Con l’approvazione del nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (PNPV) in data 19 gennaio 2017, si è tornati a parlare dei vaccini obbligatori e si è riaperto il dibattito tra favorevoli e contrari. Ancor prima, una pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale del Friuli Venezia Giulia (sentenza n. 20 del 16 gennaio 2017) aveva legittimato la delibera comunale che prevedeva l’adempimento dell’obbligo vaccinale quale requisito di accesso ai servizi educativi comunali per l’infanzia, sollevando numerosi dubbi in merito alla normativa tutt’ora in vigore in Italia.
Ma alcuni vaccini sono davvero obbligatori? Cosa dice la legge a riguardo? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. L’obbligo vaccinale in Italia è tuttora in vigore ed è previsto da quattro diverse leggi:
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Legge n. 891 del 1939 sulla vaccinazione antidifterica;
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Legge n. 292 del 1963 su quella antitetanica;
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Legge n. 51 del 1966 sulla vaccinazione antipoliomielitica;
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Legge n. 165 del 1991 sulla vaccinazione contro l’epatite B.
Tale obbligo si iscrive all’interno della cornice dell’art. 32 Cost. e rappresenta una contrazione, ossia una riduzione, della libertà decisionale del singolo a vantaggio della salute collettiva. L’art. 32 della Costituzione, infatti, “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, ed aggiunge che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
La Costituzione considera la salute non come un bene personale, ma come un bene collettivo e questo è dimostrato anche dal fatto che viene inserito all’interno della parte relativa ai diritti e ai doveri dei cittadini (in particolare, nei rapporti etico-sociali).
Il dibattito sulla libertà della vaccinazione rientra tra gli argomenti che richiedono un bilanciamento di interessi: da una parte abbiamo la tutela della salute prevista dall’art. 32 Cost. e dall’altra la libertà di scelta personale prevista dall’art. 13 Cost..
Prima di tutto è necessario sottolineare che le vaccinazioni, pur essendo obbligatorie, non possono essere considerate un T.S.O. (cioè un Trattamento Sanitario Obbligatorio), poiché tale trattamento è un atto di tipo medico-giuridico, che consente l’imposizione di determinati accertamenti e terapie a un soggetto affetto da malattia mentale e si basa su valutazioni di gravità clinica e di urgenza. Le vaccinazioni, invece, sono trattamenti sanitari che hanno come scopo quello prevenire l’insorgenza di malattie infettive nel soggetto a cui sono sottoposte e non sono mai coatte (ossia non hanno il potere di costringere qualcuno a fare qualcosa).
Ciò detto, facciamo un passo indietro. A partire dal 1967 uno dei requisiti necessari per poter iscrivere i propri figli alla scuola dell’obbligo consisteva nel presentare il certificato di vaccinazione dei figli stessi, se quest’ultimo non veniva presentato o risultava incompleto il bambino non veniva ammesso. Dal 1994, però, su iniziativa della Corte Costituzionale e sulla base di sentenze della magistratura, alcuni alunni non vaccinati vennero reintegrati alla frequentazione della scuola. Da quell’anno in poi si ebbero numerose pronunce del Consiglio di Stato e altrettante circolari emanate dal Ministero della Pubblica istruzione (si veda ad esempio la Circolare Ministeriale 23 settembre 1998 dove si affermava che: “Sotto un diverso e più sostanziale profilo non sembra logico prevedere, come conseguenza automatica e non soggetta ad eccezioni della mancanza di certificazione della vaccinazione, l’impossibilità, per l’interessato, di accedere non solo al corso scolastico, ma anche agli esami conclusivi, pur in presenza di un principio costituzionale che sancisce l’obbligatorietà di almeno otto anni di istruzione inferiore”), fino ad arrivare al 1999.
Il 1999 fu l’anno della svolta: infatti, con l’art. 1 del Decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R.) n. 355 si è stabilito di permettere l’iscrizione alla scuola dell’obbligo e agli esami anche ai non vaccinati.
In sintesi, fermo restando l’obbligo per le vaccinazioni previste dalla legge, dal 1999 in avanti anche i bambini non vaccinati possono essere iscritti a scuola. L’ambito applicativo del D.P.R., oltre a limitarsi ad eliminare solo una conseguenza derivante dall’inadempimento dell’obbligo vaccinale, è limitato alla sola scuola dell’obbligo, con la conseguenza che non può trovare applicazione in riferimento all’accesso agli asili per l’infanzia (come infatti è accaduto con la sentenza del TAR per il Friuli, relativa all’ammissione di un bambino ad un asilo comunale).
L’accordo raggiunto tra Ministero e Regioni punta ora a reintrodurre con una legge nazionale l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione alla scuola materna su tutto il territorio nazionale. È importante sottolineare il fatto che, a partire dalla Riforma del Titolo V della Costituzione avvenuta nel 2001, la tutela e il diritto della salute è materia che rientra nell’ambito della competenza concorrente tra Stato e Regioni. Questo significa che sia lo Stato sia le Regioni possono emanare delle leggi in materia di salute ed è per questo motivo che non vi è uniformità nell’ambito delle norme sulle vaccinazioni.
Alcune Regioni come Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana sono tornate all’obbligatorietà delle vaccinazioni, rendendole un requisito fondamentale per ammettere i bambini negli asili comunali.
Ma nel resto del mondo qual è il parere relativo alle vaccinazioni? Nel 2010 è stata svolta un’indagine in 29 Paesi, condotta da Venice (Vaccine European New Integrated Collaboration Effort, network che si è posto come obiettivo quello di avere una visione completa degli obblighi vaccinali presenti nel mondo) e pubblicata sulla rivista Eurosurvellance. Da tale indagine è emerso che 14 dei 29 Paesi hanno almeno una vaccinazione obbligatoria nel loro programma, mentre gli altri 15 non ne hanno alcuna: Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Così, anche l’Europa si è dotata di un European Vaccine Action Plan 2015-2020, adottato all’unanimità il 17 settembre 2014 con lo scopo di raggiungere un uguale livello di copertura vaccinale nei vari Paesi.
Senza voler entrare nel merito del dibattito tra i promotori del sì e i promotori del no, pare opportuno sottolineare il fatto che chiunque decida di intraprendere una strada piuttosto di un’altra deve essere consapevole di eventuali rischi a cui si può andare incontro. Le preoccupazioni dei genitori legate alla salute dei propri figli sono comprensibili ed è normale cercare di adottare la soluzione che si ritiene migliore, ma proprio per questi motivi è meglio valutare attentamente e in modo dettagliato benefici e rischi della scelta che si vuole fare. Informarsi, sempre.
Giada Barbieri
Normativa di riferimento
Ministero della Salute. Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017/2019: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2571_allegato.pdf
Convenzione di Oviedo: http://www.iss.it/binary/coet/cont/ConvOviedo.1128329819.pdf
European Vaccine Action Plan 2015-2020: http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/vaccines-and-immunization/publications/2014/european-vaccine-action-plan-20152020-2014
Circolare Ministeriale del 23 settembre 1998: https://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/1998/cm23998.shtml
Legge n. 891 del 1939 sulla vaccinazione antidifterica: http://www.comilva.org/wp-content/uploads/2014/09/R_Legge_6.6.1939_n.891.pdf
Legge n. 292 del 1963 sulla vaccinazione antitetanica: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1968/04/19/068U0419/sg;jsessionid=f3F-F7suzDTpxerJkZAx1w__.ntc-as4-guri2b
Legge n. 51 del 1966 sulla vaccinazione antipoliomielitica: http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:Legge:1966-02-04;51
Legge n. 165 del 1991 sulla vaccinazione contro l’epatite B: http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1991-06-01&atto.codiceRedazionale=091G0201&elenco30giorni=false
D.P.R. n. 355 del 1999: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1999/10/15/099G0427/sg
Giurisprudenza di riferimento
TAR Friuli Venezia Giulia, sentenza n. 20 del 16 gennaio 2017: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato382813.pdf
Sitografia
Altalex. Vaccini obbligatori: tutti contro Nogarin. Ma cosa dice la legge?: http://www.altalex.com/documents/news/2017/02/01/vaccini-obbligatori-tutti-contro-nogarin-ma-cosa-dice-la-legge
ANSA. Vaccini. Dal 1999 nessun obbligo per andare a scuola: http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2017/01/26/ansa-scheda-vaccinida-1999-nessun-obbligo-per-andare-a-scuola_29f431f0-313d-46d1-ae2f-9f8b2974c4f1.html
Saluteinternazionale.info. Diritto alla salute e Riforma del Titolo V. Di Nino Cartabellotta, 13 maggio 2015: http://www.saluteinternazionale.info/2015/05/salute-riforma-del-titolo-v/
AA. VV. (2012). Mandatory and recommended vaccination in the EU, Iceland and Norway: results of the VENICE 2010 survey on the ways of implementing national vaccination programmes. In Eurosurveillance.org, 31 maggio 2012: http://www.eurosurveillance.org/images/dynamic/EE/V17N22/art20183.pdf
Ministero della Salute. In Gazzetta Ufficiale il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019. Tutte le novità: http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=2803
Sito ufficiale del Progetto VENICE III: http://venice.cineca.org/
La Stampa. Vaccini in Europa. Verso l’immunizzazione globale. Di Nicla Panciera, 22 ottobre 2015: http://www.lastampa.it/2015/10/22/scienza/speciali/vaccini/i-vaccini-in-europa-i-piani-per-limmunizzazione-globale-YeXfA2y4Kf911C3RQ7YT1I/pagina.html