Il sistema sanitario è l’insieme delle «istituzioni, attori e risorse, umane e materiali, che concorrono alla promozione, al recupero ed al mantenimento della salute» [Ferrera M., 2006:185]. Secondo l’Art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: «Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali necessari» [ONU, 1948]. Salute che non consiste solo nell’assenza di malattia, ma è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale (OMS, 1948). L’Art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». Il Servizio sanitario nazionale (in acronimo SSN), nell’ordinamento giuridico italiano, identifica quindi il complesso delle funzioni, delle attività e dei servizi assistenziali gestiti ed erogati dallo Stato italiano. È pertanto connesso al welfare state e a quelle che vengono definite “politiche sociali”, ovvero quell’insieme di interventi pubblici aventi lo scopo di risolvere problemi e raggiungere obiettivi di carattere sociale (Ferrera, 1984). In particolare, le politiche sanitarie riguardano la prevenzione del rischio di malattia ed il soddisfacimento dei bisogni sanitari a esso connessi.
Storia e istituzione
Le origini del Servizio Sanitario Nazionale italiano risalgono alla fine del secondo conflitto mondiale, con l’istituzione dell’Alto Commissariato per l’Igiene e la Sanità, avvenuta nel 1945 (Falcitelli N., Gensiní G.F., Trabucchi M., 2008). Successivamente, con la legge del 13 marzo 1958, n. 296, fu istituito il Ministero della Sanità che, nel 2001, modificò la sua denominazione in Ministero della “Salute”, nome che rispecchia maggiormente la nuova missione svolta dal ministero in linea con la definizione di salute espressa dall’OMS. Il cammino percorso per giungere all’emanazione della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale è stato lungo e tormentato, ma caratterizzato da una ampia serie di provvedimenti legislativi che hanno in qualche modo spianato la strada verso la riforma (Vicarelli G., 1997). La Legge 833/78 “Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale” (detta anche Riforma Sanitaria) è la legge della Repubblica Italiana che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale ed è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 360 del 28 dicembre 1978. Con essa si smantella il sistema mutualistico fondato su una molteplicità di schemi corporativi e introduce un’unica assicurazione nazionale estesa a tutti i cittadini, il SSN.
Oggi il sistema sanitario italiano è regolato essenzialmente da tre provvedimenti (Ferrera, 2006):
- Legge del 23 dicembre 1978, n. 833 che, come detto, ha istituito il SSN;
- Legge del 23 ottobre 1992, n. 421 con i decreti legislativi 30 dicembre 1992, n. 502 e 7 dicembre 1993, n. 517, che ha provveduto al «Riordino della disciplina in materia sanitaria», riordino tanto profondo da essere definito “riforma della riforma”.
- Legge del 30 novembre 1998, n. 419 con il relativo decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, che ha dettato «Norme per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale».
Articolazione e funzionamento
Il SSN italiano si struttura su 3 livelli:
- Livello centrale: Parlamento, Governo, Ministero della Salute;
- Livello regionale: regioni, conferenza Stato – Regioni;
- Livello locale: ASL che gestisce le sue strutture, i medici di base, le aziende ospedaliere (AO), le strutture di cura private e attività medico-professionale.
Lo Stato ha la responsabilità di assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute mediante un forte sistema di garanzie, attraverso i livelli essenziali di assistenza (Ministero della Salute, 2019). Esso programma la politica sanitaria mediante la definizione del PSN o Piano Sanitario Nazionale. Il PSN stabilisce gli obiettivi fondamentali di prevenzione, cura e riabilitazione. Inoltre, stabilisce i finanziamenti: la quota capitaria da assegnare alle regioni è identica, la quantità dei trasferimenti statali varia in base al numero di residenti (Ferrera M., 2006).
Le Regioni a loro volta hanno la responsabilità diretta della realizzazione del Piano Sanitario Regionale e della spesa per il raggiungimento degli obiettivi di salute del Paese. Hanno competenza esclusiva nella regolamentazione ed organizzazione di servizi e di attività destinate alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende sanitarie locali (ASL) e delle aziende ospedaliere (AO). Si occupano inoltre del controllo di gestione e della valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei principi generali fissati dalle leggi dello Stato (Ministero della Salute, 2019).
Presente e futuro della politica sanitaria in Italia
Il nostro SSN italiano è tra i più efficaci ed efficienti a livello europeo, perché in grado di valorizzare le diverse esperienze attuate nei vari contesti regionali mantenendo però l’unitarietà del sistema, grazie a norme di principio fissate dallo Stato e a linee di indirizzo e programmazione condivise tra lo Stato e le Regioni (Palumbo, 2018):
- Secondo una ricerca dell’OMS, risalente al 2000, l’Italia aveva il secondo sistema sanitario migliore del mondo in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini, dopo la Francia (Corriere della Sera, 2000);
- In Italia la speranza di vita alla nascita (82.6 anni nel 2015) è tra le più alte nel mondo (OMS, 2015);
- L’ultima classifica Bloomberg Health Care Efficiency, che calcola, in base ai dati di Banca Mondiale, Oms, Nazioni Unite e FMI, quali sono i sistemi sanitari più efficienti al mondo, rivela che il nostro Paese ha guadagnato due posizioni rispetto all’anno 2017, posizionandosi al 4° posto. Al top Hong Kong. In Europa ci supera solo la Spagna che è terza nel mondo. Francia al 13° posto. Regno Unito al 35° posto e Germania al 45° posto). USA a fondo classifica al 54°, subito prima della Bulgaria (Bloomberg, 2018). L’attuale politica sanitaria italiana è costellata anche di alcuni elementi problematici, che possono essere brevemente esaminati per riflettere sulle possibili future soluzioni. Tali elementi sono presenti anche nelle valutazioni che periodicamente vengono prodotte dall’OCSE, ovvero l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Palumbo F., 2018):
- Le esigenze di contenimento della spesa pubblica, per cui il Ministero della Salute si trova a cooperare con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. La valutazione complessiva che, attualmente, può essere data su tale esperienza ci indica che non sempre obiettivi quantitativi e salvaguardia della qualità delle prestazioni sono state congiuntamente realizzati (Palumbo, 2018). La riorganizzazione della spesa potrebbe essere affrontata in termini di riduzione degli sprechi e ottimizzazione delle risorse;
- Il coordinamento tra i due livelli di governo, centrale e regionale, che risulta scarso ed in tal modo contribuisce ad accrescere la differenziazione dell’offerta sanitaria. A tal proposito una soluzione potrebbe configurarsi con un rafforzamento della Conferenza stato-regioni come strumento di confronto sia politico che tecnico (Taroni F., 2015);
- Il bisogno di informare e formare la popolazione, giovane ed adulta, a stili di vita salutari. È importante agire di prevenzione, insegnando alle persone ad avere della propria salute: non curare, ma prendersi cura ogni giorno di mente, anima e corpo.
Spunti di riflessione
A quarant’anni dalla Legge Basaglia (Legge del 13 maggio 1978, n.180), che ha segnato una svolta nel mondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici, disponendo la chiusura dei manicomi, e che venne inserita all’interno della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (833/1978), appare interessante citare Franco Basaglia, il quale affermava che “per poter veramente affrontare la malattia, dovremmo poterla incontrare fuori dalle istituzioni, intendendo con ciò non soltanto fuori dall’istituzione psichiatrica, ma fuori da ogni altra istituzione la cui funzione è quella di etichettare, codificare e fissare in ruoli congelati coloro che vi appartengono” (Basaglia, 1968). Ognuno di noi ha un universo infinito di possibilità di vivere bene, sta a noi agire per “tutelare la salute in quanto fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 32).
Bibliografia
Basaglia, F., (1968). Il problema della gestione. Appendice alla seconda edizione de “L’istituzione negata”. Einaudi, Torino.
Basaglia, F., (1974). Introduzione generale ed esposizione riassuntiva dei vari gruppi di lavori, corso di aggiornamento per operatori psichiatrici. Trieste.
Falcitelli, N., Gensiní, G.F. e Trabucchi, M., (a cura di), (2008). 1978-2008: trent’anni di Servizio Sanitario Nazionale e di Fondazione Smith Kline. Bologna, Il Mulino.
Ferrera, M., (1984). Il Welfare State in Italia. Bologna, Il Mulino.
Ferrera, M., (2012). Le politiche sociali. L’Italia in prospettiva comparata. Il Mulino, Bologna.
Ferroni, Bacci, Petretto, (2016). Pubblico e privato nel sistema di welfare. Fondazione CESIFIN Alberto Predieri.
OMS (2015)., World Health Statistics 2015.
ONU (1948)., Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Taroni F., (2015). Salute, sanità e regioni in un servizio sanitario nazionale, L’Italia e le sue Regioni. Istituto Treccani.
Vicarelli, G., (1997), Alle radici della politica sanitaria in Italia. Società e salute da Crispi al fascismo. Bologna, Il Mulino.
WHO (2000)., World Health Report. Health systems: improving performance, Ginevra.
Sitografia
Bloomberg (2018). These Are the Economies With the Most Efficient Health Care: https://www.bloomberg.com/news/articles/2018-09-19/u-s-near-bottom-of-health-index-hong-kong-and-singapore-at-top
Corriere della Sera (2000): Sanità, nella classifica mondiale Italia battuta solo dalla Francia.
Ministero della Salute (2019), Sito Ufficiale: http://www.salute.gov.it/
Palumbo, F. (2018). 40 anni dalle grandi riforme sanitarie. Basaglia e istituzione del Ssn: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=67486