Museo=Educazione. Vale realmente per tutti?

Visitare un Museo può rivelarsi un viaggio alla scoperta del mondo e, al contempo, di sé stessi. Come ogni viaggio che si rispetti è una bellissima opportunità per fare un’esperienza emozionante e appagante, oltre che formativa. In occasione della Giornata mondiale dei musei (18 maggio), un importante evento nazionale organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il patrocinio del Consiglio d’Europa e dell’ICOM, è doveroso chiedersi se l’esperienza museale sia davvero garantita, appagante nonché, soprattutto, inclusiva e formativa per tutti e tutte.

Il Museo è un luogo educativo?

Un museo non è una cassaforte o un archivio ma è luogo di formazione dove potersi confrontare con le opere d’arte, interlocutrici sempre attuali (Bernardi, 2017) che raffigurano mondi possibili (Gardner, 2011). La funzione educativa è infatti una sua caratteristica intrinseca poiché istituzione che conserva, «comunica e espone per scopi di studio, educazione e diletto» le testimonianze materiali ed immateriali dell’essere umano (International Council of Museums – ICOM, 2007). 

Le opere d’arte all’interno di un museo hanno quindi due funzioni:

  1. didattica: veicolano informazioni e mostrando come «il sapere nasce, si consolida […] e permette a una cultura, a una storia collettiva, a una società, di rappresentarsi attraverso esso» (Ciarcià e Dallari, 2016, p. 11);
  2. formativa in senso ampio: fanno scaturire emozioni e forniscono mondi possibili (Gardner, 2011), ovvero modelli con cui confrontarsi e interrogarsi.

L’accessibilità? Per tutti, non solo per chi ha disabilità

L’accessibilità esprime la capacità di un ambiente di garantire alle persone indipendenza a prescindere da età, sesso e genere, background culturale e dalle abilità cognitive, fisiche e sensoriali (Garofalo e Conti, 2012): un museo accessibile è un museo dove tutti i visitatori sono in grado di fruire autonomamente e pienamente delle opere d’arte.

Il tema dell’accessibilità ha un grosso impatto a livello sociale perché strumento necessario per l’attuazione dei diritti di tutte le persone, non solo di quelle con disabilità (Cetorelli e Guido, 2017). Un museo accessibile è quindi quello che garantisce sia accesso e movimento in autonomia e sicurezza, sia l’abbattimento di tutte le altre tipologie di barriere che impediscono la fruizione delle opere.

Quali sono le barriere che rendono un Museo un luogo non accessibile?

    • Barriere fisiche: nonostante le Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale (2008) e la legislazione vigente (l.104/1992; D.P.R. 503/1996; D.P.R. 380/2001 capo IV; art. 38 del D.Lgs.156/2006), ancora molte strutture presentano ostacoli come pendenze eccessive, passaggi troppo stretti, servizi igienici non idonei, ascensori non presenti/non adatti/non funzionanti, ecc.; questo va a discapito dell’autonomia non solo di persone con disabilità fisiche, ma anche – ad esempio – di donne in stato di gravidanza e genitori/caregiver di bambini/e piccoli/e.
    • Barriere economiche: il biglietto è un ostacolo soprattutto per famiglie, anziani (Miglietta, 2017) e, in generale, per le persone con basso reddito.
    • Barriere sensoriali: poche realtà museali sono completamente accessibili a persone con disabilità e difficoltà visive e/o uditive (p.e.: a causa della difficoltà o impossibilità di leggere didascalie e pannelli descrittivi, di utilizzare audioguide e prendere parte a visite guidate – quando non previste nelle diverse lingue dei segni) (Miglietta, 2017).
    • Barriere cognitive: sovente non si tiene in considerazione che le capacità cognitive (come percezione, attenzione e memoria) non sono identiche tra le persone.
    • Barriere culturali: alcune persone ritengono il Museo un luogo di elevato livello culturale in cui si sentono (o sentirebbero) inadeguate e non all’altezza di comprenderne i contenuti (Falchetti, 2010 e 2014).
    • Barriere linguistiche: spesso le indicazioni e le informazioni non sono ben visibili, leggibili e/o comprensibili (da madrelingua italiani e/o stranieri).
    • Barriere per l’infanzia e per le famiglie: la presenza di bambine e bambini è spesso considerata residuale, tant’è che la mediazione di quanto esposto viene lasciata alle capacità degli adulti accompagnatori (Perin, 2017); frequentemente vi è anche la mancanza di servizi igienici adeguati, di fasciatoi (se presenti, raramente sono posizionati anche nelle toilettes degli uomini), di spazi allattamento e, in generale, di luoghi adatti e attrezzati.
    • Barriere tecnologiche: touch screen, tablet, QR code e, più in generale, apparati multimediali possono risultare poco efficaci, o addirittura escludenti, per le persone che non hanno familiarità (p.e.: anziani) (Miglietta, 2017).
    • Detenzione: nonostante l’art. 27 della Dichiarazione Universale dei  Diritti dell’Uomo «ogni individuo ha il diritto di prendere parte […] alla vita culturale […], di godere le arti» e l’art. 27 l.354/75 «negli istituti devono essere favorite e organizzate attività culturali […] anche nel quadro del trattamento rieducativo», pochi Musei (p.e.: la GAMeC di Bergamo) hanno tematizzato la possibilità di rendere fruibili collezioni e mostre (all’interno del museo stesso, quando possibile, oppure nel carcere) anche a persone detenute. 

Come abbattere le barriere e rendere il Museo un luogo realmente accessibile?

Mettersi nella condizione di ascolto è il primo, ineludibile, passo verso l’accessibilità dei Musei: il lavoro si dovrebbe concretizzare in un’indagine continua e in interventi allo scopo di comprendere le esigenze di tutte le persone (Miglietta, 2017).

Per quanto riguarda l’esperienza museale tout court, da alcuni anni i Musei stanno tentando di andare in contro alle varie esigenze dei loro pubblici progettando e promuovendo lodevoli iniziative e percorsi di visita specifici, per esempio per persone con disabilità sensoriali, disabilità intellettive, per stranieri, per bambini/e, ecc.. 

Per far sì che si possa concretizzare una vera inclusione è necessario, però, un cambio di paradigma e di modalità di pensare e progettare l’esperienza museale: un Museo fruibile, interattivo e partecipato non è quello che propone molti percorsi ad hoc per ogni tipo di pubblico. Un Museo che garantisce, senza discriminazione alcuna, il diritto ad una concreta e reale inclusione e partecipazione è quello che comunica in modo multisensoriale e che propone diverse soluzioni fruibili e utilizzabili da tutti e tutte indipendentemente dalle specificità;

a titolo esemplificativo e non esaustivo:

  • ausili e supporti tecnologici, che come detto poc’anzi possono costituire una barriera per alcuni tipi di pubblici, se adottati con criterio e significatività, non in sostituzione di strumenti più “tradizionali” ma a loro integrazione, sono in realtà ottimi mediatori che permetterebbero a numerose persone di godere a pieno e in autonomia l’esperienza museale (p.e.: persone con DSA, persone con disabilità, persone che non conoscono l’italiano, ecc.);
  • riduzioni del prezzo del biglietto o particolari agevolazioni economiche favoriscono l’accesso ai Musei; un’importante iniziativa è #domenicaalmuseo che permette l’accesso gratuito la prima domenica del mese (info: https://bit.ly/2SZFXnx);
  • prevedere sempre percorsi tattili fruibili da tutte le persone (Grassini, 2016), non solo quelle con difficoltà/disabilità visive, renderebbe l’esperienza estetica più completa poiché coinvolgerebbe anche il senso del tatto; ciò favorirebbe la piena partecipazione di bambine/i e persone con disabilità intellettiva;
  • componenti sonore prudentemente inserite nel percorso di visita possono corroborarne gli aspetti significativi, come un ampio e variegato approccio cognitivo al periodo storico, o un’immersione evocativa in tempi e civiltà diversi (D. Lgs. n.112/98 art. 150 comma 6);
  • l’utilizzo di linguaggi chiari e semplici faciliterebbe la fruizione da parte di bambine/i, di persone con disabilità, persone con bassa scolarizzazione, ecc.;
  • garantendo spazi di riposo durante il percorso si preverrebbe l’affaticamento mentale e fisico (D. Lgs. n.112/98 art. 150 comma 6).

Lavorare affinché un Museo sia accessibile a tutti e tutte, a prescindere da età anagrafica, sesso e genere, background culturale, possibilità economiche e dalle abilità cognitive, fisiche e sensoriali ha quindi una portata sociale e di significati molto ampia: grazie all’accessibilità alla cultura, le società hanno l’opportunità di mettere tutte le persone nelle condizioni di poter beneficiare di esperienze significative in termini di accesso alla cultura, di educazione alla bellezza, di confronto con sé, con l’altro e con l’opera, di formazione personale e sociale. 

L’inclusione è quindi il risultato dell’accettazione di tutte le diversità: tutti e tutte siamo diversi per esigenze, per formazione, per abilità, per aspettative, per desideri.

Chiara Merisio

Info

 

 

 

Bibliografa

Bernardi E. (a cura di) (2017), Franco Russoli, Senza utopia non si fa realtà. Scritti sul museo (1952-1977), Skira, Milano, p. 164.

Cetorelli G. e Guido M.R. (a cura di) (2017), Il patrimonio culturale per tutti. Fruibilità, riconoscibilità, accessibilità, Quaderni della valorizzazione – ns 4, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Direzione generale Musei.

Ciarcià P. e Dallari M. (2016), Arte per crescere, Bazzano, Edizioni Artebambini, pp. 9-11

Falchetti E. (2010), Perché visito i musei scientifici. Risultati preliminari di un’inchiesta sui pubblici del Museo Civico di Zoologia di Roma, Museologia Scientifica Memorie, 6: 242-247.

Falchetti E. (2014), Il Museo come spazio di dialogo e inclusione culturale. In: Musei per le Storie. Storie per i Musei. Storytelling digitale e musei scientifici inclusivi. Un progetto europeo, Veterani Ed., Nepi (VT), pp. 59-75.

Gardner H. (2011), Verità, bellezza, bontà: educare alle virtù nel ventunesimo secolo, Feltrinelli, p. 31

Garofalo I. e Conti C. (2012), Accessibilità e valorizzazione dei beni culturali. Temi per la progettazione di luoghi e spazi per tutti, Franco Angeli, Milano.

Grassini, A. (2016), Per un’estetica della tattilità. Ma esistono davvero arti visive?, Armando Editore, Roma.

Miglietta A.M. (2017), Il museo accessibile: barriere, azioni e riflessioni, MUSEOLOGIA SCIENTIFICA nuova serie, 11: 11-3.

Orlando E. (2014), Per un patrimonio culturale accessibile. Nuove strategie di comunicazione e educazione museale, Edizioni Nuova Prhomos, Città di Castello (PG).

Perin A. (2017), Musei e bambini, Edizioni Ancilab.

Sitografia

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI – Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientificie sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei (D. Lgs. n.112/98 art. 150 comma 6) http://musei.beniculturali.it/wp-content/uploads/2016/04/Atto-di-indirizzo-sui-criteri-tecnico-scientifici-e-sugli-standard-di-funzionamento-e-sviluppo-dei-musei-DM-10-maggio-2001.pdf 

MIBACT – Direzione generale dei Musei, 2008. Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale. http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1311244354128_plugin-LINEE_GUIDA_PER_IL_SUPERAMENTO_DELLE_BARRIERE_ARCHITETTONICHE.pdf 

https://www.uiciechi.it/documentazione/istruzione/musei.asp 

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