Cara Daniela,
la Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (ossia eye movement desensitization and reprocessing – EMDR) è stata concettualizza da Francine Shapiro nel 1989. Tale tecnica, che presenta elevate percentuali di successo, è risultata particolarmente efficace ed efficiente in casi di Disturbo Post-Traumatico da Stress. Si basa sul presupposto secondo cui il cervello non riesca ad elaborare adeguatamente le informazioni in casi di forte stress negativo, in quanto in queste situazioni risulta compromessa la comunicazione tra i due emisferi.
L’EMDR utilizza i movimenti oculari (e altre forme di stimolazione alterata bilaterale) per ristabilire l’equilibrio nel sistema eccitatorio/inibitorio del nostro corpo tramite stimolazione visiva. La terapia prevede diverse fasi, di cui alcune sono delegate all’individuazione e alla descrizione, nel dettaglio, dell’evento traumatico; ed altre in cui si utilizzano i movimenti degli occhi per riattivare il processo di elaborazione e comunicazione degli emisferi del cervello (si chiede al soggetto di concentrarsi sul ricordo e, contemporaneamente, di seguire il movimento con le dita che viene eseguito davanti al suo viso e di notare i cambiamenti e le sensazioni che si avvertono, sia positive che negative). Questa rielaborazione mira ad eliminare il condizionamento emotivo legato all’evento considerato traumatico.
Il numero di sedute previsto è variabile (per traumi singoli possono essere sufficienti dalle 3 a 6 sedute, per traumi ripetuti possono essere necessarie anche 12 sedute) e ad esse seguono follow up (controlli nel tempo) con scadenza variabile. Solitamente, l’EMDR viene utilizzata come terapia integrativa da affiancare ad altre terapie in base alle necessità dell’individuo raramente da sola. È una terapia riconosciuta da importanti istituzioni (The World Health Organization, the American Psychiatric Association, he US Department of Defense/Veterans Affairs, the International Society for Traumatic Stress Studies) ed è applicata anche per disturbi come, ad esempio, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi d’ansia e il disturbo da attacchi di panico.
È importante sottolineare che questas terapia ha alcuni limiti: infatti non prende in considerazione il contesto e le relazioni in cui il soggetto vive e ha sviluppato una certa sintomatologia. In questo modo si esclude una parte importante della vita del soggetto. Si lavora esclusivamente sulla parte cosciente dell’individuo, si manipola l’evento e le emozioni ad esso connesse con lo scopo di rendere il soggetto nuovamente adattivo all’ambiente circostante, senza analizzarne le motivazioni, le dinamiche e le modalità con cui l’individuo si relaziona all’evento (che viene quindi considerato un ostacolo da eliminare e non fonte di informazione) e al contesto a cui appartiene e contribuisce a creare. Inoltre, l’EMDR è una tecnica che non si basa su alcuna teoria.