Pensi che gli altri ti sopravvalutino? Cos’è la Sindrome dell’Impostore?

La sindrome dell’impostore è una teoria sviluppata da Pauline R.l Clance e Suzanne A. Imes nel 1978. Le autrici descrivono il “fenomeno dell’impostore come un’esperienza interiore di falsità intellettuale”. Le due psicologhe descrissero 150 donne di grande successo in questo modo: «nonostante le lauree ottenute, i voti scolastici, i grandi risultati nei test standardizzati, gli elogi e il riconoscimento professionale di colleghi e autorità rispettate… non provano interiormente un senso di successo. Si considerano delle impostore» (Mann, 2021:12). Queste donne avevano la convinzione di aver ottenuto successo, non grazie al loro impegno, ma perché qualcuno le aveva sopravvalutate o addirittura aveva commesso errori durante il processo di selezione che portò a sceglierle (Clance, Imes, 1978).

Clance e Imes definiscono tre caratteristiche tipiche del fenomeno dell’impostore:

  1. La credenza che le altre persone abbiano una concezione esagerata delle nostre competenze;
  2. La paura di essere scoperti come imbroglioni e che questo venga divulgato ad altri;
  3. L’attribuzione del proprio successo a cause esterne (fortuna, incompetenza dell’altro nel valutare) oppure all’esagerato impegno personale.

La sindrome dell’impostore è, quindi, un’esperienza che molte persone sperimentano in alcune occasioni della loro vita, anche se non soddisfa i criteri clinici per una sindrome psicologica, la quale è definita come un gruppo di sintomi che causano un intenso disagio o interferiscono con la capacità di una persona di funzionare (Anderson, 2016).

In quali situazioni si può verificare l’esperienza dell’impostore?

I momenti in cui è più facile incappare in questa esperienza sono vari, ad esempio la si può sperimentare nel momento in cui ci qualifichiamo per la prima volta (la prima laurea, il primo certificato professionale, l’attestato che ci legittima a praticare la professione scelta). Un’altra esperienza comune è quando iniziamo un nuovo percorso di studi o quando riceviamo una promozione al lavoro. In questo ultimo caso, per fare un esempio, potremmo essere propensi a credere, che quella promozione non sia del tutto meritata, e potremmo essere travolti dal timore che gli altri possano scoprirlo in qualche modo e screditarci per questo (Mann, 2019).

Chi è più a rischio di cadere nella Sindrome dell’Impostore?

Secondo Valerie Young, ricercatrice che ha dedicato molto tempo allo studio della sindrome, alcune categorie di persone sarebbero più vulnerabili alla sindrome, come ad esempio gli studenti, che possono convincersi che gli altri siano più competenti e si impegnino più di loro, gli accademici, le persone che appartengono a gruppi minoritari, i figli di genitori che hanno avuto grande successo, lavoratori automoni e personaggi famosi (Young, 2011). 

Come facciamo a capire se abbiamo la sindrome dell’impostore?

Valerie Young (2011) identifica cinque tipi di impostori:

  1. Il perfezionista: progetta il raggiungimento di obiettivi talmente elevati da non poterli mai raggiungere, per cui il fallimento genera la sensazione di non essere all’altezza, mentre il successo porta al pensiero “avrei potuto far di meglio“.
  2. Il superuomo e la superdonna: devono essere straordinari in qualsiasi cosa e per loro tirarsi indietro è un segno di debolezza.
  3. Il talento naturale: apprende nuove competenze con facilità, ma non si sente sicura di sé quando ha davanti obiettivi difficili da raggiungere, perché se ci si impegna non si è abbastanza talentuosi. Per queste persone la regola è “farcela al primo colpo.
  4. L’individualista: fa tutto da solo, teme chiedere aiuto perché ciò potrebbe esporre la sua incompetenza..
  5. L’esperto: viene definito esperto dagli altri ma non sente di meritarlo. Per essere esperti bisogna sapere tutto su un argomento ma dato che non è possibile, la persona si sente un impostore. 

L’attore Tom Hanks ha recitato in oltre 70 film e spettacoli televisivi e ha vinto due Oscar, eppure in un’intervista si chiede: “Quando scopriranno che, in realtà, sono un imbroglione e mi porteranno via tutto?” (NPR, 2016). Dietro questa domanda che può sembrare ironica, è possibile che si nasconda l’esperienza dell’impostore?

Barbara MarinoBarbara Marino

Info

 

 

 

Bibliografia

Clance, P. R., Imes, S. A., (1978), “The imposter phenomenon in high achieving women: Dynamics and therapeutic intervention”, in Psychotherapy: Theory, Research & Practice, 15(3)

Mann, S., (2021), La sindrome dell’impostore. Perché pensi che gli altri ti sopravvalutino, Milano, Feltrinelli Editore

Young, V., (2011), The Secret Thoughts of Successful Women: Why Capable People Suffer from the Impostor Syndrome and How to Thrive in Spite of It, Crown Publishing

Sitografia

Anderson L.V. (2016) Feeling like an impostor is not a syndrome: http://slate.com/business/2016/04/is-impostor-syndrome-real-and-does-it-affectwomen-more-than-men.html

NPR, (2016) Tom Hanks says self-deboubt is “A hight-wire act that we all walk”: https://www.npr.org/2016/04/26/475573489/tom-hanks-says-self-doub-is-a-high-wire-act-that-we-all-walk

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