Si sa che quella di Star Wars (Guerre Stellari in italiano) è una saga creata da George Lucas il cui primissimo episodio “Una nuova speranza” (il quarto se si considera anche la successiva trilogia-prequel) fu proiettato per la prima volta nel 1977. Quello che forse si conosce meno sono i riferimenti religiosi e culturali ai quali la saga si rifà continuamente, come ad esempio il concetto di “Forza”, ma soprattutto come si è evoluta nel tempo la risposta del pubblico, la quale ha dato origine addirittura ad un culto oggi estremamente diffuso, il cosiddetto Jedismo. Questo è forse proprio l’aspetto più interessante dal punto di vista sociologico prodotto, seppure involontariamente, dal testo di Lucas (cfr. De Sanctis, 2015).
Per avere un’idea della portata del fenomeno basti pensare che nel censimento del 2001, più di 390.000 cittadini della Gran Bretagna hanno indicato “Jedi”, accanto alla casella “other religion“. Il “fenomeno”, indicato come “Jedi Chensus Phenomenon“, non è rimasto confinato all’Inghilterra, difatti sembra essersi sviluppato in numeri abbastanza rilevanti anche in Australia, Canada e Nuova Zelanda, guadagnandosi così l’attenzione dei media.
Da allora sono fiorite diverse comunità religiose che professano i valori della dottrina jedi e tentano di metterli in pratica nella vita di tutti i giorni; gli adepti sostengono infatti che i film di Lucas non siano altro che vere e proprie “parabole” alle quali ispirarsi (cfr. De Sanctis, 2015). I governi dove il culto si manifestò con più enfasi si rifiutarono inizialmente di riconoscere questo movimento, ritenendo il tutto uno scherzo, ma nel 2006 i “Jedisti” John Wilkinson e Charlotte Law inviarono addirittura una petizione all’allora segretario ONU Kofi Annan chiedendone il riconoscimento ufficiale, proprio in virtù dei numeri rilevati dal censimento del 2001. Tuttavia all’epoca tale petizione non venne accolta perchè considerata provocatoria (Ibidem).
Il Jedismo presenta tutti i tratti di una comune religione ufficiale:
- presenza di un fondatore (George Lucas);
- un testo sacro (i film, o se si preferisce la sceneggiatura originale dei film);
- una precisa visione del mondo (il codice di comportamento e il concetto di Forza);
- istituzioni ufficiali (la Jedi Church);
- grande numero di fedeli.
Inoltre «Star Wars può essere annoverato in quell’esigua minoranza di miti moderni che possono essere definiti di massa […]. Abbiamo a che fare con un prodotto culturale veicolato dai mass media […] e al tempo stesso con un fenomeno culturale che viene fruito da larghe masse […] che si è ritagliato uno spazio importante nella popular culture ed ha acquisito dunque una certa significatività» [De Sanctis, in Botta, Canella, 2015:136].
Esaminando nello specifico gli aspetti ideologici del jedismo, esso non sembra presentare una vera e propria ortodossia, piuttosto si presenta come un mosaico di varie religioni e culture; proprio la Forza, il campo mistico che tutto unisce, è spesso associata al Chi1 del taoismo o al concetto malinesiano di Mana2; il taoismo viene poi riproposto ad esempio proprio nel continuo tentativo di mantenere l’equilibrio nella Forza, mentre il principio alla base del comportamento jedi del non attaccamento alla dimensione materiale è invece tipico degli insegnamenti del buddismo. Si può anche affermare che l’idea dell’eterna lotta bene-male (o se si preferisce tra “lato chiaro” e “lato oscuro” della Forza) sia invece tratta dallo Zoroastrismo e vi sono inoltre preghiere e insegnamenti spesso mutuati dai vangeli e dai maggiori mistici cristiani (cfr. Turini, 2010). Walter Robinson, ad esempio, ha sostenuto che quando Yoda rimproverò Luke Skywalker esclamando la celebre “Provare no! Fare, o non fare! Non c’è provare”, in realtà abbia cercato di proiettarlo in uno stato di unità indivisa, simile all’esperienza di momentanea illuminazione Zen (cfr. Cusack, 2010). E’ evidente come il sincretismo ideologico sia uno degli aspetti più importanti, «la Forza ha funzionato come minimo comun denominatore religioso […] nato dalla capacità del suo creatore di contaminare, assemblare e montare temi mitologici e religiosi appartenenti a culture molto lontane tra loro nel tempo e nello spazio» [De Sanctis, in Botta, Canella, 2015:142].
Quando Star Wars venne rilasciato nel 1977 la guerra del Vietnam e l’impeachment del presidente Richard Nixon avevano contribuito ad una perdita di morale; Lucas “mise radici” nei cuori e nelle menti degli spettatori cinematografici. Quando poi lanciò la trilogia-prequel (nel 1999) la scena, soprattutto quella religiosa, si presentava notevolmente modificata rispetto a quella della fine degli anni settanta. Gli anni novanta infatti hanno visto l’integrazione di più fenomeni occulti (come ad esempio l’astrologia, il feng shui e il concetto di “saggezza angelica”) e il movimento New Age aveva ormai generato un mercato per spiritualità alternative e nuove religioni (cfr. Cusack, 2010). I gruppi dei seguaci tendono molto a sottolineare la compatibilità della loro religione con le altre fedi; il sociologo francese Adam Possamai cita siti web e gruppi di discussione online dove i jedisti affermano di essere in armonia con buddismo, taoismo e cattolicesimo e di essere appartenenti ad una tradizione che coinvolge “un’arte di guarigione e un viaggio meditativo” (cfr. Possamai, 2003). Il jedismo sembra ritenersi essere la fede che un giorno potrà raggruppare tutte le altre, capace di cogliere il meglio da ogni grande religione (cfr. Turini, 2010).
E’ interessante riflettere sull’incredibile potere suggestivo e mitopoietico3 del cinema, l’arte in cui probabilmente si realizza più compiutamente il cosiddetto meccanismo dell’illusione drammatica (definita dal filosofo Samuel Taylor Coleridge come la volontaria e temporanea sospensione dell’incredulità del lettore) nei confronti di racconti (cfr. De Sanctis, 2015). Si tratta in sostanza di una sorta di patto che stringiamo con noi stessi, e con l’autore, per cui fingiamo di credere in quello che stiamo per vedere, leggere o ascoltare, indipendentemente dal contenuto più o meno inverosimile della narrazione. In virtù di questo può presumibilmente accadere che una storia possa trasformarsi in una vera e propria credenza «e si può arrivare a credere, in totale buona fede, che una teologia cinematografica sia plausibile e possa funzionare anche nel mondo reale» [De Sanctis, in Botta, Canella, 2015:150], in pratica a volte il desiderio di credere è molto spesso sufficiente per farlo.
C’è probabilmente da domandarsi, guardando ad un fenomeno come il jedismo, non tanto sulla sua plausibilità, ma piuttosto sulle ragioni del suo successo.
Adam Possamai ci prova utilizzando il concetto di “Iper-reale” di Baurdillard (secondo cui i mezzi di comunicazione di massa hanno sostituito la realtà con una sua immagine artificiale, che però è talmente sofisticata e seducente da essere scambiata per reale, anzi, più reale del reale) introducendo le “Hyper-real religions” (cfr. Possamai, 2005). L’aspetto probabilmente più interessante è il fatto che il mondo iper-reale non si limita a offrire ai suoi fruitori esperienze molto più intense e coinvolgenti rispetto a quelle della banale vita quotidiana, ma indirettamente li stimola a ricercare quelle stesse esperienze anche al di fuori, nella vita di tutti i giorni (De Sanctis, 2015).
Ogni anno la saga viene celebrata in tutto il mondo dai fan che organizzano convention e raduni e le chiese jediste nascono proprio dal desiderio di tradurre il racconto in atto; i jedisti non si limitano a commemorare il testo filmico, piuttosto intendono realizzarlo concreta- mente nell’esperienza quotidiana (cfr. Turini, 2010). Mc Luhan sottolinea proprio il fatto di come più un’esperienza avrà impatto su tutti i sensi, più coinvolgerà le persone e, forse, si può affermare che in effetti i Film di George Lucas sono stati capaci di farlo.
1l’energia che secondo le dottrine taoiste anima le forme di vita che si manifesta come energia biolettrica immagazzinata negli elettroliti. Il jedi Qi Gong Ging nell’episodio “La minaccia fantasma” parla a sua volta di midi-chlorian, ovvero forme di vita microscopiche presenti nelle cellule che permettono la percezione della Forza.
2termine di origine malinesiana che generalmente rappresenta la forza spirituale, o più precisamente la forza vitale, insita non solo negli esseri viventi ma anche in oggetti investiti di particolare rilievo simbolico. Più di recente l’antropologo R. Keesing ha rianalizzato i vari usi del termine nelle società melanesiane e polinesiane: viene usato come verbo per indicare “l’essere efficace”, “l’essere potenti”, quindi come un sostantivo indicante l’efficacia, il potere e la benedizione.
3«In generale, l’attività, l’arte o la tendenza a inventare favole, a formare miti; in particolare, nell’interpretazione dell’antropologia culturale, processo di formazione ideologica con cui si attribuisce a fatti reali o alla narrazione di essi un valore fantastico di riferimento culturale e sociale» (Treccani).
Bibliografia
Cusack, C., M., Invented religions. Immagination, Fiction and Faith, Ashgate Publishing Company, 2010
De Sanctis, G., “Star Wars as Religion. Jedismo e cultura convergente”. In Botta, S., Canella, T., (a cura di), Le Religioni e le Arti. Percorsi interdisciplinari in età contemporanea (Quaderni di Studi e Materiali di Storia delle Religioni), Morcelliana, Brescia, 2015
Possamai, A., Alternative Spiritualities, New Religious Movements and Jediism in Australia. In Australian Religion Studies Review, Vol 16, 2003
Possamai, A., Religion and Popular Culture: A Hyper-Real Testament, Brussels: P.I.E-Peter Lang, 2005
Vecoli, F., La religione ai tempi del web, Editori Laterza, 2013
Wallace, D., Star Wars – Il cammino Jedi, De Agostini, 2013
Sitografia
Jediism: http://altreligion.about.com/od/alternativereligionsaz/a/jedi_religion.htm
Have Jedi created a new religion?: http://www.bbc.com/news/magazine-29753530
The real church of Jediism: http://www.dailymail.co.uk/news/article-2465445/Jediism- THOUSANDS-believe-religion-based-Star-Wars-franchise.html
Church of jediism: http://www.churchofjediism.org.uk
Approfondimento di Gianluca Turini : http://www.tesionline.it/approfondimenti/articolo.jsp?id=324