Le emozioni nella società moderna vengono promosse di frequente come un vissuto estremizzato, in cui vi è un totale distacco oppure una grande enfasi delle affettività; tale modalità potrebbe essere paragonabile a quella di un adolescente. L’adolescente vive un’intensità emotiva notevole e ne risalta le caratteristiche credendo che sia l’unica procedura adoperabile. Una relazione amorosa tra due individui con queste modalità può rivelarsi problematica.
Ci poniamo quindi il quesito: vale davvero la pena amare come un adolescente?
In adolescenza tutti abbiamo amato o ci siamo infatuati di qualcuno. L’aumento ormonale e la scoperta della propria sessualità accompagna la crescita e la definizione fisica e psichica. La definizione di sé, della consapevolezza e dell’integrazione nella propria identità di un corpo sessuato avviene probabilmente in maniera facilitata per i maschi rispetto alle femmine grazie alle erezioni e polluzioni notturne (cfr. Mills, 2011). La certezza è che ad un certo punto durante la pubertà si inizia a provare attrazione reciproca. I sentimenti sono impetuosi, travolgenti e totalizzanti. L’amato è l’incarnazione della perfezione. L’idealizzazione della relazione con il proprio partner porta a vivere emozioni molto forti. Qui scaturiscono sentimenti molto intensi come la gelosia che l’adolescente vive come la verità a cui fare riferimento e su cui fonda la sua realtà di coppia. I giovani fidanzati possono vivere la loro prima relazione come l’amore della vita e vi investono anima e corpo. Sono le emozioni a dominare il rapporto tra i due giovani e sono sempre le emozioni a lasciarli in un continuo stato di insicurezza sui desideri dell’altro. Così facendo gli adolescenti si trovano di fronte ad una dicotomia. Da un lato la relazione che si vive viene vista come perfetta, dall’altro, al contrario, prevalgono sentimenti molto forti d’inadeguatezza nei confronti del partner (cfr. Kernberg, 1995).
L’investimento nella persona amata viene vissuto come un alibi nel quale tutti i comportamenti sono concessi. Questo è quello che appare essere il messaggio che oggigiorno si è diffuso ma tali comportamenti sia al di fuori dell’adolescenza che durante possono portare a molteplici problemi tra i quali quelli legali allo stalking (cfr. Penati, 2011).
Nonostante i sentimenti travolgenti, i giovani sono meno disposti a cedere sulle proprie posizioni, a meno che non si annullino totalmente (cosa valida anche per gli adulti). Una modalità adulta di vivere l’amore è quella di voler tendere al dialogo e alla cooperazione con il partner per trovare compromessi in modo da valorizzare l’impegno che entrambi investono nella relazione e poter realizzare la realtà che i due andranno a condividere (cfr. Mitchell, 2002). Questa creazione di significato implica una progettualità sul lungo periodo, costellato da sotto-obiettivi concreti, cosa che alle giovani coppie manca. Essere convinti che il proprio partner sia l’amore della propria vita non completa da solo l’obiettivo a lungo termine, il sentiero è costellato da molti punti da raggiungere che il giovane non riesce a visualizzare. Il vissuto d’amore di un adolescente è idealizzato in modo romantico. Il giovane pensa al proprio amato/a tutto il giorno, ogni attività è dedicata a lui e anche prima di addormentarsi il suo pensiero lo tiene sveglio.
Ogni azione del partner è perfetta e questo porta a un tipo di relazione disfunzionale con uno spostamento di potere a una persona sola della coppia. Oppure vi può essere una visione opposta: vedere l’altro come assolutamente inadeguato e volerlo cambiare. Ridimensionare le aspettative nei confronti del partner è un processo naturale che si raggiunge con l’età adulta. All’amato non viene più affidato lo status di “infallibile”, ma di persona che coopera nella creazione di una coppia. Le persone coinvolte in una relazione non cercano più di modificare i comportamenti e i tratti caratteristici dell’altro, ma ne hanno un’immagine sovrapponibile a quella reale piuttosto che idealizzata. Le diversità vengono affrontate dagli individui con un’ottica propositiva e collaborativa (cfr. Howell & Jones, 2005). Charmet e Turuani (2014) in contrasto con quanto appena affermato, sostengono che l’adolescente abbia una modalità differente d’investimento in una relazione di coppia; egli possiede uno stile prevalentemente fragile e spavaldo. Nell’era moderna l’attribuzione di significato all’atto di fidanzamento non connota più l’assunzione di responsabilità e di passaggio al mondo adulto come avveniva in passato. Ora, secondo gli autori, si è istruiti dalla famiglia ad amare ed a pretendere di essere amati non vivendo più l’amore sentimentale come un tempo, ma con uno stile narciso, fragile e spavaldo.
Anche la scelta del partner incide, inoltre, sul rapporto stesso. Nulla avviene per caso ed è naturale orientarsi verso persone che si pensa facciano più al caso nostro (cfr. Mills, 2011). I cambiamenti degli ultimi decenni, come l’emancipazione femminile e i cambiamenti di carattere sociale, economico e lavorativo, hanno lasciato spazio a relazioni adulte e ad amori vissuti in maniera più cauta, ma più consapevole e autonoma. La scelta coinvolge molti fattori ed è naturale che il partner risponda a diverse esigenze quali quelle socioeconomiche, familiari, di affinità e di piacere fisico. Un aspetto potrebbe prevalere sull’altro a seconda dei valori, dei comportamenti e del mandato familiare di riferimento (cfr. Carli, 1994). La scelta del partner con il quale iniziare una relazione dovrebbe venir fatta da ognuno in piena consapevolezza e responsabilità. Proprio la mancata definizione di sé dell’adolescente lo porta a non poter valutare in maniera pienamente consapevolmente la scelta del proprio compagno/a e ad amare nelle relazioni con delle modalità “adolescenziali” che possono nuocere sia lui che l’altro (cfr. Mills, 2011).
Il cambiamento dei modi in cui si vivono le relazioni ed il cambiamento delle persone sono un processo normale nella crescita individuale che muta nel tempo. Questo processo può essere inficiato da diverse cause come la mancata separazione-individuazione, da psicopatologie oppure da un trauma profondo lasciando l’adulto ancorato alle modalità adolescenziali (Carli, 1994). Inoltre, è irrealistico pensare che una persona cambierà totalmente come lo è credere che rimarrà esattamente uguale. I cambiamenti dell’ambiente e degli individui costringono un continuo adeguamento che la coppia può affrontare attraverso il dialogo e la cooperazione fondata sul sentimento di amore reciproco. Pensare di rimanere in una relazione solo sulla base della realtà che si costruisce sui sentimenti può risultare disfunzionale a causa di aspettative irrealistiche che non troveranno accoglimento nel lungo periodo e al mutare degli eventi esterni. Sia l’amore idealizzato/svalutato che l’amore narciso qui descritti devono evolversi per far sì che l’adolescente, ma anche l’adulto, arrivi ad una relazione oggettuale matura.
Bibliografia
Carli, L. (1994) Attaccamento e rapporto di coppia. Raffaello Cortina Editore, Milano
Charmet, G. P., & Turuani, L. (2014). Narciso innamorato: La fine dell’amore romantico nelle relazioni tra adolescenti. Bur
Goffmann, E. (1963), Stigma. L’identità negata. Giuffrè, Milano
Guidano, V., Liotti G. (1983), Cognitive Processes and Emotional Disorders. Guilford Press, New York
Guidano, V. (1988), La complessità del Sé. Bollati Boringhieri, Torino
Howell, P. & Jones R. (2005), Relazione di coppia efficace. Edizioni La Meridiana, Molfetta
Kernberg, O. (1995), Relazioni d’amore. Raffaello Cortina Editore, Milano
Mills, P. (2011), Le relazioni che durano. Vivere serenamente le relazioni di coppia. Edizioni FerrariSinibaldi, Milano
Mills, P. (2011), Pronto soccorso emotivo. Consigli e tecniche per la gestione delle emozioni intense. Edizioni Ferrari Sinibaldi, Milano.
Mitchell, S. (2002), L’amore può durare? Raffaello Cortina Editore, Milano
Penati, V. (2011), Stalking. Edizioni FerrariSinibaldi, Milano