La selezione del personale ha origine nel 1913 quando Münsterberg, fondatore della psicotecnica, portò la psicologia del lavoratore dallo studio artificiale alla ricerca sul campo costruendo i primi test. I primi tentativi di selezione si basavano sulla valutazione di capacità fisiche e di coraggio, mentre oggi per le aziende ed i recruiter è importante accertare l’idoneità potenziale o attuale del candidato. Il primo strumento attraverso il quale i recruiter entrano in contatto con il candidato è il curriculum vitae. Ma come si costruisce esattamente?
Il format attualmente più utilizzato è il curriculum Europass, che permette di offrire tutte le informazioni necessarie sulle proprie competenze si divide in 4 parti:
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Le informazioni di contatto come l’indirizzo mail e numero di cellulare sui quali essere contattati;
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Indicazione sulle esperienze lavorative, dalla più recente alla più vecchia. “In questa sezione i candidati riportano brevemente le attività caratterizzanti di ciascun lavoro (es. accoglienza clienti, stesura prima nota, smistamento chiamate). Qui è possibile inserire anche l’attività di tirocinio pre o post lauream in quanto si tratta di un’attività qualificante ed in linea con la professione che vorremmo svolgere;
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A seguire abbiamo la parte dedicata alla formazione e all’istruzione, nella quale elencheremo i nostri studi ed eventuali corsi di formazione che abbiamo seguito con il relativo voto finale. In queste due aree del curriculum è necessario inserire le date di tutte le attività che abbiamo svolto in modo che, comparando le esperienze lavorative e gli studi condotti, i recruiter possano facilmente accorgersi se durante i periodi formativi il candidato ha anche lavorato o si è dedicato solo allo studio;
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L’ultima parte di un curriculum è sicuramente la più importante e la più difficile da redigere, quella sulle proprie competenze.
Secondo Le Boterf (2008) la competenza è un processo che si configura nel saper agire in una situazione-problema ed è la capacità dell’individuo di mobilitare tutte le caratteristiche di cui dispone, combinandole in modo efficace, per dare risposte inedite capaci di favorire l’innovazione. In questo paragrafo del cv dobbiamo riportare sia le competenze di base sia quelle trasversali, le cosiddette sof skills le quali sono frutto di relazioni e dipendono dalle situazioni in cui siamo immersi (Varisco, 2004). In questo caso si intendono tutte quelle competenze che non sono adatte in ogni contesto, ma sono utili se contestualizzate e trasferibili.
Per Ajello (2002) “la trasversalità è una modalità di azione intenzionale del soggetto che rende possibile la loro funzionalità d’uso in contesti diversi da quelli in cui sono state acquisite le competenze”. E’ molto importante in questa parte del curriculum specificare in che contesti queste competenze sono state maturate; ad esempio alla voce competenze organizzative potremmo scrivere “ottima capacità di pianificazione del tempo acquisita grazie all’alternanza studio/lavoro”; oppure “ottima capacità comunicativa maturata grazie all’esperienza teatrale”. Tutte le attività nelle quali abbiamo acquisito le nostre competenze devono essere state trascritte nelle apposite sezioni (professionali o formative) del cv.
Molto efficace per mostrare la propria motivazione al lavoro per il quale ci stiamo candidando è allegare al curriculum vitae una lettera di presentazione, intestata all’azienda verso la quale siamo interessati o al Responsabile Risorse Umane di quest’ultima.
Il pregio della lettera di presentazione è poter mettere in rilievo alcune caratteristiche che nel nostro curriculum non sono particolarmente valorizzate e dei punti di forza che permettono di distinguere il nostro cv dagli altri.
Nella stesura della lettera di accompagnamento andremo a scrivere nell’ordine:
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Informazioni acquisite sull’azienda grazie al loro sito web (questo mostra interesse per un futuro inserimento lavorativo);
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Caratteristiche personali che nel cv non abbiamo potuto ampliare ma che noi riteniamo siano i nostri punti di forza (ad es ho lavorato per molti anni all’estero per un’azienda italiana e ciò mi ha permesso di portare a termine in modo indipendente il mio lavoro nonostante le difficoltà legate alla lingua ed al nuovo paese…);
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Obiettivo professionale e richiesta di collaborazione (sarei molto felice di poter collaborare con Voi per poter ampliare le mie conoscenze in quest’ambito lavorativo…);
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Esprimere la propria richiesta di colloquio. In questo caso evitate di dire “certo di essere ricontattato per un colloquio…” ma optate per “ in attesa di incontrarVi per un colloquio conoscitivo…”;
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Saluti finali.
Infine ricordiamo che… Rome wasn’t built in a day … ma anche se la strada per trovare l’occupazione dei nostri sogni è tutta in salita, un buon curriculum può di certo aiutarci!
Bibliografia
Ajello, A. M,. (2002) La competenza, Il Mulino
Le Boterf, G.,(2008) Repenser les compétences, Paris, Eyrolles
Münsterberg, H., (1913) Psychology and Industrial Efficiency
Varisco, B. M., (2004) Portfolio. Valutare gli apprendimenti e le competenze, Roma, Carocci