Irritabilità, spossatezza, tendenza all’aggressività e ipersensibilità sono tra i sintomi più diffusi nelle donne che soffrono di Sindrome Premestruale (PMS), un disturbo molto comune che arriva a colpire, in forma lieve-moderata, fino al 75% delle donne, mentre nella sua forma più grave circa il 10%. È causata in gran parte da sbalzi ormonali tra cui aumento di progesterone e prolattina e diminuzione dei livelli di serotonina e dopamina (regolatori del tono dell’umore), che provocano sia dolori fisici che manifestazioni depressive e crisi di pianto immotivate. Tali problematiche migliorano o scompaiono completamente con l’arrivo delle mestruazioni.
È possibile che anche gli uomini soffrano di una sindrome simile?
Parlare di “Sindrome Premestruale Maschile” può sembrare eccessivo, ma le ricerche ci mostrano come gli ormoni possono alterare il comportamento maschile, proprio come succede nelle donne durante la fase che precede il ciclo mestruale. Lo psicoterapeuta Jed Diamond, nel libro “The Irritable Male Syndrome”, spiega come in 40 anni di indagini svolte su circa 10.000 uomini (tra i 10 e i 75 anni), circa 6.000 di essi siano vittime di improvvisi sbalzi d’umore e che soffrano di IMS, ovvero di “Sindrome dell’uomo irritabile”. Tale sindrome è stata definita come uno stato di ipersensibilità, ansia, frustrazione, depressione e aggressività che, nelle forme più gravi, pervade la vita dell’uomo in tutti i suoi aspetti, principalmente in famiglia, a lavoro e nelle relazioni amicali.
L’uomo irritabile difficilmente riconosce i suoi sbalzi umorali e spesso sostiene che è l’altro ad essere irritante. Atteggiamenti tipici di questi uomini sono azioni e parole ostili, freddi silenzi ma anche paura di essere criticati, insicurezza, apprensione e terrore di crollare da un momento all’altro.
La causa principale di questa condizione è attribuibile ad un calo di testosterone (T), l’ormone maschile per eccellenza. Già nel 2002 il dottor Lincoln studiò come il comportamento di alcune specie di animali cambiava in certi periodi dell’anno, manifestando più frequentemente comportamenti aggressivi e di rivalità. Tali cambiamenti coincidevano proprio con un calo del suddetto ormone. Stessa cosa varrebbe per gli uomini, soggetti a sbalzi ormonali ciclici (anche nel corso dello stesso giorno) con le relative conseguenze emotive e comportamentali (cfr. Schlegel, 2015). Un’altra evidenza scientifica ci è data da una ricerca svolta nel 2005, da cui è emersa una relazione diretta tra bassi livelli di T e cambiamenti umorali, in particolare con episodi di tipo depressivo (cfr. Shores et al., 2005). A tal proposito, l’umore fortemente depresso è tipico di quelle donne che soffrono di DDPM (Disturbo Disforico Premestruale) cioè la forma più grave di PMS che colpisce il 3-5% circa delle donne, complessa a tal punto da interferire con le normali attività lavorative e domestiche. Questo disturbo tende solitamente a cronicizzare e permanere fino alla menopausa e, proprio per questo motivo, è importante non trascurare una simile sintomatologia.
Il dottor Diamond, inoltre, specifica che i sintomi avvertiti dall’ “uomo irritabile” sono simili a quelli dei ragazzi in crisi adolescenziale e dell’uomo in “andropausa”, entrambi casi in cui il testosterone fa la sua parte. In particolare, l’andropausa è una sorta di menopausa al maschile che si sviluppa solitamente intorno ai 40-55 anni di età. Per le donne la menopausa è causata da una drastica diminuzione di estrogeni, mentre l’andropausa è una condizione più graduale, in quanto dopo i 40 anni l’uomo tende a perderne comunemente circa l’1% l’anno. Come dimostrato, il testosterone ha un impatto fondamentale sulla vita dell’uomo, per cui la concezione secondo cui la donna è più “ormonale” e l’uomo più logico, non è poi così solida. Se per la donna gli sbalzi ormonali e conseguenti sbalzi emotivi sono giustificabili dall’arrivo delle mestruazioni, per l’uomo invece rimane ancora incerto un periodo specifico.
È necessario specificare, inoltre, che i cambiamenti ormonali non sono l’unica causa da tenere in considerazione parlando di IMS, ma è un problema multidimensionale: giocano un ruolo fondamentale anche lo stile di vita, gli eventi stressanti e fattori psicologici che possono condizionare l’uomo in un determinato periodo di vita. Riguardo a ciò, il dottor Matsumoto sostiene che non bisogna puntare l’attenzione unicamente sul testosterone, ma a come ci si sente, alla cura del proprio corpo, seguendo una buona dieta e praticando attività fisica, evitando il fumo e l’abuso di alcool, cose che renderebbero l’uomo un po’ meno irritabile.
*A questo Link è disponibile un questionario-guida sulla “Irritable Male Syndrome”, per comprendere se si è o se si ha a che fare con un “uomo irritabile”.
Bibliografia
Diamond, J. (2005). The Irritable Male Syndrome. Understanding and Managing the 4 Key Causes of Depression and Aggression
Forlano, T. (2014). La Sindrome Premestruale: il corpo e la psiche. State of Mind
Lincoln, G. A. (2002). The Irritable Male Syndrome. PubMed
Miola, A. (2015). Sindrome pre-mestruale
Rehagen, T. (2015). Irritable Male Syndrome: Fact or Fiction? WebMD.
Shores, M. M., Moceri, V. M., Sloan, K. L., Mastumoto, A. M. e Kivlahan, D. R. (2005) Low Testosterone Levels Predict Incident Depressive Illness in Older Men: Effects of Age and Medical Morbidity. The journal of Clinical Psychiatry
Possiamo solo indovinare ciò che prova l’uomo ma quando il testosterone lo compie diventa pazzo. Difficile da lavorare, difficile da pensare e concentrarsi sul lavoro.