Durante i mesi della pandemia da Covid-19 più che mai i genitori si sono ritrovati ad affrontare a pieno le emozioni dei loro figli. Ci si chiede dunque, come hanno reagito gli adulti davanti all’espressione di rabbia, di paura e di tristezza dei bambini nel periodo del lockdown? Qual è stato il loro atteggiamento? In psicologia le idee che i genitori hanno sulle proprie emozioni e sulle emozioni dei propri figli è detta meta-emozione.
Le emozioni, il contesto culturale e i genitori
Le emozioni di base (la tristezza, la felicità, la rabbia, la paura, disgusto) e la loro espressione, assumono un diverso significato in base al contesto culturale, infatti l’espressione di determinate emozioni è considerata positiva o negativa rispetto alla cultura nella quale viene manifestata (Markus e Kitayama, 2000). Il modo in cui il bambino interpreterà il mondo e interagirà con gli altri, sarà influenzato dal modo in cui gli adulti gli avranno presentato le emozioni durante l’infanzia (Saarni e Lewis, 1985) e da come avranno compreso e interpretato i suoi stati emotivi in modo tempestivo (Bowlby, 1907-1990).
Lo sviluppo emotivo dei bambini è interconnesso alla cultura circostante, al tipo di relazione instaurata con il bambino da chi se ne prende cura (caregiver) e dalla “filosofia meta-emotiva” (Gottman, Katz e Hooven, 1995). In base al tipo di filosofia meta-emotiva assunta dai propri genitori, i bambini avranno ottenuto diverse reazioni dei loro caregivers e diversi insegnamenti sul come considerare, affrontare e gestire le emozioni negative provate durante la pandemia.
Le idee dei genitori sulle proprie emozioni e sulle emozioni dei loro figli
La meta-emozione si riferisce alle idee che le persone elaborano sulle emozioni proprie e altrui. Riguarda, dunque, i pensieri e i sentimenti che un individuo formula sulle emozioni stesse e quindi, le idee, i sentimenti che i genitori sviluppano nei confronti dello stato emotivo dei propri figli. Il modo in cui il bambino andrà ad esprimere, comprendere e regolare le emozioni, sarà influenzato in parte dai genitori. Le sue idee e i suoi sentimenti nei confronti delle emozioni, si svilupperanno in base a come queste vengono considerate e gestite dai genitori quotidianamente. Anche il modo in cui l’adulto fronteggia le sue stesse emozioni inciderà sull’idea che il bambino stesso formulerà su di esse.
Secondo la filosofia della meta-emozione (Gottman, Katz e Hooven,1997) se l’adulto ritiene che la paura sia un’emozione da evitare, molto probabilmente anche l’idea del figlio sarà la stessa. Di conseguenza quindi, durante questo periodo, i genitori che considerano la paura in questo modo, avranno cercato, attraverso diversi comportamenti, di distrarre il proprio figlio nel momento in cui quest’ultimo avrà espresso questa emozione.
Due tipi di filosofia meta-emotiva
La filosofia meta-emotiva in correlazione con i diversi stili educativi, guida gli adulti nell’approccio con il bambino in modi del tutto differenti, andando ad influire sulla meta-emozione di quest’ultimo e quindi sull’idea che egli avrà su ogni singola emozione e sul suo sviluppo socio-emotivo. Sono stati individuati due tipi di filosofia meta-emotiva: la philosophy emotion coaching e la dismissing meta-emotion philosophy.
La philosophy emotion coaching
La philosophy emotion coaching si contraddistingue prima di tutto per il grado di consapevolezza che i genitori hanno riguardo alle proprie emozioni e che quindi guida il comportamento e l’atteggiamento di questi nei confronti del proprio stato emotivo e di quello del bambino. Essi essendo a stretto contatto fin da subito con il bambino trasmettono tutte le loro conoscenze (che dipendono anche dal contesto culturale) riguardo alle emozioni, veicolando modelli espressivi di quest’ultime, trasmettendo informazioni a riguardo e contribuendo e incidendo sullo sviluppo della competenza emotiva, rendendo i loro figli in grado di regolare in modo migliore il loro stato emotivo e di conseguenza di essere più abili nelle interazioni sociali con i pari e più competenti socialmente.
Questi genitori sono consapevoli delle proprie emozioni sia positive che negative e sono in grado di individuarle anche nei loro figli e possono essere considerati come allenatori di emozioni (Gottman, Katz e Hooven, 1996). Sono genitori che considerano le emozioni come occasioni di insegnamento e si impegnano a dare significato alle emozioni, aiutando il bambino nella verbalizzazione di quest’ultime, senza sottovalutarle o negarle, ma mostrandosi propensi al confronto. Questo concetto va al di là del modo di fare premuroso da parte del genitore. Per esempio le pratiche parentali orientate solo alle emozioni positive, non indica che i genitori siano in grado di riconoscere e accettare l’emozione del bambino.
Un genitore che si mostra sensibile e attento allo stato emotivo negativo del bambino, nonostante voglia aiutare quest’ultimo, è possibile che lo faccia sottovalutando l’emozione o negandola affinché venga superata in fretta. Ad esempio, se durante il periodo di lockdown il bambino ha mostrato tristezza perché non poteva andare a giocare a pallone nel cortile, molto probabilmente il genitore avrà cercato di distrarlo suggerendogli un altro gioco, senza dare spazio alla sua emozione e senza contenerla. Questo modo di fare lo si può associare, al secondo tipo di filosofia emotiva , la Dismissing Meta-emotion Philosophy.
La dismissing meta-emotion philosophy
I genitori che non sono capaci di assistere il bambino nel momento in cui questo fa esperienza di emozioni negative, ma sono più orientati verso un approccio che ha l’obiettivo di superare in fretta la situazione circostante, assumono la prospettiva della dismissing meta-emotion philosophy. Essi mettono in atto strategie volte a distrarre il figlio, spostando il focus di attenzione dimostrando spesso intolleranza verso alcune emozioni. L’insofferenza dei genitori, spesso può condurli a strategie di punizione, provocando nel bambino un senso di inadeguatezza. Per molti di questi genitori, le emozioni devono essere evitate e minimizzate. Il mondo delle emozioni negative è visto come pericoloso (Gottman, Katz e Hooven; 1996). Lo stile educativo di questi genitori è orientato al rimprovero e alla punizione, in risposta ad espressioni emotive non gradite, come la rabbia e la tristezza, portando a conseguenze sullo sviluppo della competenza emotiva.
Lo stile genitoriale e le emozioni dei bambini
È stato verificato attraverso uno studio sperimentale (150 genitori e 53 bambini) che i bambini con genitori che hanno assunto uno stile educativo orientato all’accettazione delle emozioni positive e negative dei propri figli, sono bambini che possiedono una maggiore capacità di mettersi nella prospettiva dell’altro e soprattutto di comprendere il pensiero e le emozioni altrui (Tata F., rel. Cigala A., 2020). Questi bambini utilizzano maggiormente strategie di coping di fronteggiamento, affrontando dunque le problematiche e cercando aiuto nei momenti di difficoltà, e meno strategie di coping di evitamento del problema. Infine, questi bambini risultano avere maggiore capacità di regolazione delle emozioni.
Si può dire dunque che una socializzazione emotiva appropriata e quindi una emotion coaching philosophy, va ad influire positivamente sulla capacità dei più piccoli di assumere la prospettiva dell’altro e di regolare le proprie emozioni in base al contesto e di conseguenza di mettere in atto più comportamenti prosociali. Tutto ciò, come la letteratura afferma (Hooven, Gottman e Katz, 1996), va di conseguenza ad incidere sulla competenza sociale del bambino e sulle relazioni interpersonali da lui intraprese.
Alcune reazioni ipotetiche messe in atto dai genitori nel periodo del lockdown
Per comprendere meglio la differenza tra le due filosofie e per capire dunque quali potrebbero essere state le reazioni dei genitori davanti alle emozioni negative dei propri figli durante questo lungo periodo difficile, cercheremo di utilizzare un esempio concreto prendendo spunto dagli item presenti nel test utilizzato per valutare la filosofia meta-emotiva dei genitori, l’Emotion-Related Parenting Style-ERPS (Peterson et al. 2012).
Immaginiamo che durante il lockdown, un bambino abbia mostrato ai suoi genitori l’emozione della tristezza. Come potrebbero essersi comportati i genitori che assumono le diverse filosofie? I genitori che appartengono alla philosophy emotion coaching, avranno interpretato quel momento come un’occasione per educare il proprio figlio alle emozioni, comportandosi come veri e propri allenatori emotivi. Molto probabilmente quindi avranno deciso di sedersi con il proprio bambino e di parlare della sua tristezza, cercando di indicargli il miglior modo di esprimere e regolare le emozioni negative e quindi in questo caso, come gestire la tristezza. Alcuni genitori che appartengono alla dismissing meta-emotion invece, molto probabilmente avranno cercato di respingere l’espressione emotiva del bambino, interpretando quella esperienza come un momento da superare in fretta. Altri saranno riusciti a comprendere lo stato emotivo del bambino sentendosi disorientati e cercando di spostare l’attenzione su di un altro focus. Altri genitori infine, sempre appartenenti alla dismissing meta-emotion, avranno messo in atto un atteggiamento di accettazione dell’emozione negativa, ma non avranno insegnato al bambino come gestire e regolare la tristezza.
Francesca Cettina Tata
Bibliografia
Denham S., “When I have a Bad Dream, Mommy Holds Me”: Preschoolers’ Conceptions of Emotions, Parental Socialisation, and Emotional Competence, in International Journal of Behavioral development,1997.
Denham S.A., Lo sviluppo emotivo nei bambini, AstrolabioUbldini Editore, Roma,2001.
Fruggeri L., Famiglie d’oggi, quotidianità, dinamiche e processi psicosociali, Carocci Editore, 2019.
Gottman J.M., Hooven C., Katz L.F., “Meta-Emotion Philosophy and Family Functioning: Reply to Cowan (1996) and Eisenberg (1996)”, in Journal of Family Psychology, 1996.
Gottman J.M., Hooven C., Katz L.F., “Parental Meta-Emotion Philosophy and the Emotional Life of Families: Theoretical Models and Preliminary Data”, in Journal of Family Psychology, 1996.
Kitayama S., Markus H.R., “Culture, Emotion, and Well-being: Good feelings in Japa and the United States”, in Cognition and Emotion, 2000.
Lewis-Saarni, “The socialization of Emotion”, in European Journal of Developmental Psychology, 1985.
Contini, M., “Davanti al dolore dei bambini”, in Bambini, 2004.
Peterson, et al., Emotion-Related Parenting Style-ERPS, 2012.
Tata F., Cigala A., Socializzazione emotiva parentale e sviluppo della comprensione emotiva in età prescolare: uno studio sperimentale, Università di Parma, 2020.