Ha fatto, sta facendo, farà discutere il TTIP, patto di libero scambio che vede coinvolti due attori molto importanti: gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Molto (troppo poco secondo altri) si è detto, molto si sta dicendo, molto si dirà riguardo all’intesa che potrebbe cambiare le regole e di conseguenza gli equilibri del commercio mondiale. La domanda è: le informazioni che arrivano dai media tradizionali e sui social, quanto sono veritiere e complete?
Facciamo chiarezza.
TTIP: che cos’è?
Il Transatlantic Trade and Investment Partnership (in italiano Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) è un accordo di libero scambio in corso di negoziazione tra USA e UE che ha lo scopo di promuovere la crescita economica delle due aree coinvolte. L’obiettivo è quello di tagliare le tariffe doganali e quelle che regolamentano gli scambi tra le due sponde del Nord Atlantico; tutto ciò renderebbe più facile, per le compagnie di entrambe le parti, accedere al libero mercato. Le industrie coinvolte sono quelle farmaceutiche, automobilistiche, chimiche, quelle che si occupano di energia, servizi finanziari, abbigliamento, calzature, cibo e bevande.
Chi è seduto al tavolo delle negoziazioni?
Le negoziazioni sono iniziate nel 2013 e sono tutt’ora in corso. Troviamo la Commissione Europea da una parte (in particolare è responsabile la Direzione Generale Commercio con a capo il Commissario svedese Cecilia Malmström), la quale ha ricevuto il mandato dagli stati membri votato all’unanimità presso il Consiglio dell’Unione Europea, e il Governo americano dall’altra con l’Ufficio di Rappresentanza per il Commercio degli Stati Uniti d’America (USTR) con a capo Michael Froman.
Quando le due parti avranno raggiunto un accordo negoziale, la bozza del trattato passerà al Consiglio Europeo (composto dai capi di Governo dei 28 membri dell’Unione Europea) e al Parlamento Europeo, i quali voteranno per il Sì o per il No al testo negoziato. Per entrare in vigore il trattato dovrà poi essere ratificato all’unanimità da parte dei 28 stati membri dell’UE, dopo aver ricevuto il voto positivo dei Parlamenti nazionali.
Che cosa si sta negoziando?
L’accordo finale sarà strutturato in 24 capitoli, articolati a loro volta in 3 parti:
- Accesso al mercato USA
- Regolazione tariffe e barriere legate ai diversi standard di controllo (mercato UE è molto più regolato rispetto a quello USA)
- Regole per l’import/export e investimenti
Il tema principale intorno al quale si sviluppa il TTIP è l’abbattimento delle tariffe e delle barriere che ostacolano il libero scambio tra USA e UE e consistenti in diversi regolamenti e requisiti, ad esempio lo standard dei cibi oppure i test di sicurezza delle autovetture. Ad oggi, i dazi doganali per gli scambi EU-USA si aggirano mediamente intorno al 2% sul prezzo delle merci/servizi.[3] Altri punti di discussione riguardano gli standard di qualità per il cibo: in questo campo abbiamo notevoli differenze in particolare per quanto riguarda l’uso di OGM (Organismi Geneticamente Modificati)[4], vietati in Europa, i quali avrebbero il compito di creare colture e prodotti più resistenti e con produttività più alta. A rischio, secondo i critici, non è soltanto la qualità, protetta dal marchio IGP e dalle certificazioni europee, ma anche la salute dei consumatori sul lungo tempo. Anche la privacy dei cittadini viene concepita in maniera diversa dalle due sponde Nord-Atlantiche: il dubbio è tra il dare priorità alla protezione dei diritti d’autore oppure alla protezione dei dati dei cittadini, argomenti che hanno sollevato critiche, soprattutto in nord-Europa, in occasione del patto ACTA del 2013 sulla protezione del copyright e privacy. Infine, i servizi finanziari per i quali, dopo la crisi economica del 2008, sono state adottate misure e strategie diverse da USA e UE. Il dubbio che sorge è quello secondo cui il TTIP non armonizzerebbe i servizi finanziari delle due zone perché sostanzialmente diversi e guidati da differenti scuole di pensiero (con il doveroso distinguo della City britannica rispetto al resto d’Europa).
Trasparenza e segretezza della negoziazione
Il punto sul quale si è più discusso riguardo il TTIP è la segretezza nei processi di negoziazione. Da una parte molti gruppi di cittadini, ONG e parlamentari degli stati membri dell’Unione Europea denunciano una mancanza di chiarezza su che cosa si stia veramente negoziando e sull’insufficiente consultazione della società civile e delle piccole medie imprese (SME).
Aspre critiche sono state sollevate da personalità illustri come il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz (il quale considera il TTIP una mossa suicida per l’UE) e Paul Robin Krugman.
Oltre ciò, alcuni avvenimenti hanno favorito lo sviluppo di teorie che gridano al complotto in tutta Europa: per esempio il 12 Novembre 2015 l’ambasciatore tedesco a Washington riceve da Berlino una notifica con una richiesta formale di chiarimento da indirizzare a Michael Froman, Rappresentante del Commercio per il Governo Statunitense. La Germania chiede che i documenti, con i testi delle negoziazioni del TTIP, possano essere consultati dai membri del Parlamento tedesco. L’obiettivo è quello di abbattere il muro di segretezza che si sta costruendo intorno al TTIP per ridare valore al principio democratico. Lo stesso giorno, Froman e l’ambasciatore tedesco negli Usa avevano un incontro pianificato. Successivamente, Norbert Lammert, presidente del Bundestag, ha denunciato il fatto che i membri del parlamento non abbiano avuto l’opportunità di consultare i documenti. Infine, è stato reso noto che soltanto 139 funzionari del Ministero delle Finanze tedesco hanno avuto l’autorizzazione a visionare il testo ‘consolidato’ del trattato con le posizioni di entrambe le parti, presso l’ambasciata statunitense a Berlino per la durata di due giorni, in un intervallo di tempo che andava dalle 10 fino alle 24.
A questo punto risulta evidente come le regole per la consultazione dei documenti siano diverse per le due parti: mentre i membri del Congresso statunitense possono consultare i documenti sempre e senza restrizioni, gli stessi files sono consultabili solo dai Parlamentari Europei e soltanto nelle sale di lettura a Bruxelles. Le stesse sono state aperte negli Stati membri degli USA per alleviare le proteste e le critiche riguardo la carenza di trasparenza.
Quali sono state le misure adottate dal Direttorato capeggiato da Cecilia Mallström per alleviare le critiche? Il Commissario, con un video pubblicato sul sito della sua DG, ha definito la trasparenza un fattore chiave dell’intera DG Commercio e inoltre, ha affermato, che vengono organizzate spesso conferenze con i vari portatori d’interesse (stakeholder) a rappresentanza sia il mondo delle imprese sia la società civile. Dobbiamo infine evidenziare che sono stati pubblicati sul sito i documenti che riguardano la posizione iniziale dell’Unione sui vari temi, la proposta e l’illustrazione dei fatti (tenendo presente però che alcuni di questi documenti, soprattutto per gli argomenti più delicati, come i pesticidi e gli OGM, mancano o sono comunque molto approssimativi).
A difesa della Commissione si è pronunciato anche il Mediatore Europeo (Ombudsman) affermando che non sono stati trovati casi di mala amministrazione o carenza di trasparenza da parte della Commissione.
TTIP nel contesto internazionale
Come si è detto all’inizio, il TTIP è soprattutto una sfida per l’Europa. Che cosa significa per gli Stati Uniti? Siamo di fronte ad una priorità per degli Usa a negoziare con l’Unione Europea oppure è un tentativo di allargare il proprio mercato con uno degli attori che compongono lo scacchiere internazionale?
Possiamo avere una panoramica più chiara se, dall’impostazione eurocentrica che siamo abituati a considerare, ci spostiamo in Asia, in particolare sulle sponde del Pacifico. Qui il 5 Ottobre 2015, dopo 7 anni di negoziazione, 12 Stati (elencati: USA, Giappone, Malesia, Vietnam, Singapore, Brunei, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Messico, Cile e Perù) hanno firmato il Partenariato Trans-Pacifico (TPP). Il trattato prevede il taglio delle tariffe per il commercio e la stipulazione di regole standard per i paesi parte dello stesso. Le 12 nazioni rappresentano il 40% del commercio globale. Sorprende come nella strategia negoziale sia assente la Cina, la quale riveste un ruolo di primo piano nel commercio mondiale e la similitudine con il TTIP. Nella partnership quasi tutti i beni e i servizi sembrano implicati.
I dubbi e le sfide che il TTIP ci pone
La domanda che poniamo ai lettori è: può un accordo così importante, che avrà ripercussioni sulla vita di milioni di cittadini, essere negoziato segretamente da una stretta cerchia di diplomatici? Ci sono dei riscontri che tutti i portatori d’interesse siano stati ascoltati con la stessa attenzione? Oppure soltanto chi ha buoni contatti e un consistente budget da investire in attività di lobbying con Bruxelles e Washington ha potuto illustrare la propria posizione, influenzando di conseguenza il processo negoziale?
Queste e altre domande, i cittadini europei e statunitensi si stanno ponendo. Siamo davanti ad una sfida importante quanto delicata: da una parte il rischio di mettere in pericolo la nostra identità e lo stile di vita europeo, dall’altra il bisogno di essere competitivi a livello commerciale con gli altri attori chiave, primo tra tutti gli Stati Uniti, per non trovarsi fuori dai giochi e isolati.
Studente in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e diritti umani
Bibliografia
Lezione di Katarzyna Gracz riguardo alle negoziazioni del TTIP all’interno del corso “External Relations of the European Union” per Masters students Riga Graduate School of Law, Dicembre 2015.
Sitografia
http://www.bbc.com/news/uk-politics-30493297
http://fortune.com/2015/07/28/michael-froman-obama/
http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=1230
http://www.loc.gov/law/help/restrictions-on-gmos/usa.php
https://www.youtube.com/watch?v=fXbW4TT7fCY
http://krugman.blogs.nytimes.com/2015/01/19/suspicious-nonsense-on-trade-agreements/?_r=0
http://www.sueddeutsche.de/politik/ttip-mit-der-geduld-am-ende-1.2735144
http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/
http://www.ombudsman.europa.eu/en/cases/caseopened.faces/en/59021/html.bookmark
http://www.bbc.com/news/business-34444799
https://ustr.gov/tpp/overview-of-the-TPP