Se appare Maria… Breve riflessione sui “pellegrinaggi mariani moderni”

Nel Medioevo a Maria sono state dedicate molte immagini che la ritraevano mentre teneva o allattava il suo Figlio Divino. Tuttavia, all’inizio del XIX secolo l’attenzione cominciò a spostarsi su Maria stessa, come una figura che prendeva “autonomamente” iniziative a favore degli esseri umani, spesso intervenendo nelle crisi economiche e politiche caratteristiche della società di massa industrializzata [Cfr. Turner 1997].

Secondo Anna Maria Turi, che ha inventariato e documentato diverse apparizioni mariane, dal 1830 al 1990 ci sono stati ben 274 casi di apparizioni, di cui 213 solo negli ultimi 48 anni [Cfr. Apolito 1990]. Questo dato ci aiuta a capire come il fenomeno delle apparizioni sia più contemporaneo che mai. Il pellegrinaggio mariano è sempre stato caratterizzato dalle apparizioni, soprattutto l’apparizione di Maria. Di conseguenza le apparizioni hanno attirato, e continuano a farlo, l’attenzione delle persone; tuttavia, i pellegrinaggi come quello di Lourdes o di Medjugorje hanno inizio nel momento in cui un considerevole gruppo di persone si convince dell’esistenza di una apparizione o segno, dell’intervento soprannaturale nelle faccende umane, in un luogo particolare e in un modo particolare [Cfr. Turner 1997].

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Questi sistemi di pellegrinaggio, che ancora oggi sopravvivono, sono strettamente connessi con le forme moderne di comunicazione e di trasporto, legati alla cultura tecnologica e scientifica di massa in modo positivo, attingendo a essa come a una fonte di sussidi strumentali [Ivi. 1997]. È grazie a questo “legame” che pellegrini e pellegrine raggiungono il Santuario spostandosi con il treno, l’aereo o l’automobile, spinti dalle più diverse ragioni: chi chiede di essere guarito da qualche malattia o infermità, chi per devozione, o chi per passione, comunque sia, un gran numero di individui di tutte l’età, ogni anno decide di partire alla volta di Lourdes.

Come nasce un pellegrinaggio Apparizionale?

Prendiamo come esempio il pellegrinaggio di Lourdes, uno dei pochi riconosciuti dalla Chiesa Cattolica e canonizzati. Il 6 dicembre del 1854 con la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, Papa Pio IX aveva compiuto un intervento di politica culturale, cercando di rilanciare l’autorità della Chiesa, segnata in quel periodo dalla “questione romana[1]” e da rischi di laicizzazione delle masse popolari. «Era così diventata verità di fede quell’eccezionale caratteristica di Maria, che fa di lei l’unica creatura umana concepita senza peccato» [Gallini, 1998:37].

Proprio Maria, dopo quasi 4 anni dalla sua dogmatizzazione “decide” di apparire a un’altra Maria, Marie-Bernadette Soubirous, una contadina di 14 anni, che dall’11 febbraio del 1858 al 16 luglio dello stesso anno avrà 18 apparizioni, in 11 delle quali la madre di Gesù le parlerà. Tutte le dichiarazioni della “Signora vestita di bianco” erano singole frasi, molte di queste erano richieste fatte direttamente a Bernadette, ad esempio: «Bevi alla fonte e lavati in essa»; «Mangia la Pianta che troverai in quel luogo»; «Bacia la terra come penitenza per i peccatori» [Cfr. Turner, 1997]. Proprio la fonte, che Maria aveva menzionato, trovata con gran difficoltà da Bernadette, divenne proprio la fonte che diede inizio alla credenza sulla miracolosa “acqua di Lourdes”, della quale negli anni successivi venne ampliata la portata in una corrente di trentaduemila galloni al giorno.

Oggi tutta quest’acqua viene deviata in bagni collocati all’interno di un edificio, dove i pellegrini compiono abluzioni alle quali sono attribuite molte guarigioni «Il comportamento di Bernadette che si lavava e beveva l’acqua della fonte fornì il modello per il successivo comportamento del pellegrino» [Ivi p.278]. Fu così che nella seconda metà dell’Ottocento, gli eventi di Lourdes produssero l’istituzione di un pellegrinaggio senza precedenti.

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Apparizioni? Per chi? 

Negli anni più vicini a noi, le informazioni sulle apparizioni sono circolate e si sono diffuse indipendentemente dal controllo della Chiesa locale, grazie all’enorme forza dei mass media. Paolo Apolito[2], nella sua ricerca sulle apparizioni in Campania, ha potuto analizzare e documentare questi fenomeni, sottolineando come possano verificarsi per diversi motivi, come soluzioni irrazionali in grado di rispondere al bisogno di rassicurazione, in presenza, ad esempio, di eventi naturali catastrofici o per la scomparsa di prospettive future positive.

Questo tipo di interpretazione è interessante poiché contestualizza le apparizioni nei diversi quadri culturali. Un individuo si aggrappa alla sua cultura per superare e affrontare un disagio sociale, e lo fa utilizzando le proprie strutture, credenze e simboli. Secondo l’interpretazione di Apolito, «l’illusione ottica» della visione è prodotta da coloro che “vedono-vedere” i veggenti, oppure è il contesto a rendere visibile la visione, per esempio, la Madonna [Cfr. Apolito 1990]. È chiaro che qui si parla di tutt’altro che semplice manifestazione del divino; queste apparizioni sono processi molto più complessi e intrecciati con le esigenze e le credenze delle persone che hanno la visione. «E’ dunque che il veder-vedere è concettualmente e pragmaticamente precedente al vedere e che lo costituisce e lo legittima. La sua inconsapevole forza è il risultato di processi psichici, linguistici e culturali estremamente complessi e interrelati.» [Apolito,1990:51]. La necessità o disperazione, dunque, nel voler vedere l’apparizione, viene aiutata dal vedere le persone (o i diversi veggenti) che vedono l’apparizione. La posizione della Chiesa sulle apparizioni è sempre stata molto prudente, tra tutte quelle avvenute negli ultimi due secoli la Chiesa ne ha riconosciute poche ufficialmente: Parigi (1830), La Salette (1846), Lourdes (1858), Pontmain (1871), Fatima (1917), Beauraing (1932), Banneux (1933) [Cfr. Apolito 1990].

Si guarisce a Lourdes?

Il miracolo di guarigione è senz’altro il nodo centrale di Lourdes. A Lourdes la gente guarisce e dal 1858 a oggi sono state ben 70 le guarigioni riconosciute “miracolose” dalla Chiesa Cattolica. Una delle interpretazioni che è stata data al fenomeno delle guarigioni miracolose è l’efficacia simbolica[3].

Lourdes ha dato spazio a un’istituzione che nessun altro centro sacrale aveva promosso, e che costituisce un servizio essenziale: il Bureau des Constatations médicales. Questa istituzione, avvalendosi di volontari spesso occasionali, di vari medici, costituisce “una piccola accademia” [cfr. Gallini 1998], che discute dei singoli casi di guarigione, conducendo un esame dettagliato e acquisendo anche le cartelle cliniche che il malato porta con sé. “Perché una guarigione possa essere proclamata miracolosa, si richiede la compresenza di tre caratteristiche: che sia improvvisa, completa e duratura” [ivi:159]. Nel caso in cui i medici del bureau riscontrino tali elementi, inviano il dossier alle autorità ecclesiastiche, le uniche e sole competenti a pronunciarsi in questione di miracolo [cfr. ivi].

In conclusione, possiamo domandarci se è proprio la conferma della guarigione, che viene certificata da questa istituzione, ad alimentare una maggiore credenza salvifica in tutte quelle persone che vedono in questi fenomeni una possibilità di risposta per affrontare il dramma della malattia.

Gianmarco Stramazzo

[1] Si intende la controversia dibattuta durante il risorgimento riguardante il ruolo di Roma, sede del potere temporale del Papa, ma anche capitale del Regno d’Italia.

[2] Paolo Apolito ha insegnato Antropologia culturale all’Università Roma Tre e all’Università di Salerno.

[3] Il concetto di efficacia simbolica è stato introdotto dall’antropologo Claude Lévi-Strauss in uno studio del 1949, intitolato L’efficacité symbolique.

 

Bibliografia

Apolito, P., 1990,  Dice che hanno visto la Madonna – Un caso di apparizioni in Campania, Il Mulino, Bologna.

Dupront, A., 1993, Crociate e pellegrinaggi, Bollati Boringhieri, Torino.

Gallini, C., 1998, Il miracolo e la sua prova – Un Etnologo a Lourdes, Liguori, Napoli.

Pizza, G., Antropologia Medica, Carocci, Roma, 2021 (ed.or.2005)

Turner, V., 1997, Il pellegrinaggio, Argo, Lecce

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