Con la legge 53/2003 è stata introdotta la possibilità di mandare i bambini alla scuola primaria a 5 anni e mezzo purché compiano i 6 anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento.
Molte sono le famiglie che si trovano di fronte questa scelta tuttaltro che semplice: “facciamo giocare nostro figlio un anno in più oppure gli facciamo perdere un anno?”. Cosa spinge i genitori a decidere verso l’anticipo scolastico? Generalmente dietro questa decisione si cela la convinzione che il bambino sia intellettualmente pronto solo perché, magari, sa già leggere o scrivere qualche parolina (N. Torregrossa).
Le valutazioni da fare, però, sono molte:
Nell’età prescolare i bambini tendono a distrarsi con molta facilità e a concentrarsi per non molto tempo, per questo le attività nella scuola dell’infanzia sono brevi e articolate secondo le esigenze dei bambini. I tempi variano rispetto alle differenti età, a 3 anni avranno una certa durata mentre a 5 anni si inizia a passare, poco per volta, più tempo seduti, dedicandosi ad uno specifico compito. (M. Puggioni, 2010).
Questa attenzione all’esigenza delle varie fasce di età rende bene l’idea di quanto sia indispensabile rispettare i giusti tempi dei bambini. La mia esperienza diretta nella scuola mi ha portato a considerare che ciò che si è abituati a vivere nella scuola dei piccoli verrà totalmente rivoluzionato nella scuola dei grandi. Non si tratta infatti di essere in grado didatticamente di scrivere o leggere; nella scuola primaria vengono modificati totalmente i tempi e gli spazi. Alla scuola dei grandi i bambini passano la maggior parte del tempo seduti dietro ad un banco (fatta eccezione ovviamente per le scuole che mettono in atto altri stili didattici ed educativi).La maturità di un bambino risulta essere fondamentale per il superamento positivo di un cambiamento simile. (L. Pati, 2016)
Come possiamo aiutare, quindi, i genitori ad affrontare questo grande dilemma?
Rispetto alla mia esperienza credo che una prima riflessione possa basarsi sull’osservazione: più che compiacersi se il bambino sappia o meno scrivere qualche parolina dovrebbe osservarne l’autonomia, il tempo di concentrazione rispetto ad una attività, quanto riesce a dedicarsi a qualcosa… va ricordato inoltre che anche il rispetto delle regole, la condivisione e lo stare in gruppo è di estrema importanza per affrontare serenamente la scuola primaria. Un bambino che ha difficoltà a portare a termine un gioco, un disegno, o è poco attento alle sue cose, fa fatica o si oppone quando gli si chiede di mettere a posto ciò con cui stava giocando, probabilmente non è ancora del tutto pronto per affrontare lunghe giornate scolastiche seduto dietro un banco.
Ricordiamoci che l’autonomia ed il rispetto delle regole rende il bambino responsabile, se non si è arrivati a questo probabilmente sarà difficile che l’alunno si assuma o capisca la responsabilità dei compiti, dello studio o del semplice ascoltare la maestra! (L. Pati, 2008)
Inoltre pare ci sia una stretta relazione tra l’anticipo scolastico e l’impennarsi dei casi di Bes (bisogni educativi speciali) e di Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento), (OCSE -Pisa, S. Intravaia, 2012)
Forzare l’entrata alla scuola primaria potrebbe creare nel bambino sensazioni di frustrazione ed inadeguatezza qualora l’autonomia, l’accettazione delle regole e la concentrazione fossero elementi non arrivati alla giusta maturazione.
È necessario ricordare però che non esiste una regola: molti bambini risultano essere maturi abbastanza per affrontare la scuola primaria a 5 anni e mezzo, altri no. Alcuni bambini maturano in fretta, in pochi mesi, altri diversamente. Dovremmo sempre tenere presente il rispetto dei tempi dei più piccoli e lasciare in secondo piano l’idea che “perdere un anno” sia deleterio. Perdere un anno per guadagnarne uno di gioco favorirà lo sviluppo emotivo del bambino che, con i giusti tempi, arriverà alla scuola primaria con una maturità che lo aiuterà ad intraprendere con serenità e fiducia il percorso all’interno della scuola.
Bibliografia
Pati L. (2016) Livelli di crescita. Per una pedagogia dello sviluppo umano, Editore La Scuola
Pati L. (2008) Educare i bambini all’autonomia. Tra famiglia e scuola, Editore La Scuola
Intravia S. (2012) L’Italia che va a scuola, Editori Laterza
Puggioni M. (2010) Cose da bambini. Guida, Editore Edizioni del Borgo
Zavalloni, G. (2015) La pedagogia della lumaca, Editore EMI
Sitografia
Legge 53/2003
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2003/04/02/003G0065/sg
Intervista di N. Torregrossa reperibile su:
http://lebriscole.com/2015/02/iscrizione-alla-scuola-primaria