Sempre più, negli ultimi anni, il problema del gioco d’azzardo si sta rivelando complesso e di difficile gestione. Esistono centri creati con il solo scopo di “disintossicare” i dipendenti dal gioco d’azzardo, proprio come si farebbe con i tossicodipendenti.
Ma come mai questo particolare tipo di gioco è così attraente, tanto da poter generare vere e proprie dipendenze patologiche? E, nonostante nelle dipendenze entrino in gioco molti fattori personali, perché risulta così difficile staccarsene?
Una buona parte della risposta potrebbe essere nascosta in un principio di apprendimento molto primitivo, presente non solo in noi ma in moltissime specie animali, studiato approfonditamente intorno agli anni ’50 da Bhurrus Frederic Skinner.
Skinner era convinto che la libertà di scelta fosse solo un’illusione e che in realtà ogni comportamento, umano o animale, derivasse da precedenti interazioni con l’ambiente, che avevano provocato una risposta piacevole o spiacevole: se la risposta era stata piacevole, il comportamento si sarebbe ripetuto, altrimenti lo si sarebbe abbandonato. Questo è il principio dell’apprendimento per rinforzo, su cui Skinner basò tutti i suoi studi.
Ma come si applica questo principio al gioco d’azzardo?
Tra i numerosi esperimenti sull’apprendimento per rinforzo di Skinner, uno risalta in particolare: lo studioso si rese conto che il modo in assoluto più efficace per far sì che un animale producesse un dato comportamento, era quello di fornire un premio per quel comportamento a intervalli del tutto casuali. Questo metodo per premiare un comportamento è chiamato “rinforzo a rapporto variabile” (qui altri esempi di come viene usato).
L’esperimento di Skinner si svolse sui topi: inizialmente, quando questi premevano una leva, veniva loro dato del cibo. Con questo metodo, i topi si limitavano a premere la leva quando avevano fame.
Ma se il cibo veniva dato dopo un numero casuale di pressioni, allora i topi premevano la leva con una frequenza molto maggiore, e per molto più tempo, al fine di ottenere il cibo. Il parallelo con il gioco d’azzardo è ora evidente: basti pensare alle slot machine, che elargiscono il loro premio in maniera del tutto casuale, o anche a tutte le altre forme di gioco d’azzardo, in cui la possibilità di essere premiati è legata totalmente al caso.
Le slot machine in particolare sono programmate appositamente per premiare i giocatori quel tanto che basta a rinforzare il comportamento di gioco.
Il meccanismo è così efficiente e funziona tanto bene che nonostante i giocatori più “esperti” si rendano conto che sia matematicamente impossibile guadagnare, continuano a giocare.
Bibliografia
Daniel L. Schacter, Daniel T. Gilbert, Daniel M. Wegner.(2011), Schedules of Reinforcement. Psychology second edition.