Il mondo globalizzato in cui viviamo ci spinge, costantemente e quotidianamente, verso il concetto di inclusione in ogni campo, da quello lavorativo a quello economico-finanziario; infatti, la globalizzazione, viene definita come un fenomeno che mira all’“uccisione della distanza” (Bertini, 2001).
L’obiettivo principale della globalizzazione è quello di ridurre le barriere e i limiti tra nazioni e continenti distanti, consentendo a tutti di avere i medesimi diritti e le stesse possibilità. Tutto ciò è agevolato e velocizzato dallo sviluppo della digitalizzazione e dei mezzi di comunicazione; ad esempio, tramite internet è possibile connettersi agli altri e desumere informazioni in tempo reale di luoghi vicini e lontani a livello geografico.
Il tema della globalizzazione coinvolge generalmente le persone e nel dettaglio, coloro che lavorano nelle aziende italiane ed estere che sentono la necessità di espandersi sul territorio internazionale. Inoltre, le grandi organizzazioni devono essere in grado di gestire ed integrare le differenze personali, culturali ed etniche che si presentano tra i loro dipendenti; a tal proposito, una corretta gestione manageriale delle diversità permette di fronteggiare le peculiarità di ciascuno, trasformandole in risorse uniche per la crescita aziendale.
Il diversity management fa riferimento ad un processo volontario finalizzato ad un generale cambiamento culturale dell’organizzazione, al fine di promuovere la valorizzazione delle differenze individuali e dell’equità. Tale processo, nel dettaglio, si concretizza all’interno delle politiche aziendali e lavorative attraverso azioni volte all’inclusione della diversità, riferendosi a differenze legate al genere, alla religione, alla sessualità e alla disabilità, considerandole come delle caratteristiche che possono arricchire l’azienda e il team, sia dal punti di vista personale che professionale ciò può avvenire solamente qualora venga valorizzata la comunicazione nel corretto modo (Ashleigh, Mansi, Di Stefano, 2014).
Il diversity management può essere considerato un “processo volontario lungo termine” focalizzato su tutte le dimensioni della diversità e basato sulla produttività, sull’efficienza, sul riconoscimento e sulla valorizzazione dell’unicità di ciascuno, al fine di poter trarre un vantaggio aziendale competitivo e sviluppare l’empowerment di ogni singolo membro dell’organizzazione (Ibidem).
A tal proposito è opportuno fare riferimento ad una definizione esplicativa del diversity management secondo cui questo processo in relazione alla «capacità di prendere decisioni di qualità sul e nel bel mezzo delle differenze delle similarità, delle tensioni e delle complessità, specifica che per ogni decisione di qualità si intende una decisione che sia congruente con la mission, la vision e le strategie dell’organizzazione» [Ivi, p.135]. Le strategie volte all’inclusione sono progettate dai manager delle risorse umane, che prendono in considerazione la necessità di stabilire interventi sul singolo, piuttosto che sull’organizzazione; in quest’ultimo caso il manager cerca di sensibilizzare i dipendenti e formare il sistema aziendale attraverso, ad esempio, il mentoring o il team building (Ibidem).
Il diversity manager decide di utilizzare il diversity training con l’obiettivo di aumentare ed implementare la comunicazione all’interno del gruppo e favorire l’integrazione per far sì che i dipendenti si rendano conto degli errori di valutazione derivanti dai processi di categorizzazione sociale inoltre questa attività consente di mettersi nei panni ed empatizzare con l’altra persona (Ashleigh, Mansi, Di Stefano, 2014). Il diversity management, dunque, conduce il mondo aziendale ad effettuare cambiamenti che mirano a definire un contesto e un ambiente lavorativo maggiormente inclusivo consentendo a coloro che hanno, ad esempio, delle disabilità una maggiore possibilità di crescita personale e professionale un ambiente di lavoro trasformato in questo senso, permette al soggetto di acquisire maggiore autonomia e autodeterminazione, e all’organizzazione di adottare strategie che valorizzano le diversità. (Amatori & Giorgi, 2020).
In conclusione è possibile affermare che«il diversity management è un approccio diversificato la gestione delle risorse umane, finalizzato alla creazione di un ambiente lavorativo inclusivo, in grado di favorire l’espressione del potenziale individuale e di utilizzarlo come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi» [Zanfrini & Monaci, 2021:5].
Serena Rizzo
Bibliografia
Amatori, G., Giorgi, G. (2020), “Disability and Diversity Management: nodi critici e prospettive formative” in Italian Journal of Special Education for Inclusion, 8(1)
Ashleigh, M., Mansi, A., Di Stefano, G. (a cura di) (2014), Psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Milano, Pearson
Bertini, G. (2001), Il dibattito sulla globalizzazione nelle principali riviste economiche italiane. Milano, Pearson
Zanfrini, L., Monaci, M. (2021), Il Diversity Management per le risorse umane immigrate. Booklet per le imprese e le altre organizzazioni di lavoro