Nella cultura occidentale, la veglia e il sogno sono considerate due dimensioni ben distinte fra loro: la prima come una condizione di realtà in cui l’individuo è cosciente, attivo e in grado di gestire le proprie azioni; la seconda come una condizione immaginativa, irreale e non cosciente. Inoltre, all’esperienza onirica viene conferito un minor valore rispetto a quella reale, sebbene ogni notte i sogni, creati dalle proprie menti, vengano vissuti come episodi oggettivi ed emotivamente coinvolgenti.
La filosofia orientale, però, ha una visione differente. Secondo la tradizione buddista tibetana dello Dzogchen è possibile “unificare il sonno e la realtà”, ed è anzi importante sviluppare una maggior consapevolezza nello stato onirico al fine di raggiungere la consapevolezza assoluta. I maestri dell’Oriente hanno affermato che, nel momento in cui essa viene raggiunta, i sogni cessano e si manifesta una “chiarezza indescrivibile” (Norbu, 1993) che caratterizza anche lo stato di veglia.
Ma è possibile essere coscienti durante un sogno? La risposta è sì. Lo psichiatra olandese Frederik Willems Van Eeden fu il primo a coniare il termine “sogno lucido”: un’esperienza durante il quale il sognatore è del tutto cosciente e può agire consapevolmente nell’ambito del sogno stesso. Fu il primo che tentò di dimostrare l’esistenza dei sogni consapevoli, ma senza ottenere risultati significativi.
I primi studiosi che hanno fornito le prove sperimentali sull’esistenza del sogno lucido furono Worsley e LaBerge, l’uno indipendemente dall’altro. I due, dopo aver imparato a sognare lucidamente, realizzarono un esperimento che prevedeva la segnalazione, con movimenti oculari stabiliti in precedenza assieme agli sperimentatori, del momento in cui essi erano consapevoli di sognare. Durante l’esperimento, l’attività mentale era controllata elettrofisiologicamente, ed il tracciato dell’elettroencefalogramma era tipico della fase REM, attività che si manifesta solo durante il sonno.
È stato dimostrato che la consapevolezza non appartiene soltanto al mondo della realtà, ma anche a quello onirico, e per tale ragione è possibile ipotizzare che l’inconsapevolezza appartenga anche al vissuto di realtà. Come nello stato di sonno, infatti, durante lo stato di veglia la consapevolezza può essere presente in modo variabile: se è molta, la veglia risulta simile al sogno lucido, se è poca la veglia è molto simile ad un sogno non lucido.
Secondo Tart, esiste uno stato di “veglia addormentata” in cui l’uomo è totalmente inconsapevole del processo di costruzione della realtà e che, in uno stato di coscienza ordinario è:
- inconsapevole, o quasi, di importanti oggetti, persone, processi nel suo ambiente circostante, e di capacità vitali all’interno del suo essere;
- abituato a passare molto tempo a fantasticare in illusori sistemi di credenze riguardanti sé e il mondo, sognando ad occhi aperti;
- emozionalmente coinvolto con molte delle sue fantasie illusorie e dei suoi sistemi di credenze che spesso difende, distorcendo significativamente la percezione di sé e del mondo.
I grandi saggi con alto livello di “chiarezza mentale”, come gli indiani Aurobindo, Ramakrishna e l’austriaco Steiner, hanno descritto la loro capacità di mantenere continuamente la lucidità per buona parte della notte sia durante i sogni che nel sonno senza sogni. Non a caso, molti studiosi sostengono che la possibilità di fare sogni lucidi sia legata al grado di consapevolezza generale dell’individuo, la quale si può incrementare attraverso la pratica meditativa (Glicksohn, 1989; Hearne, 1983; Norbu, 1993; Walsh e Vaughan, 1992).
Bibliografia
Cavallo, M. & Leone, F., Sogni lucidi. Il paradosso della coscienza, Informazione Psicologia Psicoterapia Psichiatrica, n° 30.
Glicksohn J., “The structure of subjective experience: Interdependencies along the sleep-wakefulness continuum”, in Journal of Mental Imagery, Sum, Vol 13(2),1989
Hearne K. M., “Lucid dream induction”, in Journal of Mental Imagery, Spr, Vol 7(1), 1983
LaBerge, S., (1985), Lucid Dreaming, Armenia editore, Milano.
Norbu N., Lo Yoga del sogno e la pratica della Luce Naturale, Ubaldini, Roma, 1993
Tart C. T., Stati di coscienza, Astrolabio, Roma, 1977
Walsh R. N. & Vaughan F., “Lucid dreaming: some transpersonal implications”, in The Journal of Transpersonal Psychology, Vol. 24, N. 2, 1992