilità.

Due dei più frequenti test che i Neuropsicologi utilizzano per assestare a grandi linee quanto sia estesa la lesione, sono il cosiddetto Barrage e il Test dell’Orologio. Nel primo caso, viene richiesto al paziente di barrare con una riga trasversale tutte le linee che ci sono sul foglio: il risultato -nell’immagine sotto- mostra che nell’emicampo visivo sinistro non vengono percepite, proprio non ve ne è coscienza. Nel secondo caso, viene chiesto di riprodurre il modello di un orologio con un disegno; la copia del paziente manifesta chiaramente la sintomatologia.

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Per il trattamento e la riabilitazione di questo disturbo esistono alcune tecniche specifiche, tra cui il Visual Scanning Training, che consiste in un programma di allenamento per ri-orientare la visione/percezione del paziente verso l’emicampo inibito; o l’Eye-Patching, che vuole migliorare le prestazioni di potenza dell’emicampo lesionato, aumentando i movimenti oculari diretti verso quello opposto – di solito impercepito. Il più frequente e più grave infatti è il Neglect destro, conseguentemente è l’emicampo sinistro ad essere negato, in totale anosognosia (inconsapevolezza).

Tornando al principio, al paziente del Dottor Sacks che credeva qualcuno gli stesse giocando il più macabro degli scherzi, verrà poi diagnosticato un ictus, tipica causa di lesione alla corteccia. Ebbene, nessuno gli aveva nascosto un arto amputato sotto le coperte e la gamba che lui percepiva come estranea non era altri che la sua da principio, come potevasi immaginare. Per lui, così come per ogni paziente affetto da Neglect, la mancanza di consapevolezza rispetto al proprio deficit, o il disinteresse dovuto alla leggerezza di un caregiver, avrebbe di certo potuto rappresentare un grave ostacolo alla riabilitazione, che è senz’altro possibile. Per evitare di influenzare negativamente la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari è importante saper riconoscere queste situazioni, spesso e volentieri legate ad infarto cerebrale, senza confonderle con patologie analoghe, come Alzheimer ( e altre demenze ) o Parkinson.

Federica Mozzali

Info

 

 

 

 

Bibliografia

Oliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello (1985), traduzione di Clara Morena, Adelphi, 2008.

Mark Bear, Barry Connors, Michael Paradiso, Neuroscienze: Esplorando il cervello – III Edizione, Elsevier, 2007

Bisiach E. (1996a). “Negligenza spaziale unilaterale e altri disordini unilaterali di rappresentazione”. In Denes G. & Pizzamiglio L. (Eds.), Manuale di Neuropsicologia, 2a edizione. Bologna: Zanichelli;

Sitografia

State of Mind – http://www.stateofmind.it/2015/04/negligenza-spaziale-unilaterale/

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