Questo è ciò che è emerso in merito all’iniziativa che L’Antro di Chirone ha lanciato ai lettori su Facebook, chiamata “Tavola rotonda virtuale: parola alle immagini!”. Abbiamo riflettuto, usando le immagini, sul significato dell’essere genitori. Qui sotto trovate il collage che abbiamo realizzato e che raccoglie tutti le immagini che ci avete proposto, inerenti all’argomento. Sotto ad esso abbiamo raccolto le vostre riflessioni, associate alle immagine che avete scelto (per questa ragione abbiamo numerato le immagini ed il commento connesso ad ognuna di esse).
Essere genitori significa…
1 …lasciare i propri figli liberi di muoversi, esplorare e fare esperienza; allo stesso tempo, però, essere in grado di guidarli e proteggerli, dando loro un sistema per orientarsi nel mondo, facendo sentire il proprio sostegno anche quando sono fisicamente lontani.
2 …lasciare il figlio seguire la propria strada ma, contemporaneamente, seguirlo in modo discreto.
3 …indicare una direzione, un sentiero, una strada; come le stelle, che sono un punto di riferimento, che segnano la via, che orientano, illuminando la notte. Vuol dire illuminare i passi di qualcun altro, pur lasciando la libertà di movimento, la libertà di camminare per le vie del mondo. Senza imposizioni, ma con la certezza di avere una guida.
Ci sono notti in cui le stelle sono coperte dalle nubi, non si vedono, eppure ci sono. Essere genitore non vuol dire essere sempre visibile, ma essere sempre presente.
Il firmamento è composto non da una, ma da molte Stelle, diverse, eppure formate dalla stessa materia. Non esistono stelle migliori, o stelle peggiori. Allo stesso modo, non esistono genitori migliori, o genitori peggiori. Ciascuno ‘sceglie’ come essere genitore, in base al proprio modo di Essere, al proprio vissuto, alla propria storia, alla propria cultura. […] E la ricchezza è tutta qui: nella variabilità e nella diversità che ogni genitore porta con sé.
Il firmamento è composto da molte stelle. Esse ‘si tengono compagnia’, stanno vicine. Pur differenziandosi, esse appartengono allo stesso cielo. E così anche i genitori fanno parte di un sistema sociale e culturale composto non solo da altri genitori, ma anche da altre persone, che alimentano l’educazione attraverso l’interazione.
Per essere genitore ci vuole passione, anima, corpo, energia; ma anche confronto, scontro e incontro.
4 …rischiare di essere oppressivi. La foto postata è tratta dal film “Mirrormask – La Maschera Specchio” di Dave McKean, sceneggiato da Neil Gaiman. […] Parlano la protagonista, Helena, e la Regina Nera, che l’ha rapita scambiandola per sua figlia Valentine. Valentine è scappata in un altro mondo per sottrarsi al loro rapporto così oppressivo. Il dialogo è il seguente:
“- La tua vera figlia. Be’, non è un animaletto domestico. Non è nemmeno più una bambina. Devi lasciarla crescere.
– Vuoi dire… lasciare che scelga da sola i suoi abiti. Il cibo che mangia. Lasciare che faccia i suoi errori. Amarla, ma non cercare di possederla?
Ci stava arrivando, e sapevo che avevamo ancora una possibilità.
– Sì – le ho detto. – intendo esattamente questo.
Il viso sospeso nel cielo ha storto le labbra.
– E’ assolutamente fuori questione – ha deciso, e ha aperto la bocca. L’oscurità è uscita dalla sua gola e si è riversata su di noi.”
5 … significa “coprire le spalle” al proprio figlio, proteggendolo, ma allo stesso tempo lasciargli lo spazio che gli permette di osservare e conoscere il mondo.
6 …curare, nonostante le difficoltà, e con il solo scopo di farlo. Mio nonno era un uomo semplice, una di quelle persone nate per soffrire con dignità ed essere ricordate per questo. Una delle sue massime aspirazioni era coltivare le piante del suo orticello alle case popolari, tutte meno una, che teneva in casa. Nessuno sa bene perché, ma ogni anno ricavava da un limone rinsecchito i semi e li cullava fino a veder germogliare un piccolo dono del cielo. Curava quelle piantine notte e giorno, badando a spostarle nelle stanze meglio esposte al sole e più riparate alla notte. Non raggiunse mai il suo scopo, non ebbe mai il suo albero di limoni.
Se ne è andato molti anni fa, ma in casa mia alberga sempre una pianta di limoni alta poco più di 10 centimetri, ben più radicata di quanto allora potesse immaginare.
7 …è il vento che deve far volare lontano i figli, insegnandogli la via giusta senza ostacolarlo o reprimerlo
8 …essere il tronco di un albero che solidamente piantato a terra nelle sue radici dona linfa alle foglie e ai frutti. Significa resistere alle intemperie, e sfruttare acqua e ogni raggio di sole per dare i frutti migliori dai quali poi inevitabilmente si staccherà. Significa amore, dedizione, sacrificio, gioie, dolori, un’incommensurabile esperienza, una continua avventura!
9 …è come crescere un fiore. Ci vuole cura e la dose giusta di soddisfazione ai suoi bisogni: se lo curi troppo affoga o si sciupa ma se non te ne curi non cresce o rischia di deperire in fretta. Vi sono fiori forti che possono crescere anche con poche cure e altri che hanno più bisogni e il genitore deve essere responsivo nel modo giusto. Inoltre, cresci un fiore non perché è il più bello o quando sarà maturo ti porterà dei ricchi frutti, ma lo si fa per il fatto che è il TUO fiore. Anche se è un carciofo lo allevi perché sia un carciofo con un gambo robusto delle foglie ricche e capace di cavarsela nel mondo. Questo è per me essere un genitore, essere il coltivatore delle piante del futuro sapendo che quelle piante sono li grazie a te è che le ami comunque esse siano e saranno.
10 …interrogarsi, e ricordarsi di essere anche figli. Alla nascita qualcuno ha tagliato il cordone ombelicale che ci univa a nostra madre ( e nostro padre). Tuttavia, comincia proprio in quel momento il processo che ci dovrebbe portare ad un altro taglio non così netto ma ancor più delicato e doloroso: quello simbolico della crescita, tappa fondamentale per diventare genitore, e prima di tutto un adulto. […]
La forbice taglia solo se usata correttamente e con decisione e se c’è un equilibrio tra le lame. Essa permette di ritagliarsi uno spazio nel mondo. La forbice è nella mente di ognuno di noi, e spesso non vogliamo accorgerci di averla perché sentiamo che le conseguenze di questa consapevolezza non sarebbero affatto astratte.
È un oggetto ambiguo: può essere estremamente utile o dannosa, ci può salvare o uccidere. Ma è nelle nostre mani, dipende da noi. Infine, il sangue: ciò che resta, ciò che non possiamo lavare. L’amore, il dolore e la ferocia.
11 …essere una guida e un esempio.
12 …essere un supporto in ogni momento in cui il proprio figlio è debole o incapace di procedere. Un supporto, però, che per la sua stessa forma è destinato a lasciare spazio alla crescita di chi sta supportando.
13 …è arte. Il quadro di Dalì raffigura una donna che a bordo ha i suoi figli. È il genitore-imbarcazione sulla quale si attraversa l’oceano, che guida verso rotte con vento a favore, insegnando ai figli a vivere il viaggio con sole ma anche con tempesta. Egli narra dei luoghi che appaiono ad orizzonte e mostra loro le mappe perché approdino a nuove terre.
Il genitore-vascello attraversa il mare in ogni direzione, facendo scegliere ad ogni suo figlio la rotta della propria esistenza e le rive cui approdare, secondo la sua volontà e desiderio di realizzazione. Non appena formati il timone verrà lasciato, la crociera dei figli ammirata da riva, con il solo desiderio che ogni suo figlio faccia buon viaggio in ogni mare.