Compiti a casa e DSA: 10 strategie per imparare ad apprendere

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Suo figlio è intelligente, ma svogliato, distratto, lento… potrebbe fare molto di più, ma non si applica.

Ancora oggi, è quasi sempre questo, infatti, l’incipit di storie che con il tempo si dipanano fino a chiarire, magari dopo anni di tensioni e frustrazioni, il motivo di un rendimento scolastico al di sotto delle reali capacità.

Lentezza ed errori nella scrittura e nella lettura di parole o numeri (cfr. Stella, 2004; Bianciardi, Milano, 2003) confusione spaziale e/o temporale (cfr. Crispiani, 2011), incoordinazione oculo-manuale (cfr. Orton, in Crispiani, 2011), incertezza e insicurezza (cfr. Mugnaini, 2008) sono solo alcuni dei fattori che rischiano di rendere gravoso il carico di studi di bambini con dislessia, disgrafia o discalculia fin dai primi anni di scuola.

Come aiutare questi bambini o ragazzi a studiare senza troppa fatica? Quali supporti possono motivarli? Quale modo migliore per imparare ad apprendere?
  1. Chiarire o semplificare le consegne scritte. Molte consegne, dalle indicazioni sui libri di testo alle richieste che l’insegnante detta sui diari degli allievi, sono lunghe e contengono parecchie unità di informazioni. Considerata la difficoltà degli studenti con DSA nell’elaborare e attuare più richieste in sequenza, è consigliabile che l’insegnante, o chi sostiene il bambino nell’esecuzione dei compiti, sottolinei o evidenzi le parti significative della consegna o le riscriva per favorirne la comprensione da parte dell’alunno. Un esempio: Consegna originale: Questo esercizio ti mostrerà come puoi ben collocare le congiunzioni. Leggi ogni frase. Cerca e poi cerchia le congiunzioni nella lista delle congiunzioni sotto ogni frase. Consegna riscritta e semplificata: Leggi ogni frase e cerchia tutte le congiunzioni.
  2. Il registratore. Molti problemi con i materiali scolastici sono collegati alla difficoltà nella lettura. Il registratore può essere un eccellente aiuto per superare questo problema. Indicazioni di compiti da svolgere, racconti e specifiche lezioni possono essere registrate per poi riascoltare il nastro e facilitare la comprensione di compiti o concetti e la loro esposizione corretta.
  3. Dividere il testo in piccoli paragrafi, assegnando ad ognuno un titolo o una sola parola che possa chiarirne l’argomento specifico può risultare una strategia efficace per la comprensione di un testo. I titoli o le parole attribuite aiuteranno lo studente a reperire facilmente la risposta ad ogni domanda
  4. L’uso dei colori in italiano, evidenziatori o pennarelli, possono aiutare il bambino a enfatizzare le parole più importanti per poi creare un legame discorsivo tra di esse. Un esempio: Per comprendere o riassumere la storia di Cappuccetto Rosso è sufficiente che il bambino sottolinei le parole “Cappuccetto Rosso”, “Nonna”, “Lupo” e “Cacciatore” per riuscire a tessere le fila della storia.
  5. L’uso dei colori in matematica: L’uso dei colori appare altresì una strategia adatta per lo studio della matematica. Un esempio: Constatata la difficoltà degli studenti con discalculia nell’organizzazione schematica dei calcoli, nell’esecuzione delle espressioni, si dimostra utile evidenziare con colori diversi i diversi segni algebrici (+ e -), permettendo così al ragazzo di strutturare la sequenza matematica in passaggi di volta in volta sempre più brevi, come riportato qui di seguito.

Per risolvere l’espressione: -4x +3y -16x -11k -7k +8y utilizziamo i colori per evidenziare i monomi simili (quelli con la stessa parte letterale), come nell’esempio:Immaginerosita

Nel primo caso (dati dello stesso colore) il bambino dovrà limitarsi a scegliere tra l’addizione (quanti in tutto?) o la sottrazione (quanti rimasti?), mentre nel secondo caso la scelta sarà ridotta alla divisione (quante in ogni cassetta?) o alla moltiplicazione (quante in tutto?).

  • Lo schema delle 5W (Who, What, When, Where, Why), si rivela fruttuoso per aiutare il bambino o il ragazzo ad organizzare meglio il pensiero, strutturando meglio le frasi e il discorso, sia scritto che orale. La strategia delle parole-guida può essere sfruttata sia nello studio che durante la produzione scritta di un tema o di un riassunto.
  • La linea temporale. Tale strumento risulta particolarmente efficace nello studio della storia, per comprendere bene cosa è avvenuto prima e cosa successivamente dopo, aiutando il bambino a inquadrare bene la situazione storica dal punto di vista cronologico e spazio-temporale. L’ampliamento della linea cronologica permetterà altresì di accentuare la motivazione del bambino che in tal modo potrà rendersi conto di quanto tempo è trascorso e quante vicende si sono succedute dalla nascita del Mondo.
  • Le mappe e gli schemi sono strumenti efficienti per gli studenti che presentano dislessia, ma è estremamente indispensabile che questi vengano realizzati attivamente dai bambini o dai ragazzi. Alcuni studenti prediligono schemi verticali (partono da un titolo generale posto in alto e pian piano delineano sotto-argomenti specifici); altri preferiscono schemi orizzontali, meno schematici, con lunghi paragrafi copiati dal libro. Alcuni ragazzi realizzano mappe creative e colorate mentre altri puntano sulla semplicità dell’inchiostro nero sullo sfondo bianco del foglio.

Data l’eterogeneità degli stili di apprendimento (visivo, uditivo, cinestesico…) è importante che ogni alunno impieghi la metodologia per lui più semplice per studiare.

  • L’uso di strategie ludiche. La motivazione dei bambini e dei ragazzi con DSA può essere efficientemente accentuata mediante giochi che catturino l’attenzione facilitando l’apprendimento. Il comune “gioco del memory” si mostra eccellente per imparare in maniera divertente e originale le formule matematiche o geometriche (ad esempio: abbinare la forma del triangolo alla formula della sua area oppure associare un prodotto notevole alla sua risoluzione finale), il complicato lessico delle lingue straniere (ad esempio: abbinare la figura di una mela al termine “apple”), o ancora per apprendere le nozioni di geografia (associare una regione italiana al relativo capoluogo) o di storia (accoppiare un avvenimento storico alla relativa data).
  • L’attenzione. Diversi studi dimostrano la co-occorrenza, ovvero la compresenza, di una difficoltà attentiva legata al disturbo di apprendimento (AID, 2006,2007); molti ragazzi faticherebbero, infatti, a mantenere un costante livello di attenzione, sia in classe che durante l’esecuzione dei compiti. Una strategia particolarmente efficace e apprezzata dai bambini è l’uso di “carte-semafori”: il semaforo verde rappresenta un’attività facile e veloce, per la quale non viene richiesta nessuna pausa, il semaforo giallo indica un compito piuttosto complesso o lento che richiede una sola pausa e, per ultimo, il semaforo rosso simboleggia un esercizio complicato o estremamente che esige più interruzioni durante la sua esecuzione. L’uso dei semafori aiuta ad accentuare la consapevolezza del bambino circa la complessità o l’eventuale tempo da impiegare su di un determinato compito, promuovendo altresì un’attenzione più costante e una maggiore motivazione a portarlo velocemente e ottimamente a termine.

Strategie rapide, operative, miranti all’obiettivo da raggiungere: il successo scolastico e la felicità del bambino. È compito di primaria importanza dei genitori, insegnanti e operatori, quello di attuare una o più di queste proposte educative e didattiche; facciamo sì che anche gli alunni con difficoltà si divertano ad imparare ad apprendere.

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Info

 

 

Bibliografia

AA.VV. (2013), Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti. Trento: Erickson

AID, Consensus Conference Disturbi specifici dell’apprendimento. Raccomandazioni per la pratica clinica, Montecatini Terme 22-23 settembre 2006; Milano 26 gennaio 2007

Biancardi A., Milano G. (2003), Quando un bambino non sa leggere. Vincere la dislessia e i disturbi dell’apprendimento. Milano: Rizzoli

Brembati F., Donnini R. (2013), DSA e compiti a casa. Strategie per rendere efficace lo studio e lo svolgimento dei compiti. Trento: Erickson

Crispiani P. (2011), Dislessia come disprassia sequenziale. Bergamo: Edizioni Junior

Lucangeli D. (2012), La discalculia e le difficoltà in aritmetica. Firenze: Giunti Scuola

Mugnani D. (2008), Dislessia e qualità di vita. Come promuovere atteggiamenti efficaci in genitori, insegnanti e bambini. Firenze: LibriLiberi

Medeghini R. (2005), Perché è così difficile imparare? Come la scuola può aiutare gli alunni con disturbi specifici di apprendimento. Brescia: Edizione Vannini

Stella G. (2004), La dislessia. Quando un bambino non riesce a leggere: cosa fare, come aiutarlo. Bologna: Il Mulino

Stroebel H. (1978), L’insuccesso scolastico. Disturbo dell’apprendimento e del rendimento: genesi, terapia e profilassi. Roma: Armando Editore

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