Split Brain: storia di un cervello diviso


Il cervello è composto da due emisferi, destro e sinistro, simmetrici ma non identici. Vi sono delle differenze peculiari che li caratterizzano (dalla didattica di A.Oliverio). Le due parti risultano simmetriche nelle funzioni motorie. L’emisfero sinistro permette alla parte destra del corpo di muoversi, gesti identici a quelli che può compiere la parte sinistra, controllata dall’emisfero destro. Un ulteriore aspetto di asimmetria riguarda, invece, la specializzazione nelle funzioni cognitive complesse. L’emisfero sinistro produce e comprende il linguaggio, mentre il destro rappresenta lo spazio circostante (Gazzaniga, Ivry e Mangun, 2015).

Aspetti che differenziano gli emisferi cerebrali:

 

    EMISFERO SINISTRO

              

            EMISFERO DESTRO

Verbale (utilizza vocaboli per nominare e definire la realtà circostante). Non verbale (conscio della realtà, ma incapace di descriverla verbalmente).
Analitico (analizza le singole parti). Sintetico (unisce le parti in un tutto).
Simbolico (usa simboli e segni). Concreto (rappresenta le cose come sono).
Logico e lineare (trae conclusioni sul principio logico e pensa in termini sequenziali). Olistico (vede le cose nel loro insieme).
Temporale (dispone gli eventi in una precisa sequenza temporale). Atemporale (senza senso del tempo).
Razionale (arriva a conclusioni fondate sulla ragione). Non razionale (non richiede fondamenti razionali dei fatti).

Gli emisferi sono collegati da un fascio di fibre, il corpo calloso, che permette loro di comunicare ed integrare le informazioni reciproche. In questo modo le due metà contribuiscono, seppure con peso differente, allo stesso compito. Ad esempio, l’emisfero destro aiuta l’emisfero sinistro nel processo di comprensione linguistica, attraverso l’elaborazione del ritmo, l’accentazione e l’intonazione del linguaggio parlato (Damasio et al., 1992).

Cosa succede quando i due emisferi non possono comunicare tra loro?

É il caso dei pazienti Split Brain,  nei quali, per una procedura chirurgica, è reciso il corpo calloso: in questo modo l’epilessia non si diffonde al cervello nella sua interezza. Tale intervento allevia l’epilessia grave, ma elimina ogni comunicazione tra gli emisferi, ottenendo un “cervello diviso” (Yair Pinto et al., 2017). Tra i pazienti Split Brain studiati, si può citare il caso di Vicki (giugno 1979), la quale, nei primi mesi dopo aver subito l’intervento, non riusciva a compiere le azioni più basilari, come fare la spesa al supermercato. Davanti ad uno scaffale, non riusciva a mettere un prodotto nel carrello con la mano destra, che subito la sinistra lo riponeva al suo posto. Oppure non riusciva a vestirsi, in quanto faticava a controllare il movimento delle sue mani (David Wolman et al., 2012).

In un cervello diviso, è possibile che ogni emisfero sviluppi una coscienza autonoma?

A questa domanda ha cercato di fornire risposta il team di ricercatori guidati dal Dottor Pinto (2017). Sono stati effettuati test su due pazienti che avevano subito un intervento di callosotomia completa (resezione delle fibre del corpo calloso). A questi pazienti sono stati mostrati diversi oggetti su uno schermo di un computer, posti in diverse posizioni. Nella fase successiva dell’esperimento, dovevano indicare gli oggetti precedentemente presentati, tra alcuni distrattori, e porli nella loro posizione originale. In un altro test dovevano definire verbalmente l’oggetto appena visto. Nonostante la mancata comunicazione tra i due emisferi, i pazienti riuscirono a fornire risposte corrette ai test, sia in modalità verbale (peculiare all’emisfero sinistro) che in quella non verbale (peculiare all’emisfero destro). Secondo il Dottor Pinto ciò dimostrerebbe che, nonostante l’isolamento delle sue due metà, il cervello di questi pazienti continuerebbe ancora a produrre una sola coscienza (Yair Pinto et al., 2017). Tale affermazione risulta in contrasto con il lavoro di Gazzaniga, psicologo e neuroscienziato statunitense. Lo studioso ha affermato che, a seguito della sezione del corpo calloso, l’unità della coscienza si interrompe, lasciando il paziente con due menti che esistono come due unità coscienti e completamente indipendenti (Gazzaniga, 1972).

Ciò mette in luce quanto lo studio sulle simmetrie e asimmetrie degli emisferi cerebrali sia ancora in via di sviluppo, soprattutto se si vuole porre l’accento sulla complessità della coscienza unitaria. La ricerca continua a progredire in merito, seppure non vi siano numerosi gruppi di Split Brain. Nonostante le difficoltà, fino a quando vi saranno pazienti che aderiranno agli studi e fino a quando gli scienziati si porranno nuove domande sulle funzioni del cervello, sarà possibile scoprire novità sulla connettività e il modo di comunicare degli emisferi cerebrali (David Wolman et al., 2012).

 

Valentina Massaroni

info

 

 

 

Bibliografia

Damasio AR (1992) “Brain and language” in Scientific American, 267: 89-95.

D. Wolman (2012) “The split brain: a tale of two halves” in Nature 483, 260-263

Gazzaniga M. (1972) “One brain-Two minds? The behavioral consequences of sectioning the cerebral commissures raise fascinating questions about the physical basis of conscious behavior” in American Scientist, 60(3), 311-317.

Gazzaniga M., Ivry R., Mangun G., (2015) “Neuroscienze Cognitive” seconda edizione italiana condotta sulla quarta edizione americana, a cura di Alberto Zani e Alice Mado Proverbio. Zanichelli Editore.

Yair Pinto, David A. Neville, Marte Otten, Paul M. Corballis, Victor A.F. Lamme, Edward H.F. De Haan, Nicoletta Foschi, Mara Fabri (2017) “Split brain: divided perception but undivided consciousness” in Brain a Journal of Neurology, Vol. 140, 1231-1237.

Sitografia

– http://www.oliverio.it/ao/didattica/Cervello.htm/Emisferi/emisferi.htm

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