Quando due genitori si separano spesso non sanno come dare la notizia della separazione o salvaguardare il loro legame con i figli e i bambini, molte volte, non sanno bene come esprimere le loro emozioni, i dubbi, le difficoltà che incontrano per la rottura della coppia. Un pedagogista/educatore può aiutare i genitori a trovare la modalità utile a comunicare la notizia e con un intervento pedagogico, si può consentire a tali bambini di accettare la separazione dei genitori e avviare un confronto con gli adulti, ad esprimere le loro emozioni e prenderne coscienza, elaborare il proprio dolore.
Quali pericoli educativi si corrono?
In una famiglia non mancano tensioni e litigi, ma se le relazioni tra padri e madri si logorano al punto da non riconoscersi più in un progetto familiare comune, il conflitto tende a trasformarsi in guerra. In questa situazione i genitori corrono il rischio di ignorare, di trascurare o anche semplicemente di sottovalutare ciò che provano i figli.
I bambini all’interno del contesto familiare devono poter trovare ciò di cui hanno bisogno: affetto, rispetto dei tempi di sviluppo, disponibilità e responsabilità degli adulti, stabilità, sostegno della crescita.
Come sostiene D.Winnicott abbiamo tre momenti fondamentali indicati come base dello sviluppo infantile che gli educatori dovrebbero considerare preziosi per garantire un adeguato sviluppo del bambino:
- accoglimento, accettazione (holding), si riferisce alla capacità di sostegno fisico e psichico fornita al bambino, ovvero uno spazio in cui il bambino si sente accolto, sostenuto, rassicurato, incoraggiato nelle prime espressioni di sé;
- cura, accudimento (handling), si riferisce alle manipolazioni del corpo: cure e pulizia, ma anche carezze, molteplici scambi cutanei;
- Introduzione al mondo, promozione delle capacità (object presenting), si riferisce alla capacità della madre di facilitare il processo di costruzione dei simboli, la formazione di idee e significati, in modo da evitare la formazione di “oggetti mentali” creati dal bambino senza riscontro con la realtà.
Di norma, un conflitto coniugale scatena il “peggio” di entrambi i genitori; frequentemente, capita che ognuno dei coniugi cerca di togliere qualcosa, di ferire, sminuire e far del male all’altro. I minori spesso avvertono di essere usati come arma o mezzo di scambio per cui la stima nei confronti dei genitori, intesi come adulti responsabili, forti, equilibrati, fonte di sicurezza, serenità e amore, non può che risultare gravemente compromessa. Altre volte, i genitori chiedono, esplicitamente o implicitamente, al figlio di “scegliere” fra loro, spesso denigrando l’altro coniuge, e senza mai rendersi conto che il figlio non può rinunciare a nessuno dei due.
Gardner definisce il mobbing che si manifesta all’interno del sistema familiare, come “sindrome da alienazione parentale” (Parental Alienation Sindrome – Pas), caratterizzato dal comportamento di uno o più figli che, nel contesto del conflitto tra i genitori, diventa ipercritico e denigratore nei confronti di uno dei due, talvolta influenzato o indottrinato adeguatamente dall’altro.
Come comunicare la notizia?
In molti bambini esiste, latente, la paura di poter essere abbandonati e il divorzio ha l’effetto di rendere questa paura reale e tangibile. Uno dei primi compiti delle coppie che si separano consiste, comunicando la notizia, nel spiegare con parole chiare e rassicuranti ciò che sta avvenendo. Si dovrebbe parlare senza perdere la calma, senza accusare, consentendo ai figli di porre domande, di esprimere il loro dispiacere e i loro timori. Si dovrebbe spiegare che è una questione interna alla coppia, che i figli non hanno né colpe né responsabilità, che il genitore che si allontana da casa si terrà in contatto e li vedrà spesso, che continuerà ad occuparsi di loro. I figli devono avere la sensazione che la situazione, sia pure spiacevole, è sotto controllo.
E’ preferibile, se possibile, che la notizia venga data da entrambi i genitori insieme. Dai quattro anni in poi e fino agli otto, un bambino a cui non sia stata data la notizia della separazione, oppure sia stata detta una bugia o una mezza verità, può pensare che se uno dei genitori se n’è andato è perché lui stesso, come figlio e come persona, non vale nulla.
Come può agire allora il pedagogista?
Dopo una separazione, i figli possono essere destinatari di messaggi distorti, contraddittori e incoerenti e poiché la confusione porta il bambino a non sapere più chi ascoltare, un pedagogista/ educatore può:
- aiutare i genitori a ripristinare la loro comunicazione;
- aiutare ad attuare un ascolto attivo ed empatico che consenta loro di prendere coscienza dei reali bisogni dei figli;
- capire quali sono gli ambiti di maggiore disaccordo e riorganizzarli in modo tale da ridurre le incomprensioni;
- promuovere una maggiore coerenza educativa;
- sostenere una collaborazione tra i due genitori, che restituirà nei figli la loro stima, e trasmetterà un messaggio di maturità.
Un intervento pedagogico, può consentire a questi bambini di: esprimere sentimenti, paure, speranze attraverso la parola, il disegno, i giochi di ruolo; porre delle domande sui particolari di ciò che sta accadendo alla loro famiglia; individuare modi per vivere la riorganizzazione familiare.
I genitori amano i figli e hanno a cuore il loro bene; i figli amano i genitori e hanno bisogno tanto del padre quanto della madre. Ogni bambino ha il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e ad una sua crescita armoniosa.
Nella cronaca attuale il Tribunale di Roma ha autorizzato la nomina di un “pedagogista/educatore di prossimità”, allo scopo di rilevare le criticità legate ai momenti più conflittuali e attuare “un intervento di Coordinazione Genitoriale attraverso un’attività di supporto alla famiglia, nel tentativo di avviare il processo di riorganizzazione.
Bibliografia
Lombardo P., (1997) Educare ai valori, Edizioni Vita Nuova.
Moscato M. T., (2014), Crisi del processo educativo nel conflitto coniugale, Encyclopaideia.
Oliverio Ferraris A., (2015) Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.
Oliverio Ferraris A., (2001) Dire il divorzio, in Psicologia, Rivista Psicologia contemporanea Giunti Editore
Sitografia
http://www.psicopedagogie.it/index.html
https://www.studiocataldi.it/articoli/31473-affidamento-figli-si-all-educatore-per-i-genitori.asp