“A Chiara una bella bambola e al fratellino una macchinina!”.
“Vorresti studiare fisica? Bella sfida per una ragazza!”.
“Non si piange tesoro. Fai vedere che sei un maschietto forte!”.
Quante volte abbiamo sentito, o pronunciato, queste frasi in maniera del tutto automatica senza renderci conto che queste espressioni quotidiane nascondono degli stereotipi di genere ben radicati? L’origine dei ruoli di genere, potrebbe essere ricercata nell’evoluzione della specie umana.
Alcune teorie supportano infatti una visione evoluzionistica delle differenze di genere: quando lo svolgimento delle attività quotidiane doveva garantire la sopravvivenza della specie, era fondamentale dividere i compiti in base alle caratteristiche fisiche: la forza muscolare e le maggiori dimensioni corporee degli uomini sembra possano essere state idonee all’attività di caccia; mentre, gestazione, parto ed allattamento richiamavano di conseguenza la cura dei bambini per le donne (Eagly, Wood, 2012). La spiegazione della primitiva divisione del lavoro da parte della prospettiva evoluzionistica ha però prodotto nel tempo delle credenze sui ruoli di genere, cioè percezioni sui ruoli sociali di uomo e donna, che si sono poi trasmesse tra le generazioni.
Come si sono trasmessi fino ad oggi?
Un’importante fonte di influenza proviene sicuramente dal contesto familiare. I caregiver sono le figure maggiormente responsabili della trasmissione, dello sviluppo e del rafforzamento di atteggiamenti relativi al genere. In particolar modo, essi trattengono un grande potere nel rinforzo di comportamenti dei propri figli, poiché tendono ad incoraggiarli nell’intraprendere attività stereotipicamente associate al genere (Lytton, Romney, 1991).
Un’ulteriore fonte di trasmissione è rappresentata dai mass media: Goffman (1978) ha confermato che il mondo della pubblicità assegna ruoli che rispecchiano i tradizionali stereotipi di genere. Alle donne infatti vengono associati ruoli decorativi e sessualizzati contenuti all’interno di spot di cibi, cosmetici e detersivi. Agli uomini invece vengono attribuiti momenti pubblicitari che ritraggono attività di avventura, di prestigio e di coraggio.
Che impatto hanno sulla salute mentale e fisica?
Questo potrebbe avere delle conseguenze psicologiche avverse, sia dal punto di vista personale che sul versante professionale: per quanto riguarda le donne, il rinforzo di stereotipi di genere può ridurre le prestazioni professionali, spegnere le aspirazioni di successo e condizionare negativamente la percezione positiva di sé; per gli uomini invece, gli ideali culturali di mascolinità sostenuti dalla pubblicità, possono causare ansia, scarsa fiducia in sé e problemi di salute. Per uomini e donne, l’idealizzazione del corpo tramite la pubblicità, è correlata a un’inferiore soddisfazione corporea e ad un decremento dell’autostima (Eisend, 2019).
L’emergenza sanitaria ristretta che abbiamo vissuto durante la Pandemia da Covi-19 ha rappresentato un terreno fertile per molti studi, come il filone di ricerca relativo alla divisione dei compiti domestici tra coppie etero nel periodo di lockdown. Nonostante le coppie siano state forzate a rimanere a casa, e la maggior parte dei lavoratori ad organizzare i compiti professionali da remoto, pare non ci sia stata alcuna modifica sul carico di lavoro domestico e che ciò non venga minimamente messo in discussione (Rania, Coppola, Lagomarsino, Parisi, 2020).
Che peso hanno sulle scelte professionali e sulla carriera?
Gli effetti della prevalenza di un modello tradizionale dei ruoli di genere non influisce soltanto sulla divisione di responsabilità all’interno delle mura domestiche, ma ha anche un grande esito sull’orientamento lavorativo, e quindi, sulle scelte di carriera. Sia uomini che donne tendono a scegliere ambiti lavorativi che confermano le identità ideali della società. Di conseguenza, le donne spesso si trovano in condizioni salariali inferiori perché rinunciano a professioni e status contro-stereotipici, e gli uomini con stipendi maggiori, dettati dal conseguimento di obiettivi professionali più ambiziosi (Judge, Livingston, 2008).
Non a caso, anche tra professionisti con attività analoghe, le performance delle donne al lavoro, vengono premiate meno rispetto a quelle degli uomini; le prestazioni maschili infatti vengono ricompensate con bonus e promozioni quasi 14 volte più positivamente rispetto alle donne e le differenze di salario tra professionisti e professioniste è notevole. Relativamente agli uomini invece, le eccessive aspettative di risultato sono correlate a uso di alcol e droghe, comportamenti sessuali eccessivi, dipendenza da gioco d’azzardo e alla tendenza a mettere in atto azioni rischiose, come guidare in modo pericoloso (Ellemers, 2018).
Le aspettative sociali nei confronti delle donne riguardano il ruolo di genitore; d’altronde, è noto che sia dominante la convinzione che una donna è più adatta al ruolo di mamma che a quello di lavoratrice. In accordo con ciò, le donne con figli spesso si vedono interrompere i loro contratti di lavoro o vengono portate al punto di abbandonare il loro ruolo professionale (Bertolini, Musumeci, 2014). Addirittura, ancor prima di ricoprire un ruolo professionale, gli stereotipi di genere influenzano i processi di reclutamento del personale: nel setting di selezione, o addirittura di pre-selezione, i livelli di competenza percepiti da un CV o da una lettera di presentazione risentono del fatto che a candidarsi sia un uomo oppure una donna.
Le attribuzioni di competenza in base al genere si ripercuotono soprattutto sulla minore possibilità delle donne di ottenere posizioni lavorative prestigiose (Ellemers, 2018), dal momento che ancora oggi la competenza è un costrutto associato tipicamente al genere maschile. Molti studi eseguiti nel tempo hanno confermato che, se le persone percepiscono un alto livello di aspettative proveniente dall’esterno, è possibile che sperimentino livelli di ansia tali da compromettere la performance, confermando ancor di più lo stereotipo che erano intenzionati a smentire. La maggior parte dei lavori mirano ad esaminare le abilità delle donne in compiti matematici o di capacità spaziali all’interno di un contesto minacciato, ovvero una condizione in cui viene reso evidente lo stereotipo riferito alle donne (Wulandari, Hendrawan, 2021).
Le ricerche ci mostrano che, quando si introduce una minaccia provocata dallo stereotipo di genere durante la risoluzione di un test, effettivamente le donne registrano punteggi inferiori rispetto agli uomini. Gli esiti dunque, ci dimostrano che le donne subiscono ancora le conseguenze dello stigma sulla competenza in alcuni ambiti (Mcgrane, 2022). Alcuni di questi lavori hanno esaminato anche gli effetti della minaccia indotta dallo stereotipo relativa però al genere maschile, proponendo compiti di performance di lettura, scioltezza verbale e di sensibilità sociale: quest’ultimo in particolare ha dimostrato che, dopo aver subito la minaccia, i partecipanti uomini hanno avuto risultati peggiori al compito rispetto alle donne (Wulandari, Hendrawan, 2021).
Le attribuzioni di competenza su uomini e donne che derivano da credenze stereotipate fanno sì che le donne siano viste come meno adatte allo studio delle scienze e che gli uomini siano considerati inadeguati a ricoprire ruoli professionali incentrati sulle relazioni (Ellemers, 2018). Una simile riflessione fa emergere l’intreccio tra credenze sociali e mondo lavorativo, capaci di soffocare opportunità e pregressi economici, ma soprattutto umani.
Desirè Spagnolello
Bibliografia
Bertolini, S., Musumeci, R. (2014). Diventare genitori in tempi di crisi: verso una ritradizionalizzazione dei ruoli di genere. Sociologia Italiana. AIS Journal of Sociology, 4.
Eagly, A. H., Wood, W. (2012). Social Role Theory. P. van Lange, A. Kruglanski, & T.E. Higgins,(Eds.), Handbook of theories in social psychology
Eisend, M. (2019). Gender Roles. Journal of Advertising, 48:1
Ellemers, N. (2018). Gender stereotypes. Annual review of psychology, 69
Goffman, E. (1978). Gender Advertisements. Cambridge, MA: Harvard University Press.
Judge, T. A., Livingston, B. A. (2008). Is the gap more than gender? A longitudinal analysis of gender, gender role orientation, and earnings. Journal of applied psychology, 93(5)
Lytton, H., Romney, D. M. (1991). Parents’ differential socialization of boys and girls: A meta-analysis. Psychological bulletin, 109(2)
Mcgrane, C. (2022). Student Experiences with Stereotype Threat in Undergraduate Mathematics. Conference: Special Interest Group of the MAA on Research in Undergraduate Mathematics Education (SIGMAA on RUME).
Rania, N., Coppola, I., Lagomarsino, F., Rosa, P. (2020). Lockdown e ruoli di genere: differenze e conflitti ai tempi del covid-19 in ambito domestico. La camera blu. Rivista di studi di genere, (22).
Wulandari, S., Hendrawan, D. (2021). Trust your Abilities More than the Stereotype: Effect of Gender-stereotype Threat and Task Difficulty on Word Production, Clustering, and Switching in Letter Fluency. Pertanika Journal of Social Sciences and Humanities, 28(4)