La figura dello psicologo del lavoro all’interno delle aziende

La nostra è una società industrializzata che spesso pone l’attenzione solo al prodotto finale senza considerare né l’aspetto umano dei lavoratori né l’ambiente in cui sono inseriti. All’interno dell’azienda alcune figure professionali si occupano di analizzare il benessere organizzativo, i comportamenti delle persone nello svolgimento della loro attività professionale in rapporto alle relazioni interpersonali, ai compiti da svolgere, alle regole e al funzionamento dell’organizzazione. Tali professionisti sono gli psicologi del lavoro e delle organizzazioni, a molti sconosciuti e spesso confusi con gli psicologi clinici (Salgado & Peiro, 2008). Nell’immaginario collettivo lo psicologo viene spesso associato al lettino e alla psicoterapia e raramente viene collocato all’interno di un’azienda (Gabassi, 2007).

Sembra quasi scontato porsi la domanda relativa alla differenza riguardo la formazione individuale.

La figura dello psicologo del lavoro e delle organizzazioni può condividere con un clinico il percorso di laurea triennale, come ad esempio “Scienze e Tecniche Psicologiche”, il quale presenta un piano di studi che prende in esame svariati aspetti. Dopo questa prima fase chi vorrà approcciarsi all’analisi intrapsichica degli individui e alle psicopatologie correlate potrà intraprendere un percorso magistrale clinico al quale potrebbe seguire, al fine di un perfezionamento individuale, una scuola di psicoterapia. Chi invece vorrà approcciarsi al mondo delle aziende e delle organizzazioni potrà far riferimento a un percorso magistrale legato a tale ambito, a seguito del quale l’individuo potrà scegliere un master specialistico che analizzi tali tematiche. 

In Italia la psicologia del lavoro, sotto il nome di psicotecnica, muove i suoi primi passi a partire dalla metà del XX secolo.

A partire dalla metà degli anni ‘80, anno in cui venne creato il primo indirizzo di laurea in psicologia del lavoro e delle organizzazioni lo psicologo del lavoro inizia ad essere considerato come una figura professionalmente riconosciuta (Gabassi, 2007).

La psicologia del lavoro e delle organizzazioni non valuta soltanto il benessere/malessere organizzativo e i derivanti rischi psico-sociali, ma si occupa anche della selezione, della formazione e della valutazione delle potenzialità del personale. Lo psicologo, prima di iniziare il reclutamento del personale, deve, attraverso l’utilizzo di colloqui, questionari e prove tecnico-pratiche, individuare quali siano le caratteristiche cognitive e comportamentali, le conoscenze, le capacità e le abilità che l’individuo deve possedere per poter ricoprire quella data posizione: tutto questo processo viene definito come job analysis. Dopo questa prima fase, il professionista inizia a fare degli screening in base ai curricula pervenuti e poi procede attraverso le precedenti modalità (Siddique,2004). Oltre alle suddette attività possiamo annoverare il career counseling, ovvero le consulenze individuali sulla carriera per le persone in cerca di occupazione o per quelle già occupate che intendono modificare la loro collocazione professionale. 

La figura dello psicologo è in continua evoluzione, così come la nostra società, e si occupa di analizzare situazioni differenti, motivo per cui si può definire come una una posizione lavorativa multisfaccettata.

Lo psicologo del lavoro si occupa di attività diverse in base alle situazioni, ma in linee generali la sua funzione lavorativa si può suddividere nei seguenti punti (De Carlo & Nicola, 2002):

    • Orientamento degli studenti, sostenendo lo studente che si trova a dover decidere il proprio percorso di studi. Lo studente viene supportato e orientato in base alle proprie capacità, inclinazioni e desideri rendendo così, consapevole il soggetto che attuerà la propria scelta.
    • Orientamento, performance e formazione sia dei lavoratori e sia dei disoccupati, il cui processo è simile a quello descritto nel punto precedente; infatti egli deve valutare le skills, abilità e competenze del soggetto al fine di orientarlo verso una professione affine alle proprie conoscenze e abilità, prendendo in esame, in caso dei lavoratori, le performance che derivano dal proprio operato.
    • Analisi del benessere organizzativo e i rischi psico-sociali, attraverso l’analisi della qualità del clima aziendale, della relazione tra i dipendenti, della comunicazione tra essi, delle dinamiche interne (ad esempio mobbing, leadership ecc.) e delle problematiche che sorgono quali lo stress correlato al lavoro, workaholism etc.
    • Selezione e valutazione dei candidati.
    • Diversity management, ossia le diverse politiche e pratiche messe in atto dall’azienda che permettono di valorizzare le diverse differenze quali etnia, genere, orientamento sessuale, caratteristiche fisiche e mentali, religione ecc.

L’analisi dell’operato dello psicologo del lavoro mostra quanto sia necessario che un’impresa privata o una struttura pubblica attuino un’adeguata selezione e valutazione del potenziale del personale, al fine di incrementare le prospettive occupazionali interne e indirizzare i lavoratori nell’acquisizione di responsabilità tecniche e gestionali specifiche a seconda delle proprie competenze. Lo psicologo del lavoro, nei prossimi anni, troverà un crescente spazio nelle aziende differenti. Come possiamo ben osservare dai dati di Almalaurea a cinque anni dall’acquisizione del titolo  Il 65,0% degli Psicologi del lavoro e delle organizzazioni lavora nel settore privato, il 22,1% nella sanità  e il 13,1% nelle consulenze professionali.

Dato che il lavoro occupa molte ore delle nostre giornate e costituisce una parte importante della nostra vita, sarebbe fondamentale la presenza di uno psicologo all’interno di differenti aziende aziende sanitarie locali, servizi per l’impiego, uffici risorse umane, cooperative sociali ecc.., al fine di supportare le aziende e i lavoratori sia nei processi aziendali e garantire un buon clima organizzativo.

Serena Rizzo

Info

 

 

 

Bibliografia 

De Carlo, N. A. (Ed.). (2002). Teorie & strumenti per lo psicologo del lavoro e delle organizzazioni (Vol. 2), FrancoAngeli

Gabassi, P. G. (2007). Psicologia del lavoro nelle organizzazioni (Vol. 13), FrancoAngeli

Gallo, R., & Boerchi, D. (2004). Bilancio di competenze e assessment centre, Franco Angeli,Milano

Salgado, J. F., & Peiro, J. M. (2008). “Psicología del trabajo, las organizaciones y los recursos humanos en España”, in Papeles del psicólogo, 29(1)

Siddique, C. M. (2004). “Job analysis: a strategic human resource management practice”, in The International Journal of Human Resource Management, 15(1)

Sitografia

http://www.abformazione.it/c/psicologia_del_lavoro

http://psicologinazienda.it/chi-e-lo-psicologo-del-lavoro

https://www.biancolavoro.it/diventare-psicologo-formazione-specializzazioni-e-opportunita-di-lavoro/

https://www.almalaurea.it/informa/news/2019/05/08/la-professione-di-psicologo-del-lavoro-e-delle-organizzazioni

https://www.psy.it/allegati/aree-pratica-professionale/psicologo_del_lavoro.pdf

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