Educare Amore: è possibile addomesticare gli istinti?

 

Ogni anno ricorre puntualmente la festa degli innamorati. Il 14 Febbraio tutte le coppie si scambiano regali, omaggi, doni, fiori e scatole di cioccolatini. Nonostante questa tendenza a suggellare l’amore con pegni di reciproca fedeltà, gli ultimi dati raccolti dall’Istat denunciano piuttosto una situazione che potrebbe sembrare perfino contraddittoria. Le ultime notizie a riguardo evidenziano l’aumento dei divorzi, il calo dei matrimoni, l’intensificarsi di comportamenti trasgressivi e di situazioni di solitudine e di abbandono coniugale.

Siamo di fronte a una fragilità affettiva che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito debole, banale, egocentrica, liquida (Z. Bauman, 2003). Senza dubbio si tratta di rapporti umani basati sulla logica “dell’usa e getta” secondo la quale è più facile impegnarsi in modo superficiale in una relazione e, alla prima difficoltà, lasciarsi “senza appello”. Di fronte a queste rotture precipitose affidate spesso ad un sms oppure al noto fenomeno del ghosting (tendenza a non rispondere a messaggi, mail, richieste), vi è in Pedagogia la possibilità di trasformare l’attrazione iniziale in un progetto di vita condiviso attraverso «l’elaborazione del senso delle emozioni e degli affetti da parte dell’educando come fattore di autocontrollo e di gestione dei propri comportamenti emotivi e affettivi» (Bellingreri, 2006:105). Nonostante la complessità l’innamoramento, si può avere una trasformazione intenzionale. L’esperto di Pedagogia degli Adulti Demetrio Duccio, afferma che «ogni vita si configura come un’interminabile, tortuosa, mesta o esaltante educazione sentimentale; dal momento che, e non solo rispetto all’amore, la natura, gli scopi, le intenzioni dei nostri sentimenti mutano in ragione dei destinatari in base alle circostanze, alle motivazioni, ai doveri e alle responsabilità. Non ultime quelle genitoriali e parentali» (D.Demetrio, 2015:47).

Come trasformare le prime forme di innamoramento?

In una relazione di coppia duratura e soddisfacente è necessario elaborare il senso di quanto si prova in maniera istintiva, costruendo significati condivisi. Le prime forme di attrazione verso il partner sono costituite infatti da esperienze sensoriali e fisiologiche attivate dall’insula, un’area cerebrale che determina sensazioni quali il sussultare del cuore, il dilatarsi del respiro, il tremore delle gambe: le stesse sensazioni che il poeta Catullo osava attribuire agli dèi (G.V. Catullo, Carmina 51). Gli innamorati seguono l’impulso di cercarsi, sentono l’ebrezza del trascorrere delle ore che passano, si parlano con un linguaggio incomprensibile agli altri. Si tratta di uno stadio attivo di scelta dell’altro. Il DNA trasmette questi segnali geneticamente conducendoci a scegliere il partner in base all’istinto, senza opinione critica. Per l’appunto, la percezione attivata dai sensi attraverso lo sguardo, l’odorato, il tatto risponde ad un sistema di compatibilità biologica.

Istinto e ragione: un binomio conflittuale?

Da una ricerca condotta all’Università del Panarà, in Brasile sulle coppie si evince che la passione amorosa dipende soprattutto da una questione neurobiologica. Gli studi condotti affermano che l’imprinting olfattivo, ovvero l’effetto dell’odore del partner, è predittivo di una sorta di compatibilità chimica del loro stesso sistema immunitario (Attili G., 2017).

Su piano pedagogico è doveroso sottolineare che, durante questa fase, cambia profondamente la struttura della mente: l’attenzione aumenta, i pensieri negativi scompaiono. Perfino l’effetto della paura viene silenziata. In altre parole si assiste ad una disattivazione dell’area cerebrale preposta al ragionamento (corteccia prefrontale) e dell’amigdala, piccola ghiandola a forma di mandorla che si trova inserita nel cervello (l’amigdala è coinvolta nei processi di formazione della memoria, nel comportamento aggressivo, nell’elaborazione delle informazioni olfattive e nelle reazioni di paura) .

Tuttavia Vygotskij affermava che lo scopo ultimo dell’educazione consiste nell’insegnare all’uomo l’amore (Vygotskij, 2006). Imparare ad amare non avviene però in modo meccanico. Il passaggio dalla fase istintuale alla pratica vera e propria dell’amore implica dei “passaggi di stato”, dei vincoli che bisogna assumere con determinazione e consapevolezza, altrimenti ci si imbatte nella sofferenza affettiva. I precetti pedagogici per l’educazione del piccolo Eros-Cupido, nel famoso quadro del Correggio, da parte della madre Venere, già preludono alla difficoltà di “temperarlo e indirizzarlo al bene”. Nel “gioco” di Cupido, (giovane dio greco che rende schiavi della passione, nell’assenza di logica e razionalità), si assiste inesorabilmente all’alternarsi dello scoccare delle sue frecce: dardi con punte di oro e di piombo colpiscono contemporaneamente. Sono quest’ultime però, ad indurre il dis-amore (“il mancato amore, l’amore sprecato, l’amore finito o finto”).

La fase dell’intervento educativo

Dopo la fase dell’innamoramento, quando le coppie decidono di edificare un progetto di vita comune, possono frequentare dei gruppi di lavoro comuni e di dialogo pedagogico. Mariagrazia Contini, pedagogista e docente, afferma infatti che è possibile articolare «un intervento di prevenzione pedagogica nei confronti di una coppia o di un gruppo familiare, per evitare che i problemi presenti e già sedimentati peggiorino» (M. Contini, 1992, pag. 176). Si tratta di laboratori di educazione emotiva, di interazione e di dialogo attivo che prevedono la partecipazione di due/tre coppie. La finalità è quella di reinterpretare esperienze e aspettative al fine di trovare punti comuni o, viceversa, punti di non ritorno.

In pratica, con il pedagogista, si cerca di costituire un “patto coniugale”, in cui le parti si impegnano ad assumere consapevolmente il compito di creare un nucleo familiare ben saldo per difenderlo dalle rotture, separazioni, abbandoni e tradimenti. Compito dell’educazione è quello di orientare l’innamoramento “per una lunga via”, certamente un percorso difficile ma gratificante al contempo.

L’educazione alle emozioni ha come obiettivo principale la rielaborazione del proprio essere-nel-mondo in relazione all’altro, consapevolmente orientato al superamento dei propri limiti. L’ascolto attivo, l’immersione dialogica e la capacità di mettersi nei panni degli altri conduce ad un saper essere inteso come consapevolezza nel riconoscere l’immagine positiva o negativa del sé. Si crea in questo modo una situazione di apprendimento che emerge come racconto autobiografico condiviso in cui, il pedagogista, accompagna i discenti a riconoscere e a modificare le tonalità emotive intense, elevate, sofferenti. Spesso, queste corazze emotive, rivelano la storia dell’attaccamento genitoriale del soggetto. Ferite aperte che possono arrecare danni al rapporto coniugale attraverso atteggiamenti oppressivi, distanzianti, evitanti oppure incuranti. Si tenga conto che, nel confronto educativo, oltre alla componente istintuale emergono gli stati emotivi degli adulti costruiti nelle esperienze di vita infantili. Molte persone tendono a riprodurre, nella relazione di coppia, stili comportamentali a seconda del rapporto che hanno sperimentato nell’ambito familiare, soprattutto con la mamma.

Il lessico pedagogico

L’intervento progettuale si basa su tre parole del vocabolario pedagogico intorno alle quali costruire strategie di intervento:

  1. l’autenticità: si riferisce alla capacità di accettare il partner nelle sue molteplici sfaccettature. Essa significa accettazione delle reciproche diversità e aspirazioni. Introdurle nel progetto di vita comune significa far emergere la volontà dell’altro al fine di evitare menzogne, false costruzioni di personalità e manipolazioni narcisistiche, determinando il saper diventare «coscienza materna e paterna».
  2. la tenerezza: ovvero la “formazione del piacere” che si raggiunge attraverso l’equilibrio degli stati cognitivi e volitivi. La tenerezza è la direzione dove di rivolge il sentimento quando si crea una nuova dimensione dell’essere nell’intimità: il donarsi oltre ogni paura, l’offrire cura oltre ogni vulnerabilità, l’essere complici oltre la quotidianità. L’amore si nutre infatti anche «di tenerezze e rispetto reciproco, di premure e cure sollecite, di protezione e di commozione. Nella disponibilità a comprendersi e, all’occorrenza, a perdonarsi» (D. Demetrio, 2015).
  3. la libertà: è intesa come il valore etico di promozione dell’altro che viene lasciato libero di seguire le sue aspirazioni. Essa indica anche accoglienza, solidarietà ed esprime quella “simbiosi biologica” tra due persone che non arreca danno o perturbazioni, ma stimola la naturale “competizione” nella sopravvivenza della coppia. La libertà può divenire espressione dell’eros, inteso filosoficamente come raggiungimento della “bellezza dell’anima”. Platone, infatti, in forma mitologica, affermava che l’eros è quel principio mediatore capace di elevare l’uomo dall’irrazionale al razionale, dalle “pulsioni istintuali” alla costruzione di un legame di attaccamento a lungo termine, fatto di fiducia, affetto reciproco, benevolenza. Del resto è ciò che ha sempre affermato il grande Pedagogista J.J.Rousseau: “Il cuore non riceve leggi che sa se stesso; volendolo incatenare lo si libera; lo s’incatena lasciandolo libero”.

Angela Pellino

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* sotto i 20 anni, le persone che hanno contratto matrimonio si sono dimezzate, passando in cinque anni da 14.427 a 7.498 (-48%). Giù anche il numero di persone sposate tra 21 e 30 anni, che da 1.102.119 sono passati a 796.663 (-27,7%). Nell’ultimo gruppo, quello tra 31 e 34 anni, il calo è stato del 21%, da 1.486.086 a 1.172.766 coniugati.

Bibliografia

Attili G. (2017), Il cervello in amore. Le donne e gli uomini ai tempi delle neuroscienze, Il Mulino, Bologna

Contini M., (1992), Per una pedagogia delle emozioni, La Nuova Italia, Scandicci

Demetrio D. (1999), L’educazione nella vita adulta. Per una teoria fenomenologica dei vissuti e delle origini, Carrocci editore, Roma

Id, (2015), Silenzi d’amore. Scrivere i sentimenti taciuti, Edizioni Mimesis, Milano

Vygotskij L.S. (2006), Manuale di psicologia applicata all’insegnamento e all’educazione, Erickson, Gardolo

Sitografia

www.istat.it

https://www.fondazioneilcorreggio.it/portfolio/venere-con-mercurio-e-cupido-ossia-leducazione-di-amore/
Il superficiale, il profondo: saggi di antropologia pedagogica, Di Antonio Bellingreri, https://books.google.it/books

Amore liquido: Sulla fragilità dei legami affettivi, Zygmunt Bauman, https://books.google.it/books?id=0nbsDQAAQBAJ&pg=PT4&source=kp_read_button&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/istat-crollano-i-matrimoni-tra-i-giovani-italiani-24-in-cinque-anni_3121595-201802a.shtml

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