Caro lettore, l’autolesionismo viene usato come soluzione temporanea ad un dolore mentale provato. Ci sono 3 diversi casi in cui se ne fa uso, di seguito spiegati nel dettaglio.
1. Sedare un dolore emotivo troppo forte
In questo caso, il forte dolore fisico viene usato come “distrazione”, e permette di distogliersi da quello emotivo. Il gesto, però, porta con sé altre emozioni negative che emergono dopo averlo compiuto, e in questo modo si crea un ciclo ripetitivo e dannoso.
2. Dissociazioni o depersonalizzazione
In questo caso, il dolore fisico serve come “prova” del fatto di esistere. Dissociazione e depersonalizzazione sono stati in cui la persona perde il contatto con la realtà, dubita di trovarsi nel proprio corpo o dubita della sua stessa esistenza. Vedere il sangue o sentire il dolore può aiutare a risolvere momentaneamente questo stato di cose.
3. Emulazione
Talvolta, e specialmente in adolescenza, l’autolesionismo può essere sperimentato nel tentativo di emulare personaggi famosi o amici presi a modello. In questo caso, ha soltanto lo scopo di essere più simili all’altro che si cerca di emulare. E’ più facile che questo avvenga in adolescenza poiché l’adolescente è alla ricerca di un’identità, e la sperimentazione e l’emulazione sono metodi attraverso i quali questa ricerca si compie.