È passato poco più di un anno dall’inizio del conflitto nel Donbass (zona orientale dell’Ucraina) tra i separatisti filorussi e il governo di Kiev. Gli scontri sono iniziati il 6 aprile 2014 quando le due regioni, Donetsk e Lugansk, hanno proclamato la loro indipendenza. Il conflitto ad oggi sembra non trovare una soluzione. L’Ucraina si trova divisa tra chi vorrebbe rafforzare il legame del Paese con la Russia e chi invece vorrebbe avvicinarsi di più all’Europa. Quali sono le ragioni e i motivi per cui l’Ucraina si trova nel pieno di una guerra? Cosa si nasconde dietro? Per capire meglio come si è arrivati a tanta tensione è opportuno partire dall’analisi della particolare situazione storico-culturale di questi territori.
L’Ucraina rappresenta storicamente il confine tra l’Europa occidentale e il mondo russo: non a caso Ukraja vuol dire confine. Oggi, all’interno dell’Ucraina, ci si trova di fronte ad una grande varietà etnica e culturale. Oltre ad ucraini e russi, troviamo romeni, tatari di Crimea, bielorussi, ebrei, ungheresi, polacchi, armeni, rom e tedeschi. Il legame dell’Ucraina con la Russia inizia nel 882 d.C., quando il principe scandinavo Oleg proclamò Kiev “madre di tutte le città dei Rus”, un potente clan vichingo. Si formò così il primo nucleo di quella che sarà poi la Russia. L’Ucraina è stata inoltre terra di conquista per le sue ingenti ricchezze naturali, prime fra tutte quelle idriche. Il terreno fertile favorì talmente tanto la coltivazione del grano che in epoca sovietica l’Ucraina fu definita “granaio d’Europa”.
Il momento di svolta si ebbe alla metà del XIV con la divisione del territorio, che oggi comprende anche l’Ucraina, tra i regni di Galizia, Voljnia e Moscovia. I primi due poi si unirono per formare la Confederazione Polacco-Lituana. Qui nel tempo crebbe la tensione tra contadini ucraini e proprietari terrieri polacchi fino alla grande rivolta del 1648 capeggiata da un generale cosacco che chiese aiuto al regno di Moscovia. Per questi motivi scoppiò la prima guerra russo-polacca che terminò nel 1654 quando fu firmato il Trattato di Perejalsav, con cui alla Russia vennero assegnati i territori nord orientali dell’Ucraina in cambio di maggior libertà per i contadini ucraini e gli alleati cosacchi. Iniziò così l’espansione della Russia in Ucraina. L’avanzata russa infatti continuò con Pietro il Grande e Caterina II che, nel 1784, conquistò anche la Crimea e il porto di Sebastopoli ai danni dell’impero ottomano. Lo scontro tra la Russia e le potenze europee iniziò tra il 1854 e il 1857 con la guerra di Crimea che si concluse con la riconferma del controllo ottomano degli Stretti del Bosforo e dei Dardanelli , mentre alla Russia restava la Crimea. Il legame tra Crimea e Ucraina diventerà chiaro quando la Crimea verrà ceduta dal Presidente dell’ Unione Sovietica Krusciov alla Repubblica Socialista di Ucraina. La situazione si complicò dopo il crollo dell’Unione Sovietica quando cadde il legame che teneva unite le due entità.
Le vicende della guerra di Crimea riecheggiano ancora oggi. Infatti la crisi Ucraina, iniziata con la destituzione del primo ministro ucraino Yanukovich, dopo il rifiuto del governo di firmare l’Accordo di Associazione con l’UE in favore invece di un riavvicinamento alla Russia, si è spostata poi in Crimea, dove il 18 marzo 2014 è stato firmato un trattato unilaterale di annessione alla Federazione Russa. Proprio la secessione della Crimea ha generato un effetto domino, un aumento delle ribellioni contro il governo di Kiev e un’intensificazione delle richieste di annessione alla Russia da parte delle regioni sud orientali (a maggioranza russofona). L’Ucraina, dopo aver perso la Crimea annessa da Mosca, è spaccata di fatto in due e la regione orientale del Donbass rimane sotto il controllo degli indipendentisti filorussi; l’economia è al collasso e Kiev sopravvive solo grazie agli aiuti della comunità internazionale. I riflessi della guerra non permettono di fare previsioni ottimistiche per il futuro, non a caso gli stessi analisti ritengono che difficilmente la Russia possa accontentarsi di un compromesso per quanto riguarda questa regione, punto strategico molto importante, ricca di risorse minerarie e porta fondamentale per il passaggio del gas verso l’Europa. A tutto questo si aggiunge il fatto che l’Europa stessa non sembra in grado di affrontare la Russia in maniera compatta, poiché al suo interno si presenta divisa tra gli Stati occidentali più favorevoli ad una linea morbida nei confronti della Russia e i Paesi baltici che temono di tornare sotto l’influenza di Mosca.
Dopo l’annessione della Crimea, vero obiettivo della Russia, secondo gli analisti per quanto concerne il Donbass, Mosca si accontenterà di un compromesso. L’Europa d’altronde non può permettersi di aprire un conflitto su larga scala con la Russia sia perché il Vecchio Continente dipende dalle risorse energetiche russe, le quali arrivano in Europa proprio attraverso il Donbass, sia perché l’Europa è divisa al suo interno su quale linea tenere con la Russia. Vi sono da una parte i paesi dell’Europa occidentale che vorrebbero assumere un atteggiamento più morbido, dall’altra i paesi dell’ Europa orientale che desiderano tenere una linea più dura poiché temono che la vicenda, attraverso un effetto domino, possa avere delle conseguenze anche all’interno dei loro confini. Per questi motivi e per la grande varietà etnica e culturale che troviamo nella parte orientale dell’ Ucraina, la quale rende molto difficile trovare un accordo tra le forze in campo, gli analisti temono che quello del Donbass possa trasformarsi in un uno dei cosiddetti conflitti a “bassa intensità”. In questo caso il conflitto sarebbe destinato a diventare cronico, fatto di piccole azioni di guerriglia, nelle quali la popolazione continuerebbe a soffrire ma dove, il piccolo numero di morti non farebbe notizia, diventando così uno scontro che non troverà mai una soluzione definitiva.
Enrichetta Alimena
Laureata in Storia Moderna e Contemporanea
Bibliografia
Battaglia, A. (2015), Europa contro Russia per la prima volta. In Limes – Rivista Italiana di Geopolitica
De Santis, A. e Locatelli, N. (2014), La battaglia per l’Ucraina. In Limes – Rivista Italiana di Geopolitica
L’ha ribloggato su Appunti Scomodi.
“….Gli scontri sono iniziati il 6 aprile 2014 quando le due regioni, Donetsk e Lugansk, hanno proclamato la loro indipendenza…”
Forse anche un pochino prima, quando il nuovo governo di Kiev si è fatto frettolosamente approvare la soppressione della legge che tutelava le minoranze linguistiche. Fu il primo bel provvedimento preso dai “rivoluzionari”, e bisogna ammettere che ha funzionato perfettamente.
Ciao Fausto,
Sì, come ogni evento storico la data di inizio si pone con una cesura importante o un avvenimento chiave. In verità però le radici degli avvenimenti successivi affondano in una serie di cause e concause precedenti.
Grazie dell’osservazione e continua a seguirci!