Sedersi accanto al proprio bambino, rimboccargli le coperte e leggergli un libro è sempre stato un rito per unire genitori e figli, un momento speciale che li accompagna nella notte e li aiuta a proiettare all’esterno le paure e le emozioni che hanno dentro e che possono aver accumulato durante la giornata.
Eppure sta diventando sempre meno frequente!
Book Trust, la più grande organizzazione benefica per la lettura dei bambini nel Regno Unito (https://www.booktrust.org.uk/), nata con lo scopo di supportare bambini e famiglie a provare la gioia della lettura e tutti i suoi benefici, ha recentemente condotto un sondaggio sulle abitudini familiari legate ai libri, su un campione di 1000 genitori con figli sotto ai 10 anni.
I risultati, come riporta “Sky News UK”, sono sconvolgenti: il 26% dei genitori ha dichiarato di delegare a dispositivi tecnologici (come Amazon Alexa), la lettura di storie della buonanotte e più della metà usa un telefono o un tablet o un’app come Youtube (https://news.sky.com/story/alexa-read-a-bedtime-story-parents-swapping-books-for-tech-new-research-warns-11726605).
Ma cosa spinge un genitore a delegare ad una voce metallica e senza sentimento un momento importante come quello del racconto prima della nanna?
Le motivazioni principali sembrerebbero da una parte la mancanza di tempo (1 genitore su 5 ha dichiarato di essere “troppo occupato”, dando la colpa agli impegni lavorativi), dall’altra la voglia di far interagire i propri bambini con la tecnologia. Al contempo, la percentuale di chi afferma di trovare il tempo di leggere una storia ai propri figli prima di andare a dormire, rimane più alta, seppur di poco (28%).
E in Italia?
Queste basse statistiche rimangono una prerogativa della patria inglese. In Italia, infatti, è ancora decisamente elevato il numero di genitori che predilige libri cartacei e una serena manciata di minuti in compagnia dei figli prima che questi si addormentino.
Secondo gli ultimi dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori) il 97% dei bambini tra i 4-6 anni leggono libri con un adulto mentre la percentuale si riduce al 79% tra coloro che hanno acquisito le prime competenze alfabetiche (7-9 anni), per poi ridursi progressivamente al crescere dell’età (http://www.aie.it).
Negli ultimi anni, proprio allo scopo di far conoscere i benefici che può dare la lettura ai bambini molto piccoli e per contrastare la diffusione della lettura “automatizzata”, sono sorte numerose associazioni e progetti. Tra i più importanti ricordiamo “Nati per leggere”, avviato nel 1999 dalla collaborazione di pediatri e bibliotecari, con l’obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce nei bambini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni. Inoltre, il ministero della salute, in collaborazione con la Federazione italiana medici e pediatri e con l’Unicef, ha deciso di estendere su tutto il territorio nazionale la campagna di sensibilizzazione “Genitori più”: un’iniziativa rivolta ai neo- genitori e alle nuove famiglie, che offre un insieme di indicazioni per garantire la salute dei piccoli tra le quali spicca proprio la promozione della “lettura ad alta voce ai bambini” (https://www.epicentro.iss.it/materno/genitori-piu).
Quali sono i benefici della lettura ai bambini?
Che leggere faccia bene è un mantra che molti di noi si sono sentiti spesso ripetere sin da bambini. Quali sono, però, i reali benefici?
Rita Valentino Merletti, responsabile di progetti di educazione alla lettura e autrice di numerosi saggi, li riassume così:
- aumento della memoria: «i bambini che sentono leggere mostrano un significativo aumento della memoria, della motivazione e delle competenze linguistiche. La lettura riduce lo stress e l’irrequietezza e porta a uno sviluppo complessivo, con un guadagno di 6 mesi sui coetanei». (Merletti, Paladin, 2012, p. 417).
- accresce il vocabolario: parlare è la via più immediata di comunicazione che il bambino sperimenta. Succede, però, che il lessico potrebbe essere “sporcato” da termini colloquiali, espressioni dialettali o magari non sempre grammaticalmente corrette. Leggere un libro vuol dire, invece, affidarsi alle parole di un professionista, un autore che ha inventato una storia e misurato il linguaggio sulle esigenze dei bambini (infatti, i libri sono divisi per fascia d’età e quindi hanno un lessico pesato sulle loro necessità e abilità). Un bambino che viene abituato, sin da piccolo, ad ascoltare frasi complesse, termini nuovi e non del linguaggio comune sarà un bambino con un vocabolario sicuramente più ricco.
- migliora la capacità di esprimere le emozioni e di gestirle appropriandosi del proprio vissuto, costruendo un fondamento per uno sviluppo maturo del soggetto (Soffiato, 2010). Inoltre, permette di affrontare temi non facili; non sempre, infatti, i genitori sanno trovare le parole giuste per affrontare questioni difficili, che possono essere le più svariate come togliere il ciuccio, andare all’asilo, ma anche la perdita di una persona cara o una separazione in famiglia. Nei libri, spesso grazie all’uso di immagini o di parole semplici, i bambini possono trovare la strada per l’immedesimazione prima e l’espressione del loro sentire poi. Non sempre l’argomento deve essere esplicito, certe volte anche una metafora può aiutarli a tirare fuori i loro sentimenti, abituandoli così ad esprimere ciò che hanno dentro e permettendo ai genitori di affrontare insieme le piccole, grandi battaglie quotidiane.
- amplia i tempi di attenzione e della concentrazione: più si riuscirà ad attirare l’attenzione di un bambino con una storia, più aumenterà il suo tempo di attenzione. Al contempo si educa al silenzio e all’ascolto (Merletti, 1996).
- rinforza il legame: creare l’abitudine di un momento dedicato esclusivamente al bambino rende il legame genitori-figli più solido. Certo, la vita di tutti i giorni, gli impegni, i pensieri, il lavoro spesso prendono il sopravvento e i momenti di tenerezza, contatto e complicità passano in secondo piano. Dare spazio a questa bella abitudine vuol dire, in primis, dedicare del tempo al bambino che interpreta questa “attenzione” come un modo per dirgli “ti vogliamo bene” diverso dai baci e dagli abbracci (Merletti, Tognolini, 2006).
- permette di creare immagini mentali autonome: la lettura e la fantasia, infatti, vanno di pari passo. La lettura ha come elemento fondamentale la fantasia e l’immaginazione. Quando si legge un libro si creano delle scene/immagini nella propria mente, a differenza ad esempio di quanto avviene durante la visione di un film o cartone animato in cui la fantasia viene sostituita da immagini già pronte (Merletti, 1996).
- aumenta il desiderio di imparare a leggere autonomamente: leggere è un compito difficile e scoraggiante a cui è necessario offrire sostegno e motivazione. Introdurre il soggetto alla lettura fin dall’infanzia non vuol dire insegnare al bambino a leggere precocemente ma riuscire a creare attorno a lui interesse, motivazione e preferenze per la lettura, le quali successivamente saranno premesse per l’evoluzione del linguaggio e per la voglia di imparare a leggere da solo (Merletti, 1996).
L’interesse per la lettura non è però innato e pertanto occorre coltivarlo.
L’educazione alla lettura, infatti, comprende tutto un insieme di buone prassi pedagogiche atte a promuovere la creazione e il mantenimento delle condizioni necessarie per la nascita e lo sviluppo del piacere di leggere. Per dei “non professionisti” ciò può risultare difficile, per questo, gli adulti possono avvalersi della consulenza di un pedagogista soprattutto per quanto concerne la scelta dei testi più adatti all’età, alle “competenze”, al livello di sviluppo e agli interessi dei bambini.
Riconoscendo i notevoli benefici insiti nella lettura tradizionale Gemma Malley, presidente di BookTrust afferma: «So per esperienza che può essere allettante sostituire la lettura a voce alta con un dispositivo, ma scambiare libri con la tecnologia può avere conseguenze profonde. In realtà, solo dieci minuti di lettura di un libro insieme al giorno fanno la differenza».
Bibliografia
Merletti R., (1996), Leggere ad alta voce, Milano, Mondadori
Paladin L., Valentino Merletti R., (2015), Nati sotto il segno dei libri: il bambino lettore nei primi mille giorni di vita, Idest, Campi Bisenzio
Soffiato L., (2010), Novel e romance: strumenti per l’analisi dei generi letterari in prospettiva pedagogica, Cleup
Valentino Merletti R., Paladin L. (2012), Libro fammi grande: leggere nell’infanzia, Idest, Campi Bisenzio, ebook
Valentino Merletti R., Tognolini B., (2006), Leggimi forte: accompagnare i bambini nel grande universo della lettura, Salani Editore, ebook
Sitografia