Chi ha paura del gender? Combattere stereotipi e discriminazioni in educazione

 

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www.sju.edu

«Sempre più diffusa è la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda le tematiche dell’affettività e della sessualità. Attualmente i progetti educativi in questo ambito vengono spesso presentati richiamando l’esigenza di “lottare contro la discriminazione»Quello qui riportato è un estratto dalla petizione presentata in Parlamento nel 2015 da ProVita Onlus, Associazione Italiana Genitori (AGe), Associazioni Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC), Movimento per la Vita e Giuristi per la Vita, “affinché i nostri figli possano trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti come l’ideologia gender, ma progetti, corsi e strategie educative che permettano uno sviluppo sano della loro personalità.” Il testo della petizione continua, sostenendo come dietro al concetto di “non discriminazione” si nascondono insidie come la negazione della differenza tra i sessi e la normalizzazione ed equiparazione di ogni forma di famiglia, unione e comportamento sessuale.

È opportuno però fare un passo indietro, per giungere a comprendere le ragioni che hanno spinto queste associazioni a rivolgersi con toni allarmisti al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro dell’Istruzione Giannini.
Recentemente, infatti, nel nostro Paese abbiamo assistito ad un acceso dibattito che ha diviso la popolazione attorno a quella che è stata presentata come “ideologia gender”. L’origine delle polemiche è riconducibile alla riforma “Buona Scuola”; in particolare, nella stessa viene sancito come la scuola debba garantire pari opportunità, promuovendo l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione.
Secondo l’interpretazione che ne hanno dato i genitori e le associazioni coinvolte, però, la “Buona Scuola” avrebbe come obiettivo quello di sottrarre alla famiglia e ai genitori il diritto ad educare i figli su temi sensibili quali l’educazione alla sessualità e all’affettività, introducendo nelle scuole di ogni ordine e grado la “teoria del gender”, con la quale si indottrinerebbero gli studenti insegnandogli che non si nasce maschio o femmina, ma che si può decide di esserlo a piacimento.

Ma in costa consiste realmente questa “ideologia gender”?

Secondo gli ideatori di questa espressione, nasciamo maschi o femmine e il sesso biologico è l’unica cosa che conta nel determinare la nostra identità sessuale.
L’ideologia gender, in realtà, non rappresenta altro che una distorsione degli studi di genere (gender studies), ossia un campo di studi interdisciplinare nato negli Stati Uniti tra gli anni 70 e 80, che si interroga sul genere e sul modo in cui la società, nel tempo e a latitudini diverse, ha interpretato e alimentato le differenze tra il maschile e il femminile.
Questi studi non negano l’esistenza di un sesso biologico assegnato alla nascita, né che in quanto tale esso influenzi gran parte della nostra vita. Sottolineano però che il sesso da solo non basta a definire chi siamo. La nostra identità, infatti, è una realtà complessa e dinamica, che si compone di diverse aspetti quali: sesso, ruolo di genere – con il quale si intende l’influenza della società nel determinare i ruoli ritenuti consoni all’essere femminile e maschile – e l’orientamento sessuale, ovvero l’attrazione, affettiva e sessuale che possiamo provare verso gli altri. Non di meno, si aggiunge anche l’identità di genere che riguarda invece il sentirsi uomo o donna e che non sempre coincide con quella biologica. Questi termini spesso vengono confusi e utilizzati erroneamente, talvolta anche come sinonimi, pertanto è opportuno cercare di fare chiarezza su quello che è il loro significato.

Ed è proprio per promuovere un’educazione al rispetto della diversità e che combatta una visione stereotipata del genere, che sul territorio italiano sono nati diversi progetti. Uno tra questi è “La scuola fa differenza”, ideato dall’associazione di Promozione Sociale SCOSSE, che ha coinvolto circa 200 tra educatrici degli asili nido e insegnanti delle scuole dell’infanzia di Roma.

La finalità di “La scuola fa differenza” è quella di contrastare le condizioni sociali alla base della violenza di genere, dell’omofobia e del bullismo, incoraggiando modelli di identità, genitorialità e di famiglia diversificati. Partendo dal presupposto secondo cui la scuola fa davvero la differenza nel creare una società libera da discriminazioni e stereotipi di genere, il progetto consiste in un percorso formativo specifico su questi temi e sul ruolo strategico della scuola nella costruzione delle identità di genere e nel contrasto alle discriminazioni.
In un contesto come quello attuale l’obiettivo che la pedagogia deve portare avanti è quindi quello di individuare e promuovere – grazie anche a progetti come quello riportato – metodologie e buone prassi per continuare ad oltrepassare muri ed abbattere barriere, per gettare le basi per un’educazione al rispetto delle differenze che sia in grado di preparare le nuove generazioni ad affrontare una società sempre più sfaccettata ed eterogenea.

Silvia Medri15032445_10209683135108304_2028939968_n (2)

Info

 

 

Bibliografia

Bullet M. (2003) Basque Gender Studies, University of Nevada, Reno

Banks J. A., McGee Banks C. A. (2007) Multicultural Education – Issues and Pespectives, Wiley.

Siegel S. (2010) “The Right to Be Out: Sexual Orientation and Gender Identity”, in America’s Public Schools, University of Minnesota Press.

Marzano M. (2015), Papà, mamma e gender, UTET.

Sitografia

Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/15/15G00122/sg

Gay, Lesbian and Straight Education Network, https://www.gsanetwork.org/

Myers S. L. (1992) Ideas & Trends; How a ‘Rainbow Curriculum’ Turned Into Fighting Words, The New York Times, consultato al 13 ottobre 2016: http://www.nytimes.com/1992/12/13/weekinreview/ideas-trends-how-a-rainbow-curriculum-turned-into-fighting-words.html

Provita, http://www.notizieprovita.it/petizione-sulleducazione-affettiva-e-sessuale-nelle-scuole/

Scosse, http://www.scosse.org

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