Pressioni dall’Alto: il voyeurismo delle divinità

 

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“Dio? Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio: a Dio piace guardare! È un guardone giocherellone! Riflettici un po’!” Al Pacino in L’avvocato del diavolo

Se è il Diavolo in persona (o meglio Al Pacino nelle vesti del più famoso cattivo degli ultimi 2000 anni) a suggerirti una riflessione è proprio il caso di ascoltarlo. Spesso in passato si avvertivano i giovani che, anche se da soli in casa, non potevano cadere in tentazione e soddisfare i propri impulsi perché Dio sarebbe stato proprio lì presente a giudicare. Ma a Dio non piace solo presenziare nell’intimità dei ragazzi per segnarli nella sua black list, a Lui piace anche supervisionare l’operato dei medici nelle sale operatorie, sbirciare nel tuo frigorifero oppure controllare che nella cabina elettorale voti il candidato migliore. Tutte queste pressioni dall’alto, almeno per chi è un credente, non sono banalità come potrebbero sembrare da queste brevi righe sarcastiche.

Coloro che prendono sul serio il voyeurismo divino pensano di comportarsi da brave persone, ma è proprio così?

La risposta può essere data in riferimento ad uno studio condotto sugli statunitensi e sul loro accesso a siti pornografici. Da questa ricerca è emerso come le abitudini di fedeli e non-fedeli sono diverse in prossimità dei giorni delle funzioni religiose, ma identiche nei giorni settimanali [cfr Edelman, 2009]. La spiegazione risiede nel fatto che nei giorni da santificare vengono forniti dei rinforzi cognitivi alla dottrina appresa sin da piccoli, come l’essere gentile con il prossimo oppure appunto non assecondare gli appetiti carnali: la cadenza regolare di queste pratiche religiose, spiega Whitehouse, servono ad innestare implicitamente nella memoria i dogmi senza concedere la possibilità di riflessione sul significato di tali pratiche piuttosto che sulle autorità del culto [cfr. Whitehouse, 2004]. Così, la domenica appena terminata la messa la prima cosa che faranno i fedeli non sarà di certo quella di andare sul loro sito per adulti preferito. Il medesimo controllo lo subiscono anche i musulmani, infatti, durante il Ramadan elemosina e beneficenza sono ben viste da Allah; proprio per questo motivo i mendicanti più ricchi del mondo sono quelli di Dubai, i quali sono in grado di racimolare durante questo periodo fino a 60.000 euro al mese.

La sensazione di essere costantemente sotto i riflettori è dovuta ai millenni di evoluzione percorsi dall’Uomo che ha comportato lo sviluppo di un’abilità fondamentale per la sopravvivenza dei gruppi: leggere le espressioni facciali [cfr. Parr, 2011]. Basta una fugace esposizione allo sguardo delle autorità per farci cambiare la condotta. Solitamente ci si dondola sulle sedie quando gli insegnanti non sono in aula, oppure basta vedere in lontananza dei lampeggianti blu per modificare lo stile di guida. Questa forma di iper-vigilanza non viene impiegata soltanto nei contesti sociali, ma anche in quelli religiosi. Non è un caso che la costante dei Grandi Dei di cui ci parla Norenzayan sia quella della “super-vista” [cfr Norenzayan, 2014] Non è solo il Dio cristiano ad essere un guardone, è in buona compagnia: il dio egizio del cielo Horus era considerato per metà uomo e metà falco, la divinità Inca Viracocha veniva riprodotta come un alto uomo barbuto dallo sguardo profondo e gli andalo dei kwaio delle Salomone sono gli spiriti degli antenati che vedono e sentono ogni cosa che accade nei villaggi. Ma queste divinità hanno un altro elemento in comune, infatti anche se gran parte di queste hanno una spiccata abilità nel vedere ciò che accade nel mondo terreno, preferiscono farlo comodamente da lassù nei cieli. Così come le divinità greche vivevano sul Monte Olimpo, il Dio cristiano vive oggi nel suo Regno dei Cieli.

L’essere umano vive costantemente in uno stato di allerta a partire da quando altro non era che una pietanza sul menù di molti predatori. Infatti, anche se crediamo di essere più sicuri ai nostri giorni, ciò non è necessariamente vero per tutti. Molti dei pericoli per la nostra salvezza nel corso dei millenni sono stati ricollocati dalla foresta al cielo e a darci la caccia non sono più gli animali ma le divinità. Sembrerebbe rimasto latente nella memoria filogenetica della nostra specie il ricordo di essere stati un tempo cacciati, determinando alcune paure innate come quella per il buio, per l’immagine di belve oppure per i racconti di vampiri [cfr. Ehrenreich, 1998]. Dai feticci africani al Dio cristiano, una costante delle religioni è la presenza di divinità assetate di sangue; infatti, ciascun dio è, come osserva Ehrenreich, la traslazione di una creatura primordiale alla ricerca di vittime. Alcune culture ricorrono nei rituali proprio a questi ricordi di minacce ancestrali, come accade ad esempio nei riti d’iniziazione degli orokaiwa della Nuova Guinea. I giovani iniziandi vengono terrorizzati e cacciati simbolicamente da alcuni adulti del villaggio mascherati da spiriti animali della foresta con lo scopo di renderli a tutti gli effetti membri della società [cfr. Bloch, 2005]. Così, se prima la collaborazione tra piccoli gruppi di individui permetteva la sopravvivenza, ora l’essere dei perfetti individui pro-sociali dipende soprattutto dal timore per le eventuali punizioni alle trasgressioni carnali, non a caso “l’inferno è più potente del paradiso” [Norenzayan, 2014:70].

Riccardo Montanari

Info

 

 

 

Bibliografia

Bloch. M. (2005), Da preda a cacciatore. La politica dell’esperienza religiosa, Raffaello Cortina Editore, Milano

Edelman, J. (2009), “Red light states: Who buys online adult entertainment?”, in Journal of Economic Perspectives, 23

Ehrenreich, B. (1998), Riti di sangue, Feltrinelli, Milano.

Norenzayan, A. (2014), Grandi Dei, Raffaello Cortina, Milano.

Parr, L.A. (2011), “The evolution of face processing in primates”, in Philosophical Transactions of The Royal Society B Biological Sciences, vol. 366, n. 1571

Whitehouse, H. (2004), Modes of Religiosity. A cognitive Theory of Religious Transmission, Altamira Press, Lahnam

Video di riferimento

L’Avvocato del Diavolo, di Hackford, T., 1997 – [Estratto. Adattamento e rimontaggio: Antonio Severino]

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