I termini Transumanesimo, transumanisti e post-umano probabilmente non sono nuovi alle nostre orecchie, infatti soprattutto negli ultimi anni il movimento ad essi collegato è venuto sempre più alla luce. Il 14 maggio 2013 quasi in contemporanea mondiale viene pubblicato Inferno di Dan Brown dove l’autore dedica ampie note alla cultura transumanista. Un esempio più recente dove vengono ripresi temi familiari e cari al movimento è rappresentato a sua volta dal film del 2014 Trascendence diretto da Wally Pfister con Johnny Depp come protagonista.
Il ventunesimo secolo tutto in realtà, soprattutto per quanto riguarda la sfera dell’intrattenimento sia letterario che cinematografico, è pregno della presenza di riferimenti transumanisti più o meno diretti; come non citare alcune importanti opere come la tetralogia di romanzi di Dan Simmons I canti di Hyperion pubblicata durante gli anni’ 90, oppure i celebri fumetti della Marvel dove i protagonisti spesso e volentieri sono personaggi potenziati attraverso pratiche scentifiche in grado appunto di trascendere la “semplice” natura umana superando tutti quei limiti imposti dalla nostra attuale condizione biologica ed evolutiva. Ovviamente non mancano riferimenti critici e probabilmente uno degli esempi più popolari è il film Gattaca, la porta dell’universo del 1997 girato da Andrew Niccol con Uma Thurman e Jude Law come protagonisti.
I media, soprattutto italiani, hanno iniziato ad occuparsene in particolar modo dopo la pubblicazione nel 2005 sulla rivista americana Forgein Policy dell’articolo di Fukuyama dal provocatorio titolo “Our posthuman future. Consequences of the biotechnology revolution”, tradotto e ripubblicato in Italia dal Corriere della Sera con il titolo “ L’uomo oltre l’uomo. Le conseguenze della rivoluzione biotecnologica”
Ma cos’è il Transumanesimo? E chi sono i transumanisti?
Il termine Transhumanism ha fatto il suo ingresso nell’ Oxford English Dictionary ufficialmente l’11 Settembre del 2008, circa cinquanta anni dopo la sua coniazione da parte di Julian Huxley. Ad oggi non troviamo il corrispettivo italiano nei nostri dizionari ma tuttavia è presente il verbo intransitivo “transumare”, coniato addirittura da Dante Alighieri, usato per indicare il trascendere i limiti della natura umana. Tale definizione è esattamente compatibile con quello che è in realtà l’essenza del Transumanesimo, infatti nasce proprio dal desiderio di miglioramento della condizione umana per giungere ad uno stadio evolutivo più avanzato chiamato “Postumanesimo”. La fase intermedia, di passaggio, che i teorici del movimento individuano in quella attuale, è proprio il Transumanesimo.
Uno dei fini ultimi (che condivide con un movimento che procede in parallelo ed allo stesso tempo ne è l’ispiratore chiamato Estropianesimo) è combattere il degrado della materia, vincere quindi la morte, attraverso l’uso etico della tecnologia, vista come utile alleata per riuscire ad espandere le capacità umane, superare i limiti biologici e conquistare “menti e corpi migliori” che nell’ottica transumanista corrispondono a vite migliori (cfr. Vatinno, 2010).
Il Transumanesimo quindi attacca la concezione della vita basata su una cultura del dolore proponendo una cultura della felicità basata a sua volta sulla riprogettazione della natura umana per renderla libera dai vincoli che la affliggono.
Come afferma Francesca Miglietti lo stato di Postumanesimo non sarebbe una conseguenza dell’allontanamento dalle coordinate umanistiche quanto piuttosto una condizione che l’uomo sembra capace di raggiungere e che si fonderebbe proprio sull’abbandono della “specie umana”. Più precisamente occorre uscire dallo stato di sudditanza nei confronti dell’evoluzione naturale per poterne diventare, attraverso il progresso tecnologico, i diretti artefici e responsabili (cfr. Marchesini, 2002).
Una domanda sorge spontanea: come sarà il Post-uomo?
Come affermano i maggiori esponenti la fase transazionale in atto non può ancora rivelarcelo ma di certo sarà un’entità che, servendosi della tecnologia come partner selettivo, avrà rotto la continuità col suo progenitore.
Per poter giungere al risultato tanto agognato attualmente le ricerche in atto da parte degli addetti ai lavori che appoggiano la dottrina si concentrano soprattutto sul Mind Uploading, ovvero la possibilità di riuscire a scaricare una mente umana in computer, un supporto ritenuto migliore del fragile organismo umano, e sulla possibilità di trasformare gli uomini in macchine, o per la precisione in Cyborg. Si lavora quindi sulla creazione dei cosiddetti “Infomorfi”, ovvero creature che abbiano superato ogni divisione tra naturale e artificiale, tra biologico e meccanico (cfr. Marchesini, 2002).
Identificare i transumanti non è un’operazione semplice, come non è semplice definirsi tali. Il movimento è soggetto a molte interpretazioni che creano molta confusione. Non basta essere un appassionato di tecnologia e ritenerla fondamentale.
La “ricetta del transumanista” prevede:
- il concepire come sensata la lotta contro i limiti biologici umani (in un certo senso quella “volontà di potenza” di cui parlava Nietzsche. Il superuomo si sostituisce sia all’ultimo uomo, il letzte Mensch, disperatamente incapace di sognare e sia a Dio stesso, conferendo autonomamente senso ai fatti; questa volontà di potenza dev’essere scelta come volontà di vita e di affermazione di una propria differenza specifica per una nuova libertà e per un più profondo senso di responsabilità nei confronti di noi stessi);
- una concezione scientifica del mondo;
- la consapevolezza che si stia modificando il proprio essere e pertanto scegliere di farlo in autonomia;
- la difesa dell’idea che il modello a cui si aspira sia un essere migliore.
Occorre ora precisare un punto importante. I transumanisti non affermano in maniera assolutistica che tutti debbano cercare di evolversi seguendo la loro stessa strada, ovvero tramite modificazione diretta, infatti non considerano immorale chi non li imiti, piuttosto considerano immorali i tentativi di ostacolarli.
Nel mondo è la World Transhumanist Association il punto di incontro tra i seguaci del movimento nonché l’istituzione che li rappresenta, fondata nel 1998 dai filosofi Nick Bostrom e David Pearce e che oggi ha sedi in oltre 100 paesi, sulla scia del precedente Extropy Institute fondato dal filosofo Max More. L’Italia ospita l’Associazione Italiana Transumanista (AIT).
Carta dei principi transumanisti ( dal sito ufficiale dell’Associazione Italiana Transumanisti ):
«Nella seconda metà del Novecento un’ondata di pensiero anti-scienza e anti-techne, partita dalle vette degli ambienti filosofici, si poi è diffusa a valle diventando mainstream in quasi tutti gli spazi della cultura, del costume e dell’espressione estetica. Il nostro obiettivo è far incrociare filoni culturali diversi, analitici / continentali, illuministi / romantici, destra / sinistra, sui temi cruciali della bioetica, della biopolitica, del postumano e del senso del futuro, per ridare quota a una visione prometeica, positiva, visionaria, forte della Tecnica.»
- L’umanità sarà radicalmente trasformata dalla tecnologia del futuro. Prevediamo la possibilità di ri-progettare la condizione umana in modo di evitare l’inevitabilità del processo di invecchiamento, le limitazioni dell’intelletto umano (e artificiale), un profilo psicologico dettato dalle circostanze piuttosto che dalla volontà individuale, la nostra prigionia sul pianeta terra e la sofferenza in generale.
- Uno sforzo di ricerca sistematico sarà necessario per comprendere l’impatto di tali sviluppi per ora all’orizzonte e le loro conseguenze sul lungo termine.
- I transumanisti ritengono che per usufruire delle nuove tecnologie, sia necessario mantenere un’apertura mentale che ci permetta di adottare tali tecnologie invece che di tentare di proibirne l’uso o lo sviluppo.
- I transumanisti sostengono il diritto morale di utilizzare metodi tecnologici, da parte di coloro che lo vogliano, per espandere le proprie capacità fisiche ed intellettuali e per aumentare il livello di controllo sulla propria vita. Aspiriamo ad una crescita personale ben al di là delle limitazioni biologiche a cui siamo oggi legati.
- E’ imperativo, nel pensare al futuro, considerare l’impatto di un progresso tecnologico in continua fase di accelerazione. La perdita di potenziali benefici, a causa di tecnofobia e proibizioni immotivate e non necessarie, sarebbe una tragedia per il genere umano. Dobbiamo comunque tenere presente che un disastro o una guerra, causati o resi possibili da una tecnologia avanzata, potrebbero portare all’estinzione di ogni forma di vita intelligente.
- E’ necessario creare luoghi di incontro in cui razionalmente discutere i passi da intraprendere verso il futuro ed è necessario creare le strutture sociali in cui decisioni responsabili possano essere implementate.
- Il transumanesimo è fautore del benessere per tutti gli esseri senzienti (siano questi umani, intelligenze artificiali, animali o potenziali esseri extraterrestri) ed include molti principi dell’umanesimo moderno. Il Transumanesimo non è legato ad alcun partito o programma politico.
Dario Bettati
Bibliografia
Vatinno, G., Il Transumanesimo. Una nuova filosofia per l’uomo del XXI secolo, Armando Editore, 2010
Marchesini, R., Post-Human. Verso nuovi modelli di esistenza, Bollati Boringhieri, 2002
Campa, R., Mutare o perire. La sfida del Transumanesimo, Sestante edizioni, 2010
Fukuyama, F., Our Posthuman future. Consequences of the biotechnology revolution, Picador, 2003
Siti Web
Associazione Italiana Transumanisti : http://www.transumanisti.it